2 capitolo

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Ritorno nella sua stanza.

Che cosa deve fare Noah?

Questa domanda è uscita dalle labbra pochi secondi fa e già mi tormenta l'anima, cosa? Cosa? Cosa intendeva?

Sento la porta scricchiolare, mi giro e lo guardo, lui si avvicina a passo felpato, prende la mia testa fra le mani e mi bacia, le mie dita scorrono fra i suoi capelli neri e morbidi, le sue mani scendono sempre più permettendomi di incrociare le mie gambe alla sua vita.

Il nostro bacio diventa sempre più bisognoso, io ho bisogno di lui come la mia stessa aria, senza di lui muoio.

La magia finisce in un secondo quando lui si allontana e dice
«Soraya forza vai a casa che è tardi» lo guardo, vorrei dirgli delle cose, ma mi zittisco e lo saluto con un abbraccio.

Passo davanti il divano in cui era seduta un po' di minuti fa la famiglia di Noah.

Apro il portone, lo chiudo piano e scappo dalla paura.
Corro come se qualcuno mi inseguisse, mi fermo di colpo, il mio lupo ulula, mi comanda di trasformarmi, ora, subito, in effetti potrei, ma qualcosa mi blocca, una cosa troppo forte.

Riprendo la mia  folle corsa verso la casa dove getterò delle lacrime, il cuore mi batte lentamente e poi velocemente, il vento scompiglia i miei capelli lunghi fino al sedere.
Faccio dei respiri profondi, il primo, il secondo e così via.

Come è facile pensare alla morte, mentre pensare alla vita è molto più difficile, ma questo non è plausibile, mi ricordo delle parole di mia madre, avevo tre anni e lei mi disse
"Soraya mai morire dentro" e queste parole sono molto importanti per me.

Non mi ricordo mia madre fisicamente, non mi ricordo quasi nulla né di lei che né di mio padre e questo mi affligge, ho solo delle foto sfocate, in cui non si vede un granché, ma devo essere più forte io di tutte le mie insicurezze, li devo abbattere respiro dopo respiro.

Busso al portone di legno di quercia e ad aprirmi viene mio zio Arthur che mi guarda in modo strano.

«Tesoro lo sai che devi staccare i rapporti con tutti, ripeto tutti? Lo sai che sei promessa sposa»disse come se fosse consapevole.

Lì il mio cuore divenne sempre più potente e i miei muscoli si tesero involontariamente.

«Zio certo che non devo spezzare i rapporti con nessuno, io non ho nessun rapporto oltre che con voi»dico, mi sento una bugiarda, ma lo faccio per Noah, lo faccio per me, per la sua famiglia, per il mio cuore che non reggerebbe se perdessi Noah.

«Perfetto, allora ti ho detto tutto, la cena è alle otto in punto, vestiti bene abbiamo ospiti»dice sempre con il suo solito tono freddo, forse è meglio dire ghiacciato.

Non riesco ad estrapolare un filo di affetto nei miei confronti, ma non mi dovrei lamentare, mia zia Carmela, mi fa molto male chiamarli zii, quindi Arthur a Carmela non la tratta molto bene, la sgrida sempre e litigano sempre, sia quando ci sono io che quando non ci sono.

Sono come una tempesta che si può scatenare ovunque e in tutti momenti.

La promessa sposa dell'alpha.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora