9-L'aiuto

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Andrea sorrise, mentre chiudeva il libro e lo posava sul tavolo davanti a lui.
Sapeva che prima o poi sarebbe venuto da lui, e non gli dispiaceva fossero passate solo un paio di ore.
Ormai era mattina, ed era convinto che nessuno avesse potuto disturbarti a quell'ora.

-Quindi alla fine è stata la preda a cercare il predatore- Disse ghignando, non staccando gli occhi da Giovanni, che sembrava soffrire. -Cosa posso fare per te?-

-Aiutami... fa male...- caddè in ginocchio, mentre alcune lacrime scesero dal suo viso - Mi manca qualcosa... ma non so cosa...-

Andrea si alzò ridacchiando, avvicinandosi poi a lui lentamente, deciso a farlo soffrire ancora un po'.
La cosa sarebbe stata più divertente.
Vedere la supplica silenziosa negli occhi dei mortali era esilarante.

-Non sai cosa? Poverino...- sussurò, prendendolo in giro -È questo che ti manca- portò un dito sulle labbra, indicando uno dei canini.

-Com'è possibile...?-

-Tu hai solo bisogno di veleno- spiegò alzando le spalle- Ogni vampiro quando morde un essere vivente inietta una piccola dose di veleno, capace di far stare ferma la vittima e darci il tempo di nutrirci.
Però noi purosangue siamo avvantaggiati, perché il nostro veleno è come una droga, le vittime ne richiedono sempre di più.
O almeno, questo finché non finiscono dissanguate e diventano come noi-

Tremando, Giovanni si alzò in piedi, stringendo poi il suo corpo al vampiro.
Lui ne aveva davvero bisogno, controllarsi gli era quasi impossibile.
Abbassò la testa, non volendo guardare il possessore di quei meravigliosi occhi rossi.

-Quando ho ricevuto il tuo veleno?- sussurrò, stringendo poi i pugni.

-L'altra sera. E ne hai ricevuto anche un bel po'- sorrise, divertito dalla situazione.

Alzò lo sguardo supplicante.
Non voleva farlo vincere, ma non avrebbe sopportato a lungo quella sensazione.

-Bene allora... mordimi- sussurrò ansiamante - fallo smettere...-

Andrea rise a quelle parole, e rimase immobile, fissandolo.
Capiva che il dolore nell'altro stava aumentando, e la cosa continuava ad essere interessante.
Aveva già avuto esperienze simili con esseri umani, di ogni sesso, ma mai aveva perso il controllo con uno di essi.
La voglia di sangue non lo aveva mai posseduto in quel modo, anche quando non mangiava da giorni.
Ma era bastato vedere un graffio sulla mano di un moccioso per fargli perdere completamente la testa.
Tutto ciò era curioso.
Con delicatezza, afferrò il suo mento, accarezzando le sue labbra con il pollice.

-Non basta- sussurrò poggiando la fronte sulla sua-Voglio sentirti supplicare-

-Ti prego...- deglutì a fatica -Voglio essere morso da te... voglio sentirti- sussurrò ansimante -Ti scongiuro, non lo sopporto più...-

-Mh... continua...-

-Voglio che tu mi faccia sentire bene... ti prego...-

Il vampiro sorrise leggermente, quando notò che l'altro stava provando a eliminare la distanza tra le loro labbra.
Sospirò, decidendo poi di non farlo più aspettare.
Velocemente, lo attirò a se, unendo le loro labbra.
Non c'erano però sentimenti in quel gesto, solo un bisogno da parte di entrambi.
Era un semplice scontrarsi di labbra, che però portò Giovanni a mugulare in approvazione.
Ma l'obbiettivo di entrambi era un altro.
I baci di Andrea cominciarono a scendere, passando dalla mandibola fino al collo.
Lì, lasciò qualche succhiotto, mentre l'altro non tratteneva i versi.
Nonostante il grande piacere che gli stava dando, sapeva che tutta la sofferenza non era sparita.
E c'era un solo modo per farlo.
Con i canini, penentrò nella carne dell'altro, che intanto stava stringendo gli occhi, tremando.
Quando riconobbe il sapore da lui adorato del sangue, sorrise leggermente, stringendo ancora di più il ragazzo.
Intanto, Giovanni, come era successo la volta precedente con Matteo, aveva smesso di pensare.
Il dolore si stava lentamente dissolvendo, come la percezione della realtà.
Ormai non capiva più quello che stava succendendo, semplicemente si lasciava trasportare dalle sensazioni.
L'unica cosa che riuscì a sentire dopo minuti, era la calda superfice del divano, dove Andrea lo aveva disteso.
Aprendo gli occhi, si rese conto che tutto intorno a lui girava leggermente.

-Andrea...- sussurrò, cercandolo con lo sguardo.

-Sono qui- mormorò, mettendosi a cavalcioni sopra di lui, con un sorriso sulle labbra.

Con delicatezza, spogliò Giovanni della sua felpa, cominciando poi a lasciare baci su tutto il suo petto, beandosi dei versi che intanto gli faceva produrre.
Scendendo sempre di più, arrivò ai suoi pantaloni, che tirò giù insieme ai boxer, leccandosi le labbra.
Tornò poi su, lasciando un altro bacio sulle labbra di Giovanni, mentre accarezzava la sua gamba.

-I-Io sono... vergine- sussurrò, non staccandosi da lui.

Andrea rise, lasciando poi un morso sull'intero coscia di Giovanni, che chiuse nuovamente gli occhi.
Avrebbe dovuto fargli male, eppure mandava scariche di pura elettricità lungo tutto il suo corpo.
Quando ebbe finito il suo lavoro, Andrea leccò con delicatezza il sangue che colava dai fori.

-Oh... questo è quello che credi tu- sorrise, e senza preavviso infilò un dito nella sua apertura. -Io la definirei la tua prima volta da cosciente-

Giovanni, si mise una mano sopra la bocca, per trattenere i versi.
Era felice di non essere perfettamente cosciente, perché il dolore era attutito.
Ma era comunque percepibile.
Andrea cominciò a muovere il dito, infilandone poi un altro quando capì che si era abituato.
Solo dopo qualche minuto, quando fu sicuro che fosse pronto, decise di andare avanti.
Levando i pantaloni e i boxer con un unico gesto, si avvicinò al viso di Giovanni.

-Ti p-prego... fa piano...-

Il vampiro ghignò leggermente, entrando poi dentro di lui lentamente.
Anche se non lo avrebbe ammesso, non voleva fargli troppo male.
Giovanni strizzo gli occhi ed emise un urletto, mentre portava le mani sulle spalle di Andrea.
Com'era successo precedentemente, aspettò un paio di minuti prima di cominciare a muoversi.
Il ragazzo sotto di lui, cominciò pian piano a rilassarsi, emettendo gemiti che lo fecero sorridere.
Quando Giovanni graffiò leggermente le sue spalle, sbuffò leggermente, bloccandogli i polsi accanto alla testa.
Doveva ammettere che in quel modo gli piaceva molto di più.
Infondo lui amava essere il dominante.
Intanto Giovanni aveva smesso di trattenersi in ogni senso.
Non aveva mai provato un piacere così grande, che mischiate all'estasi del veleno lo facevano sentire su un altro pianeta.
Non riuscì a capire quanto tempo passò, prima che con un gemito più acuto, raggiunse l'apice del piacere, sentendo che il vampiro aveva fatto lo stesso dentro di lui.
Quando aprì gli occhi, si fermò a guardare Andrea, aspettando che il suo respiro si calmasse.

Blood fault ||Camperkiller||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora