19-Senza alternative

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-Abbiamo bisogno di un piano- mormorò Andrea, mentre camminava avanti e indietro per il salone.

Ora che erano rimasti soli, avevano la possibilità per discutere sul da farsi.
Andrea aveva molti piani nella sua mente, me nessuno di questi sembrava fattibile.

-Il problema numero uno è trovare un modo per entrare nella casa- disse Matteo, poggiando la schiena contro il muro -La porta sul retro?-

-No, Billy avrà sicuramente diversi vampiri a guardia delle porte.

-Io...- sussurrò Pietro, bloccandosi subito dopo.

Aveva paura di dire qualcosa di stupido o inutile come faceva sempre.
Non voleva più essere preso in giro, era stufo.

-Tu?- Lo spronò Andrea, senza risultati.

Il vampiro dagli occhi verdi si avvicinò all'amico, poggiandogli le mani sulle spalle con fare rassicurante.
Conosceva bene il suo carattere, aveva soltanto bisogno di un sostegno.

-In questo momento, anche la più piccola delle informazioni può fare la differenza- Disse Andrea sorridendo -Non importa se ciò che dirai sarà sbagliato, ho bisogno di sapere.-

Pietro allora sorrise leggermente, annuendo.

-Io conosco una ragazza... in quel clan...che forse può aiutarci- sussurrò intimorito.

-Una ragazza?- chiese confuso Andrea.

-La conosci bene anche tu...- si stava improvvisamente trattenendo dal ridere.

In quel momento un pensiero colpì Andrea.
Era l'idea più malsana che potesse mai venirgli in mente.
Indietreggiò lentamente, guardando prima Pietro e poi Matteo, che sorridevano.

-Non se ne parla nemmeno! Ecco, hai detto una cosa sbagliatissima!-urlò, facendo cenno di no con la testa.

-Non hai alternative- alzò le spalle Matteo -Vuoi salvarlo o no?-

-No! Cioè... si... ma non con lei- incrociò le braccia, fulminando con lo sguardo Matteo.

-Niente ma Andrea- si impose finalmente Pietro -Non sarà niente di ché.-

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-Senti cosetta, non ti chiederò mai più nulla-

Andrea sbuffò, mentre rigirava tra le mani la sua tazza di sangue, che gli era stata gentilmente offerta.
Non ne capì il motivo, ma ebbe un brivido quando appurò che fosse umano.
Odiava Pietro con tutto il cuore per quello che gli stava facendo fare, ma, era d'accordo con gli altri che era l'unica opzione. 
Almeno era stata così cortese da farlo accomodare su una poltrona.
Intanto la ragazza lo guardava con sguardo sognante e sorriso furbo.

-Che cosa ci guadagno io?- chiese, mentre portava una mano ad accarezzare i capelli del vampiro, gesto che lo irritò non poco.

-Tu distrai l'attenzione dalla porta d'ingresso-  Disse mentre spingeva via la sua mano -In cambio... saprò come ricompensarti-

La vampira prese un respiro profondo, mentre un altro sorso di sangue riempì la sua bocca.
Era certamente una scelta difficile.
Tradire il clan, o deludere l'amore della sua vita?

-Perché vuoi entrare nella Villa?-

-Top secret- alzò la mano in sua difesa Andrea -Non posso divulgare informazioni. Erica, ho davvero bisogno del tuo aiuto-

Erica si grattò la nuca, confusa dalla situazione.

-Come puoi pretendere che ti aiuti se nemmeno ne conosco il motivo della tua richiesta?-

-Se ti fidi di me, dovresti farlo-

Era strano come una ragazza dall'aspetto così innocente potesse essere così maliziosa.
Poggiando le mani sulle cosce di Andrea, si sporse in avanti, in modo da lasciar intravedere un po' del suo petto.

-Sai bene cosa voglio in cambio di questo favore-

Andrea spalancò leggermente gli occhi, mentre cercava di non abbassare lo sguardo.
Aveva obbiettivi prioritari, e si sarebbe sentito in colpa nel fare qualcosa alle spalle di Giovanni.

-Non ora- bisbigliò, mentre si alzava, allontanandola con delicatezza -Appena tutto sarà concluso, forse-

-Forse? Andrea! Pretendo una ricompensa degna! Tu vorresti che io ti aiuti dopo quello che mi hai fatto?! Mi hai trasformata e abbandonata come se fossi un giocattolo!-

-E mi spiace per questo. Per quanto riguarda la ricompensa, la avrai. Se davvero mi ami ancora, aiutami-

Sbuffando, la ragazza incrociò le braccia.

-Sei davvero un rompiscatole...-

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Giovanni diede un pugno al cuscino, mentre piangeva come mai aveva fatto in vita sua.
Andrea gli aveva mentito. Non era venuto a prenderlo.
Erano passati diversi giorni, e ancora lui era chiuso lì,  in balia di quel pazzo.
Aveva forse fatto male a fidarsi di lui?
Eppure pensava che ci fosse qualcosa di serio tra loro.
Che illuso che era.
Doveva immaginarlo che era stato solo uno svago. Di certo non avrebbe rischiato la vita per lui.
Avrebbe forse dovuto salvarsi da solo?
Osservò attentamente il letto.
Era di legno, e forse avrebbe potuto staccarne un pezzo.
Immediatamente gli venne un idea...

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-Hey, piccolo, scusa se oggi non sono venuto. Ero parecchio impegnato-

Billy era appena entrato nella stanza, osservando poi la figura sotto le coperte.
Era adorabile come sempre.
Si mise a gattoni sopra di lui, guardando poi nei suoi meravigliosi occhi.

-Ma non preoccuparti piccolo... ora recuperiamo-

Quasi famelicamente, prese a lasciare baci sul suo collo, mentre Giovanni rimaneva immobile.

-Te lo ripeterò un ultima volta... lasciami andare...-

-Piccolo, non fare lo stupido- sorrise mentre lasciava un ennesimo succhiotto sulla sua proprietà.

-Bene...- sussurrò Giovanni, mettendo una mano sotto il cuscino.

Da lì, tirò fuori un pezzo di legno appuntito.
Fin da piccolo aveva sempre pensato di non essere capace di uccidere qualcuno, ma la vita portava cambiamenti continui.
La mano era perfettamente ferma, la mente era fredda e concentrata.
Era tutto perfettamente calcolato.
Tra poco sarebbe stato libero.
Con una forza che non credeva di possedere, spinse in avanti il legno, deciso a colpirlo al centro del cuore.
Non meritava altro che questo, la morte.
Solo una cosa Giovanni non aveva calcolato.
I riflessi da vampiro.
Con un urlo da parte di Billy, il legno si conficcò sulla sua spalla, mentre il ragazzo si allontanava in fretta da lui, verso la porta rimasta aperta.
Senza perdere tempo si precipitò fuori, non curante del fatto che sarebbe stato ucciso dagli altri vampiri.
Voleva solo la libertà.
Ma era impossibile mettersi contro un essere superiore.
Fu subito raggiunto, e il suo polso si ritrovò in una salda e fredda presa.

-Tu...- ringhiò Billy, mentre lo strattonava.

Giovanni spalancò gli occhi quando vide che la sua ferita stava già guarendo.
In mano, Billy stringeva il pezzo di legno che prima lo aveva ferito.

-Non mi importa di te... troverò altre puttane- gli urlò contro, mentre alzava la mano armata, preso dalla rabbia.

Quando il ragazzo capì cosa volesse fare, tentò in tutti i modi di liberarsi dalla presa, ma fu tutto vano.
Sentì solo un urlo, ma tutto appariva indistinto.
Sembrava che il tempo si fosse fermato.
Vide il braccio di Billy abbassarsi, deciso a colpire l'unica parte del corpo del ragazzo che non aveva mai posseduto.
Il cuore.
La mente di Giovanni si liberò improvvisamente da tutti i pensieri.
Morendo, tutte le sofferenze sarebbero finite.
Tutto sarebbe andato come doveva essere.
Però non sentì dolore, invece, vide una sostanza rossa schizzargli sopra il corpo.
Inizialmente non ne capì il motivo, ma alzando la testa, rimase scioccato.
Qualcuno si era messo in mezzo, facendogli da scudo con il suo proprio corpo.
Quel qualcuno, urlò, chiudendo poi gli occhi e cadendo a terra, con ancora il legno infilzato al centro del petto.

Blood fault ||Camperkiller||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora