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Sam ha deciso di farmi aspettare ancora per farmi sapere il sesso di fagiolino, ha detto che visto la disastrosa partita del Milan, dove grazie a Brignoli il Benevento ha fatto il suo primo punto in classifica, non era bello fare la sorpresa, perché Bonucci sarebbe stato furioso.

E ci credo.

Io intanto, da Interista quale sono, non riesco a non gioire per ciò che ho visto oggi, per quella splendida partita disputata, per Ranocchia e Santon titolari, per la tripletta di Perisic e il record di Icardi.

Proprio non riesco a fare a meno di sorridere e cantare il mio inno a squarcia gola. Ed è proprio ciò che Leonardo mi vede fare quando apre la porta di casa; sono in pigiama, i capelli raccolti in una crocchia disordinata, ho mangiato pizza a pranzo e patatine durante la partita, ora aspetto che bolla l'acqua del the, mentre AMALÀ è sparata a tutto volume nelle casse della TV, collegata ad internet.

«Vai, vai, infierisci pure.» dice, abbassando il volume della musica, buttandosi sul divano.

Sorrido beffarda e mi avvicino a lui. «Dai Bon Bon, pensa che nella mia vita gli Equilibri li hai spostati...» mormoro, sfottendolo un po'.

Mi piace stuzzicarlo e vedere come si arrabbia. «Oggi non è giornata e tu non mi aiuti.» sbuffa, mettendo i gomiti sulle ginocchia e le mani sul viso.

Capisco di aver esagerato e mi siedo a terra, avanti a lui. Gli accarezzo le braccia, le mani e sforzo un po' per farmi guardare. «Scusami, non so mai starmi zitta...» sospiro, guardandolo negli occhi. «Posso fare qualcosa per aiutarti?» chiedo dolcemente.

Nega con la testa sospirando, mi fa alzare da terra e si alza anche lui baciandomi. Le sue mani mi tengono stretta vicino a lui, quel tanto basta per non farmi male la pancia, mentre le labbra iniziano a tracciarmi la linea che da sotto l'orecchio finisce sulla spalla e scende lungo il seno.
Tremo tra le sue braccia, lasciandomi andare a sospiri e carezze.
Non posso negare il fatto che ormai sono come creta tra le mani di Bonucci, mi tocca e mi modella come vuole lui, ed io mi lascio fare di tutto, perché non riuscirei a respingerlo.

«Anche incinta sei bellissima MaryJane...» sussurra, prima di farmi stendere sul divano con lui accanto.
In un attimo mi ha tolto quell'insulso pigiama ed io gli ho sfilato la giacca e la cravatta della società.
Quando sto per sbottonargli la camicia mi blocca le mani con una mano e con l'altra si abbassa il pantalone e dopo mi sposta gli slip per poi entrarmi dentro.

So per certo che se non fossi incinta avrebbe usato molta più forza.
Non c'è niente di tenero in ciò che facciamo e, dopo essersi svuotato dentro di me, si toglie e sale in camera.

Questo suo comportamento mi fa sentire vuota ed usata, una piccola fitta mi attraversa il ventre ma non ci do peso, vado in bagno per farmi una doccia e quando esco sento la porta di casa sbattere, segno che Leonardo è andato via.

Colpa mia e della mia stramaledetta esuberanza.

Pov. Bonucci

Non riuscivo a stare in casa un secondo di più, non dopo quello che ho fatto almeno.
Sono così nervoso per queste partite che vanno male e ci si mette anche Maria con il suo tifo sfegatato per l'Inter, eppure lo sapevo che era così.

Oggi poi, quel cartellino non ci voleva minimamente e quel pareggio all'ultimo è stato un colpo basso, perfino il portiere ci fa goal, a noi, che siamo la squadra con più titolo europei qui in Italia.

Possibile che il Milan vinca solo senza di me?

Batto più volte un pugno sul volante, dovevo fare un giro per calmarmi ma niente, ogni cosa mi rende più nervoso, neanche scopare mi aiuta più.
E so che non mi dovevo sfogare su Maria, è incinta e determinate cose non vanno bene, fare sesso si, almeno fino al settimo mese, ma usarla per sfogo no...

Butto la testa all'indietro, non vedo l'ora che nasca quel fagiolino come lo chiama lei. So già che prenderà il tifo della mamma, fin dalla pancia gli fa ascoltare l'inno dell'Inter, è predestinato.

Abbiamo pensato ai nomi qualche giorno fa, ha detto maschio o femmina che sia vuole chiamarlo Andrea, io volevo dargli un nome con la L o la M ma lei ha detto no. «Quella è una cosa che avete scelto tu e Martina, ed io non sono Martina ha detto rabbuiandosi, non le posso dire nulla, ha ragione: lei non è Martina e non lo sarà mai.

Mi mancano i miei figli, a volte mi manca lei, anche se con Maria mi trovo bene, ma dieci anni di differenza si fanno sentire tutti: negli atteggiamenti, nei ragionamenti, nei modi di fare. Maria è ancora bambina, una bellissima ragazza che gioca a fare la donna. Spero che fagiolino la faccia crescere, perché io a crescere quattro bambini non ce la farei.
Mentre Martina, lei è donna, matura, una femmina alpha in tutto e per tutto, è stata la mia complice e la mia metà per così tanto tempo che è impossibile per me dimenticarla.

Chiudo gli occhi e accendo, dopo poco, la macchina, so dove andare e solo il pensiero mi porta tranquillità e mi fa sorride.

Ho trovato un po' di pace nel mio caos interiore.

Challenge for Us || Leonardo BonucciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora