Arrivata al pub, dopo tre ore di riposo, inizio a sistemare gli strumenti.
"Buonasera, oh oggi anche prima di me sei arrivata" dice Luisa entrando
"Buonasera anche a te, si, tua sorella mi ha detto che dovevi farti bella oggi e che quindi avresti ritardato. Ma dimmi un po' Mr. Belloccio c'entra qualcosa?"
"Mr. Belloccio?" Dice ridendo
"Si, il tipo di questa mattina" quando capisce di chi parlo gli si illuminano gli occhi
"Si si siii" urla saltando
"Oh ma che urli! Stai zitta tonta"
Sua sorella spaventata scende le scale del pub con una pezza nella mano, mentre suo fratello esce dalla cucina
"Che succede?" Chiedono entrando nella sala
"Nulla nulla" dice Luisa rossa in viso, mentre io rido
"La solita scema" dice sua sorella tornando di sopra a pulire
"Tu non me la racconti giusta ragazzina" dice suo fratello tornando in cucina. Luisa tira un sospiro di sollievo e ritorna al bancone mentre io vado sopra il "palco" per suonare qualcosa.
Alle nove il pub è pieno di persone ma di Mr. Belloccio non c'è traccia. Chissà quando arriverà.
Durante la serata una ragazza si avvicina "potresti suonare i soliti di Vasco?"
"Si certo" dico senza guardarla e cercando il testo.
Poche canzoni più avanti il ragazzo che si avvicina mi lascia spiazzata. Perché questo ragazzo deve seguirmi dappertutto?
"Ciao"
"Cosa vuoi?" Chiedo
"Posso suonare qualcosa io?"
"Certo, accomodati pure"
"Grazie"
"Tratta la bene" dico riferendomi alla mia chitarra.
Mi alzo facendo sedere il ragazzo e mi metto in un angolino, sono curiosa di sentirlo suonare. Delle note escono dalla chitarra e subito dopo una voce armoniosa e bellissima raggiunge le mie orecchie. Ha una voce bellissima. Ma ciò che più mi colpisce è il testo. Piccole frasi colpiscono il mio cuore, quelle parole così innocue colpiscono e feriscono più di mille lame.
"Di bestie come te ce ne sono in giro e non è facile scoprirle e sai perché sono fabbricanti di maschere" una frase, un colpo al cuore.
"Io sono ancora qui, ho la pelle dura pure più di te" una frase, un pugno nello stomaco.
"E mai più mi vedrai" questa frase riecheggia nella mia mente per milioni di volte. Mai più, ma io non posso, devo aiutarlo, devo salvarlo. Tornerò ad aiutarlo. L'ho promesso.
"Di mostri come te n'è pieno il mondo e non è facile scoprirli e sai perché hanno mani bianche e voce docile, ma se li guardi bene dentro ai loro occhi non vedi niente, il cuore affittano ad una notte nera priva di ogni luce" deve essere una bugia, non è un mostro e lui non era la copertura di un mostro!
Il ragazzo continua a sputare le parole, che avesse anche lui subito l'ira di un mostro? Di certo chi ha scritto la canzone avrà subito l'ira del mostro e può comprendermi bene. Ma lui? Anche lui?
"Ogni male è un bene quando serve, ho anche imparato a incassare bene" no, non ho imparato, sono sempre debole quando si parla di lui, e mai riuscirò a incassare bene il colpo.
"Non c'è più paura e non c'è niente, quello che era gigante oggi non si vede" la paura c'è. No, quella non va via, non andrà mai via. Non riesco ad avvicinarmi nemmeno ad un ragazzo senza aver paura del peggio. Non riesco a guardare nemmeno l'ombra di mio fratello seduto in un pub ad ubriacarsi senza tremare e scappare via piangendo. La montagna gigante non la vedo, non la vedo perché è sulle mie spalle e ogni giorno prova a schiacciarmi sempre di più. Non la vedo, ma la sento.
"Sulla schiena trovi cicatrici e lì che ci attacchi le ali" le ali, un angelo, la soluzione a tutto. Raggiungere mamma e papà. Indossare un paio di ali e volare via dal mondo per raggiungere mamma e papà. Questa è la soluzione a tutto.
Entro in bagno e mi accascio a terra continuando a piangere. Dovrei solo farla finita. Andare via da qui. È la soluzione a tutto. Lo ha detto anche lui. Andare via.
Una porta sbatte facendomi tornare al mondo reale.
"Ma cosa cazzo fai?" Urla prendendomi le braccia e subito mi allontano spaventata. Ma perché continua a seguirmi?
"Perché non mi lasci in pace? Cosa vuoi da me?" Gli urlo contro con tutta la rabbia che ho
"Ehi, va tutto bene, io non voglio farti del male. Io voglio aiutarti" dice parlando in modo calmo, quasi come se avesse a che fare con un animale feroce.
"Tu sei un brutto bastardo! Mi hai rubato il diario. Devi farti gli affari tuoi hai capito?"
"Ok, mi farò gli affari mie, mi toglierò dai piedi ma prima fatti aiutare" lo guardo confusa
"Stai sanguinando dal braccio" mi guardo il braccio, pieno di sangue, tagli e ferite.
"So cavarmela da sola, grazie." Avvolgo il braccio in un fazzoletto bagnato tenendolo fermo con dei bracciali, asciugo le lacrime e torno sul parco continuando a suonare. Lo sguardo del ragazzo brucia sulla mia figura. Ma cosa ha da guardare?
Alle cinque vado via, dopo aver salutato Luisa, che è impegnata con mr. Belloccio. Rientro al bar stanca della pesante serata e mi rilasso un po'. Alle cinque e mezzo qualcuno apre il bar. Oh cielo chi è? E adesso cosa faccio?
"Tesoro, cosa ci fai qui a quest'ora?"
Per fortuna ad entrare è Margherita ma insieme a lei ci sono due carabinieri e quell'odioso ragazzo che non la smette di seguirmi.
"Signorina cosa ci fa in questo bar alle cinque e mezzo? E da quanto tempo è qua?" Abbasso lo sguardo
"Sono qua dalle cinque di questa mattina perché avevo bisogno di riposare"
"Non ha una casa?"
"Si ma sono uscita tardi da lavoro e tra un ora dovevo aprire il bar, quindi avevo pensato di venire direttamente qui. Davvero non ho rubato nulla, potete controllarmi"
"E cosa ci faceva quest'uomo fuori dal bar?" Guardo quel ragazzo
"Non lo so, è da qualche giorno che mi segue, ma non lo conosco"
"La segue?"
"Si, anche la signora può dirgli che qualche giorno fa insisteva per parlare con me, ma io non conosco quest'uomo"
"Signora quindi lei non vuole sporgere denuncia giusto?"
"Si agente, conosco la ragazza e posso fidarmi di lei" sorride
"E riguardo l'uomo vuole prendere provvedimenti?" Lo guardo, sarebbe più sicuro denunciare, ma spontaneamente mentre nella mia mente cerco la scelta giusta la mia bocca parla
"No"
"Bene arrivederci"
Usciti i carabinieri Margherita mi si avvicina
"Tesoro, non devi lavorare così tanto. Sai che se arrivi anche due ore dopo non ti succede niente vero?"
"Ma come farebbe lei?"
"Beh troverei il modo di lavorare bene, comunque non è che non torni più, semplicemente arrivi un ora dopo"
"Mi dispiace di averla fatta spaventare"
"Tranquilla tesoro"
Sorrido alla donna.
"Adesso tu vai a riposare. Questo bel giovane può accompagnarti" dice sorridendo
"Cosa?"'dico
"Ti assicuro che è un bravo ragazzo tesoro. Lo conosco e conosco sua madre. Puoi fidarti di lui. La scorsa volta non lo avevo riconosciuto, è cresciuto così tanto dall'ultima volta che l'ho visto ma poi ripensandoci ho ricordato" dice sorridendo
"Dai vieni ti accompagno a casa"
Non ho vie di fuga e per la troppa pressione di oggi tra un po' crollo. Così annuisco e senza dire niente esco fuori dal bar con il ragazzo che mi sta affianco.
"Dove devo accompagnarti?"
"In nessun posto grazie, posso andare da sola"
"Ne sei sicura?"
"Si, grazie tante"
"Ok, va bene"Mi dirigo verso il parco guardando se sono seguita ma del ragazzo non si vede nemmeno l'ombra. Mi siedo dietro l'albero e pochi minuti dopo sono già tra le braccia di Morfeo.
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Piccola Anima Disobbedisci Perché è Vietato Morire
FanfictionUna giovane ragazza ormai distrutta da una serie di eventi desidererà solo farla finita ma un giorno incontrerà Ermal, che tornando dal suo lavoro, l'aiuterà a riprendere in mano la propria vita... Riuscirà ad aiutarla? O la ragazza perderà ogni spe...