Sono ormai al quinto mese di gravidanza, oggi Federica mi ha portato in giro per Milano, perché avevo voglia delle pizzette fritte di Luini e lei era l'unica disposta ad accompagnarmi.
Sono seduta sulle scale avanti al Duomo, ammirando la piazza, pensando a quanto mi manchi il mare di Napoli. «Allora, come va con Bon Bon?» chiede Fede, bevendo un sorso della sua coca cola.
Mordo leggermente il labbro, alzando le spalle. «Credo bene.» mormoro, non sapendo davvero la risposta. Fede capisce che c'è qualcosa che non va e mi accarezza il pancione. «È dalla partita contro il Benevento che sparisce la notte e quando ha vinto contro l'Inter in Coppa Italia non è proprio tornato a casa... Penso che stia ritornando da Martina.» dico, senza un preciso tono di voce, solo con un piccolo fastidio all'altezza del cuore.
Fede continua ad accarezzarmi la schiena e sospira. «Magari non va da lei...» mormora, ma sento l'incertezza nella sua voce.
Nego con la testa e poso una mano sul ventre, sentendo un piccolo crampo; ultimamente sono più intensi ma meno frequenti, sto facendo la brava solo per lui o lei. Si, ancora non so il sesso di mio figlio e mi sto incazzando. «Preferisco che torni da Martina ad altro, sinceramente. Ma, va bene così. Cioè comunque è suo marito, comunque ha due figli con lei, comunque l'ha tradita con me. Se tornasse da lei non direi nulla, ma ormai mi sonoabituataaluiemimancaquandononc'è.» sospiro, abbassando lo sguardo.
Ma vedo benissimo lo sguardo sorpreso della mia amica e un sorrisino a lato, come se avesse fatto la scoperta del secolo. «Sai che detta da te, questa frase è come se fosse una dichiarazione d'amore?» dice, voce allegra e alta, emozionata.
Annuisco, non trovando nulla da dire e, con un po' di difficoltà, mi alzo da dov'ero seduta. «Andiamo? Fagiolino sta iniziando a far male...» dico, toccando il punto dove mi ha tirato un bel calcetto. «Se fosse maschio diventerebbe un calciatore, per tutti i calci che da.» sorrido.
«È impossibile che Sam ancora non ti abbia detto nulla!» ride, mettendosi a braccetto, mentre scendiamo in metro per tornare a casa.
Rido, perché è vero, ancora non mi ha detto nulla e ultimamente il fagiolino è girato di schiena e non si fa vedere, vuol far soffrire la mamma.
***
Arriviamo a casa dopo quasi mezz'ora, apro la porta e mi incammino verso la cucina, chiamando Leonardo, ma non risponde. Appena entro in stanza lo trovo seduto su una sedia che guarda un punto fisso avanti a lui, le lacrime agli occhi e un sorriso sul volto. «Bon Bon? Che succede?» chiedo, accarezzandogli una spalla.
Indica leggermente una tenda al lato della stanza e sorride. «Aprila.» sussurra piano.
Mi avvicino e sposto la tenda, trovando dei palloncini e delle rose, con un orsacchiotto e le ecografie, scoppio a piangere, abbracciando Leonardo che è in piedi dietro di me, sprofondo nel sul petto e lo stringo forte a me. Quando mi calmo, mi asciugo le lacrime e caccio fuori il cellulare.
--- MaryJanehapubblicatouna foto:
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Finalmente sappiamo cos'è: una Piccola Fagiolina del mio cuor 💕 Grazie CrazySamAleKozaAlexbvb09Faith1926per la sorpresa❤❤❤
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MaryJanehadisattivatoicommenti.
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Mi siedo con l'orsacchiotto tra le mie braccia, mentre Leonardo si inginocchia per baciarmi la pancia. «La principessa di papà...» dice alternando le parole ai baci. «Non puoi capire quanto sono felice.» dice alzando lo sguardo verso di me.
Gli sorrido di rimando e gli accarezzo una guancia. «Voglio chiamarla Vittoria.» dico, toccando il punto dove preme con il corpicino. «Perché qualunque cosa succeda, noiabbiamo vinto.» mormoro, più per me che per Leonardo.
Bonucci incrocia le dita con le mie e mi bacia il dorso della mano, felice come un bambino, gli occhi luminosi e pieni di lacrime e lo trovo dolcissimo. «Vieni qui.» sussurra, per farmi avvicinare a lui. Lo tiro leggermente per il colletto e lo bacio, accarezzandogli le guance e sospirando quando si allontana da me.
Fa sì che mi sieda sulle sue gambe e continua ad accarezzare il mio corpo dolcemente. «La nostra Vittoria.» mormora baciandomi le tempie.
«Stasera sei qui oppure vai da qualche parte?» chiedo dolcemente.
Leo mi abbraccia e continua a lasciami baci lungo le guance, la mascella, il collo e la scapola. «Resto qui.» mormora stringendomi a sé. «E voglio fare anche una foto per la piccola...» continua, sorridendo emozionato.
