13-Scelta

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I giorni continuavano a passare, e le condizioni di Giovanni continuavano a peggiorare.
Richiedeva dosi sempre maggiori di veleno, e il suo corpo si stava palesemente indebolendo.
Invano Pietro lo aveva quasi supplicato di smettere.
Lui continuava sempre a tentare Andrea, arrivando persino a costringerlo a morderlo, aumentando il senso di colpa del vampiro.
In quel momento, erano entrambi in intimo, distesi sul letto.
Giovanni dormiva beatamente appoggiato al petto di Andrea, mentre quest'ultimo accarezzava distrattamente i suoi capelli.
Vederlo in quelle condizioni lo faceva stare male.
Era pallido, e delle profonde occhiaie circondavano i suoi occhi.
E la cosa peggiore era che lui lo stava riducendo in quello stato.

-Sei proprio un moccioso testardo...- sussurrò poggiandogli un leggero bacio sulla fronte, e stringendolo a se.

Nonostante le sue condizioni pessime, però, il vampiro lo trovava davvero tenero mentre dormiva.
Era rimasto a guardarlo da quando si era addormentato.
I suoi pensieri furono distratti quando la porta della camera si aprì, lasciando entrare un Federico furente.

-Sei un coglione- quasi urlò Federico, non accorgendosi della situazione.

-Sssh!- Andrea indicò con la testa il ragazzo dormiente sopra di lui -Non fare casino idiota.-

Federico sbattè le palpebre qualche secondo, confuso dalla situazione, poi scosse la testa.

-Tu lo ami e continui a fargli questo- sussurrò, guardandolo negli occhi.

Andrea sussultò leggermente a quelle parole, fulminando poi con lo sguardo Federico.

-Per prima cosa non lo amo- mantenne il tono basso il vampiro, mentre Federico alzava un sopracciglio -Secondo, è lui che continua. Io non vorrei. Terzo, fatti i cazzi tuoi.-

-Non mi faccio i cazzi miei! Stai facendo del male ad entrambi!- strinse i pugni - Cosa sei? Un bambino per caso? Non dare sempre la colpa agli altri e prenditi le tue responsabilità-

Andrea aprì la bocca per rispondere, ma quando sentì Giovanni mugulare nel sonno, si limitò a stringerlo ancora di più a se, sorridendo.
Questo gesto lo faceva stare bene, perché si era imposto che finché il ragazzo sarebbe stato stretto fra sue braccia, nulla avrebbe potuto fargli del male.
Si era imposto di proteggerlo.
Federico sussultò vedendo il comportamento di Andrea.
Non aveva mai fatto nulla di simile con nessun umano.

-Andrea...- sussurrò,  abbassando lo sguardo -Riflettici bene, ok?-

Andò via senza che l'altro potesse rispondere.
Perché erano tutti così straniti dal suo comportamento?
Infondo non stava facendo nulla di male.
Dovette aspettare ancora qualche ora, prima che Giovanni si decidesse a svegliarsi.
Dopo aver sbadigliato, aprì gli occhi, puntandoli sul vampiro, sorridendo  leggermente.

-Dormito bene, principessa?- come al solito, lo infastidì un po'.

-Abbastanza.- mormorò l'altro, sedendosi -Un po' al freddo, ma va bene-

-La prossima volta allora portati a letto un termosifone-si finse offeso, incrociando le braccia. -Io... ho bisogno di parlarti- disse poi tutto d'un fiato.

Giovanni alzò un sopracciglio, leggermente confuso.

-Ti andrebbe... un...- sussurrò, abbassando lo sguardo.

Era la prima volta che si sentiva davvero imbarazzato.

-Un?- Giovanni provò ad incitarlo, senza però attirare la sua attenzione.

"Appuntamento".
Era una parola tanto difficile da dire?
Evidentemente si.

-Un uscita... magari andiamo in giardino- disse infine Andrea, insoddisfatto della sua risposta -Tanto sono ancora le tre, non dovrei morire- alzò ironicamente le spalle.

Giovanni sorrise, annuendo leggermente.

-Se non mi prendi fuoco davanti agli occhi, d'accordo-

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-È bellissimo- sussurrò Giovanni, mentre Andrea lo aiutava a sedersi sull'erba. -Quando sono in città non riesco mai a vedere le stelle così bene-

-No?-

-Proprio per niente-

Per tutto il tempo, Andrea aveva dovuto reggere il ragazzo per non farlo cadere.
Ora erano seduti in giardino, mentre guardavano il cielo.
L'assenza di contatto visivo, rendeva tutto più facile ad Andrea.

-Di cosa dovevi parlarmi? - disse poi, dopo lunghissimi minuti di silenzio.

Andrea prese un respiro profondo, strappando poi qualche filo d'erba, e usandoli come antistress.

-Stavo pensando che in questi giorni ci siamo avvicinati parecchio...- sussurrò, deciso a non guardare Giovanni.

-Si, è vero.-

-E... mi sono reso conto che provo qualcosa di nuovo per me... è difficile-  si fermò poi improvvisamente.

Giovanni ridacchiò, afferrando poi la sua mano.

-È vero. Anch'io non ho mai provato nulla di simile.- disse guardandolo finalmente negli occhi-Ormai tu e Pietro siete come fratelli per me-

In quel momento, tutte le speranze di Andrea furono distrutte.
Tutti i sogni, tutti i desideri,  tutto.
Lasciarono spazio semplicemente ad un cuore frantumato.
Girandosi verso di lui, Giovanni rimase confuso dalla reazione del vampiro.
Nei suoi occhi poteva vedere forse... delusione? Tristezza?
Non lo aveva mai visto così.

-Lo stesso per me- mentì spudoratamente -Per questo ho preso una decisione.-

-Mh?- inclinò leggermente la testa Giovanni.

-Da me non riceverai mai più un singolo morso-

Blood fault ||Camperkiller||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora