25.

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Pov's Abigail

Il tempo si bloccò improvvisamente, almeno per me; sapevo benissimo che sarebbe scoppiata una rissa tra Cole e Jordan ed io e lui avremo litigato per le sue solite scenate.
Cole rimase lì sullo stipite della porta senza proferire parola, ma spostava lo sguardo da me a Jordan facendo un sorrisetto che non prometteva nulla di buono
«e quindi adesso siete amici giusti?» chiese ad un certo punto Cole sempre con quello strano sorriso in faccia
«Cole io...» iniziai a dire ma venni interrotta da Jordan che si alzò in piedi, molto probabilmente per intimorire un po' Cole ma ovviamente fece una mossa scontata, almeno per Cole che si mise a sghignazzare
«Cole togliti quel sorrisetto dalla faccia, abbiamo solo parlato e ci siamo chiariti, siamo amici ora» disse Jordan facendosi avanti verso il mio ragazzo
«e se a me non stesse bene?» chiede con tono minaccioso Cole
«dovremmo risolvere la questione alla vecchia maniera» disse Jordan fulminando Cole con lo sguardo
«non ho paura di te» disse Cole
«nemmeno io di te Smith»
«adesso mi chiami pure per cognome? Siamo tornati alle medie? Adesso mi vuoi dire che non sei più mio amico e che glielo vai a dire al tuo paparino?» rise Cole
«io non sono te Cole, io so sbrigarmi queste questioni da solo senza chiamare mio padre» disse Jordan provocandolo e prima che la situazione finisca male decisi di intervenire
«adesso basta...Jordan è il caso che tu vada a casa qui ce la faccio benissimo da sola» dissi facendo girare entrambi verso di me
«okay se hai bisogno chiamami, il mio numero ce l'hai» disse lasciandomi un bacio sulla guancia, cosa che fece innervosire molto Cole e poi se ne andò sfiorando la spalla al mio ragazzo.
Lui guardò per qualche secondo a terra stringendo i pugni, poi alzò lo sguardo lentamente verso di me e giuro non lo avevo mai visto così, mi intimoriva a dirla tutta.
«cosa ti avevo detto stamattina?» disse cercando di trattenere la rabbia
«di stare lontana da Jordan ma io...»
«niente ma...perchè l'hai fatto? Non mi posso neanche allontanare un secondo da te che subito ti porti in casa il tuo ex!?» urlò furioso avvicinandosi a me
«Cole dovevo chiarire con lui, doveva sapere come era andata tra di noi, come e quando fosse iniziata...aveva il diritto di sapere» risposi ancora con tono tranquillo, ma il suo atteggiamento mi faceva innervosire
«ma cosa cazzo gli interessa me lo spieghi!? Tu stai con me e vi siete lasciati fine della storia!» urlò
«è il tuo migliore amico ed era il mio ragazzo...lo abbiamo tradito, aveva il dovere di sapere»alzai la voce
«dovevi stare lontano da lui ugualmente!»
«io non prendo ordini da te chiaro? Se non capisci questo, come facciamo a dirci sempre tutto? Non prenderò mai ordini da te, se non accetti il fatto che io sia sua amica allora lasciami» dissi alzandomi dal letto e andando a un censimento dalle sue labbra.
Ci guardammo per dei minuti che sembravano infiniti, prima guardava me e poi le mie labbra, cosa che feci anche io con lui.
Dopo poco ci attaccammo entrambi alla bocca dell'altro con così tanta foga che a momenti mi avrebbe spezzato un labbro.
Le nostre lingue danzavano e si esploravano per l'ennesima volta e risentire il mix tra menta e fumo non mi dispiaceva per niente.
Mi sollevò dalle cosce facendo in modo che io attaccassi le gambe alla sua vita.
Mi buttò sul letto e lui arrivò un secondo dopo di me.
Mi iniziò a baciare la mascella, per poi scendere fino al collo proprio nel punto più sensibile, ossia dove passa la giugulare ed iniziò a succhiare con forza provocandomi un po' di dolore visto che stava succhiando anche sopra i nervi, ma anche tanta eccitazione.
Le sue mani si posarono sui miei fianchi,che muovevo contro di lui e iniziai a sentire qualcosa di duro premermi sull' inguine.
Si staccò da me con dolcezza e si tolse la maglietta facendola cadere a terra, dove poco dopo si ritrovarono pure la mia di t-shit e i miei jeans.
Mi mise una coscia tra le gambe e, anche se ci erano di mezzo la mie mutandine e i suoi jeans, arrivò il sollievo che stavo cercando.
Cole si sollevò sui gomiti e mi scrutò dall'alto, con occhi socchiusi e le labbra gonfie di baci
«Cole perchè ti sei fermato?» chiesi
«perché? Vuoi di più?» chiede malizioso aspettando la mia risposta
«si» sussurrai facendolo sorridere, poi rotolò su un fianco e mi fece scivolare una mano tra le gambe.
Mi fece l'effetto di un'onda d'urto, ma poi la ritolse quasi un secondo dopo
«ti va bene?» chiese divertito ed io lo fulminai facendogli comparire il suo meraviglioso sorriso sulle labbra prima che il suo sguardo si infiammi di nuovo.
Di scatto mi tolse le mutandine, si rimise sopra di me e infilò velocemente tre dita in me facendomi sobbalzare dall'eccitazione e dalla sorpresa.
Le nostre bocche entrarono in collisione per l'ennesima volta e provocai un gemito a Cole quando inarcai la schiena per strusciarmi su di lui e far entrare ancora di più le sue dita, che tolse dopo qualche minuto.
Incollò le sue labbra al mio collo, lo baciava e lo succhiava mentre si muoveva contro di me.
Iniziò a scendere lasciandomi una scia di baci umidi sul petto fino ai seni.
Quando assaggiò il mio capezzolo mi sento mancare e smetto del tutto di respirare.
Lui se ne accorse e sorride iniziando a scendere verso il ventre fino a che non ritornò sul mio punto più sensibile, dove, oltre alle dita, iniziò a fare dei cerchi con la lingua.
Stavo per raggiungere l'orgasmo e appena lui se ne accorse si staccò ed io lo iniziai a guardare con uno sguardo indagatore
«beh? Mi hai fatto arrabbiare non ti meriti che io ti faccia finire» disse sedendosi di fianco a me
«sei uno stronzo» dissi e mi alzai per prendere un intimo nuovo e poi mi venne un'idea: se lui voleva fare lo stronzo io avrei fatto la stessa cosa.
Per prendere l'intimo nell'ultimo cassetto, mi piegai a novanta e mentre cercavo un paio di mutandine feci oscillare i fianchi, cosa che fece muove anche il mio sedere
«mi stai provocando?» chiese divertito
«no ma ti pare? Preferisci mutandine trasparenti in pizzo rosso o fucsia? Meglio rosse dai» dissi prendendole e con tanta delicatezza infilai una gamba e poi l'altra
«Amore mi dai una mano a tirarle su? Sai mi fa un po' male la schiena» dissi maliziosa.
Lui non rispose ma con un sorrisetto impertinente sul volto venne verso di me, per poi inginocchiandosi ai miei piedi.
Le iniziò a tirare su con tanta lentezza provocandomi vari brividi fino a che non me le mise del tutto per poi alzarsi in piedi
«contenta?»
«tanto» dissi sorridendogli e andando verso il letto, ma prima lui mi tirò uno botta sul sedere, provocandomi un urlo che fece ridere entrambi.
Per il resto della giornata la passammo a farci eccitare a vicenda,a farci scherzi e guardarci alcuni vecchi film, fino alla sera dove lui rimase a cena ma poi se ne andò.

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