Capitolo 15

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Quando alzo lo sguardo vedo Ermal che corre verso di me e Marco davanti a me che si tocca il pugno.
"Bea stai bene?" Dice Ermal aiutandomi ad alzarmi.
"Si, sto bene grazie"
"Cambio, cambio ma torna casa con me"
"Mi dispiace adesso devo andare, grazie" dico guardando prima Ermal e poi Marco
"Cosa? No, dove vai?"
"Lo accompagno a casa"
"Ti voleva fare del male, come puoi volerlo ancora aiutare?" Chiede Marco
"È mio fratello è ovvio che io voglia aiutarlo!"
"Allora permettimi di aiutarti ad aiutarlo" dice Ermal
"Va bene, grazie" Marco ed Ermal prendono mio fratello e lo aiutano a camminare.
"Torna casa me, no faccio più, giuro... ti prego torna casa me..." per tutto il tragitto mio fratello farfugliava queste parole mentre Ermal e Marco stavano in silenzio, come me.
"Grazie ragazzi davvero" dico quando lo poggiano sul divano.
"Questa è casa tua?" Mi chiede Ermal guardandosi attorno
"Si, è casa mia" dico guardando mio fratello
"E quindi lui è tuo fratello?"
"Si, lui è mio fratello..."
"Io davvero non capisco..." Dice Ermal guardandomi.
"Sedetevi, mi sa che adesso devo raccontarvi tutto..."
"Non devi sentirti costretta a farlo" mi interrompe Marco
"No, va bene ma solo ad una condizione"
"Quale?" Chiede Ermal
"Non voglio la pietà di nessuno"
"Va bene" rispondono. Prendo un respiro e con tutte le forze che ho inizio a raccontare ciò che mi è successo.
"A maggio, una settimana dopo aver compiuto 18 anni i miei genitori hanno avuto un incidente stradale e sono morti. Da quel giorno in poi mio fratello è cambiato. Prima eravamo uniti, mi difendeva, mi proteggeva, mi aiutava, mi voleva bene. Invece dopo la morte dei nostri genitori, mio fratello ha lasciato la sua ragazza, si è allontanato dai suoi amici e da me. Tornava a casa tardi, sempre ubriaco, non gli importava più di me e un giorno ha... mi ha messo le mani addosso ecco... Non sono andata via subito perché lui mi ha sempre aiutata quando avevo bisogno di aiuto e io volevo aiutarlo... Ma dopo sei mesi che continuava a... A farmi male ho deciso di andare via... Così in queste ultime settimane è successo tutto questo..."
"In che modo ti ha messo le mani addosso?" Chiede Ermal guardando in cagnesco mio fratello, che dorme sul divano.
"In... In che senso?"
"Ti picchiava o ti ha..."
"Ho capito... No... No mi picchiava" Ermal mi guarda intensamente come se volesse leggermi dentro, poi si alza.
"Marco hai la macchina vero?"
"Si, ma è rimasta al pub"
"Puoi andare a prenderla per favore?"
"Certo, torno subito" dice per poi uscire.
"Adesso noi facciamo le valigie"
"Cosa? No! Lo hai sentito mio fratello? Vuole cambiare! Io non vado via da qui, io devo aiutarlo!"
"Bea ascolta io non voglio lasciarti qui con tuo fratello. Non voglio che ti faccia ancora male. Ho capito che non ti picchiava solamente e non ho intenzione che ti succeda ancora. Ma ti prometto che insieme lo aiuteremo, fidati di me" Ermal mi guarda dritto negli occhi quando parla e nei suoi occhi leggo sincerità. Forse posso davvero fidarmi.
"Va bene"
"Dai prendiamo qualcosa di tuo"
Annuisco portandolo nella mia camera
"Ecco se vuoi portiamo via questi" dice Ermal sorridendo e mostrandomi il flauto traverso e il violino. Sorrido prendendo anche il mio basso e le mie chitarre.
"E loro?" Chiedo ridendo
"Possiamo portare anche loro" sorrido
"Però adesso prendi anche qualche tuo vestito e andiamo via da qui"
"Ermal..."
"Lo aiuteremo stai tranquilla" annuisco e prendendo le mie cose esco fuori da casa. Mettiamo le cose in macchina e andiamo a casa di Ermal. "Ciao Marco e grazie per tutto" dico sorridendo
Entrata in casa Ermal mi aiuta a sistemare le mie cose in una stanza.
"Bea adesso ascoltami. Io vado a casa tua così domani mattina potrò aiutare tuo fratello, va bene?"
"Si, grazie Ermal, ascolta un'amica di mia madre é psicologa e mi ha detto che se avevamo bisogno potevamo chiamarla. Penso che lei possa aiutarlo. Devo ritrovare mio fratello. Lui non è così, rivoglio il mio fratellone, quello che mi voleva bene e che mi proteggeva" dico provando a trattenere le lacrime.
"Sfogati Bea, piangi, può solo farti bene e ci sono io" Ermal mi abbraccia e anche se spaventata riesco a sfogarmi piangendo. Quando mi calmo Ermal con delicatezza mi asciuga le lacrime sul viso.
"E adesso fammi vedere il piede" lo guardo
"Cosa?"
"L'ho capito che ti sei fatta male, dai fammi vedere cosa ti sei fatta"
"Tranquillo sta bene"
"Posso guardarlo?" Alla fine annuisco togliendo lentamente la scarpa
"È un po' gonfio, aspetta porto del ghiaccio"
"Ma non c'è bisogno" dopo aver messo del ghiaccio sulla mia caviglia Ermal si avvicina a me facendomi battere forte il cuore
"Tranquilla piccola, non voglio farti del male, vado da tuo fratello" mi lascia un bacio all'angolo della bocca e poi va via. Subito delle lacrime iniziano a scendere sulle mie guance, perché devo avere sempre così paura? Lui è magnifico e sta facendo molto per me, perché devo avere così tanta paura?

Piccola Anima Disobbedisci Perché è Vietato MorireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora