16 capitolo

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La porta è chiusa a chiave.
A volte sono proprio ingenua, una ragazzina in preda agli ormoni, una ragazza che non si è mai sentita una donna, solo uno scarto della società, questo è quello che avrei detto qualche tempo fa, adesso no.

Io ora sona una donna che lotta per i propri ideali e nessuno ripeto nessuno può fermarla.
Ho capito che bisogna essere forti, razionali e qualche volta lasciarsi andare, ormai le cose sono cambiate, io sono cambiata.

Non mi incolperò di aver combinato un pasticcio, non mi incolperò per la mia vita.

Basta.

Guardo la camera più attentamente, noto una finestra che prima non avevo notato, mi avvicino ad essa, sposto le tende con un gesto fulmineo, i miei occhi si illuminano, davanti me si estende un'immensa foresta con degli alberi alti e forti, le loro chiome tendenti all'arancione, il sole sta sorgendo tiepido come è solito di inverno, le chiome ricoperte da neve, fredda, gelida.

Apro le vetrate della finestra e il vento gelido mi colpisce la faccia e un senso di libertà si espande dal cuore a tutto il corpo, mi richiude immediatamente fuori, la blocco per evitare che si riapra, poi salto.

L'aria riempie i miei polmoni, i miei capelli vanno in su a causa della forza di gravità.

Atterro e mi lascio cadere sulla morbida neve che mi accoglie fresca come se mi stesse aspettando da tempo.

Mi alzo da terra asciugandomi le mani sui miei indumenti, deambulo per la foresta, Maria starà dormendo e ancora non si sarà accorta della mia assenza.

Respiro pensando a cosa voglio, mi isolo spesso dal mondo per pensare, pensare e sviluppare le mie idee.

Raggiungo un lago, la superficie è ghiacciata, è tremendamente bello, l'atmosfera è tranquilla e il bubbolare del gufo sta scomparendo come la notte.

Non ho mai sciato, i miei zii odiano i laghi, il motivo? Non lo so neppure io, ma io sono fortemente attratta da loro.

Mi manca qualcuno, manca alla mia vita una presenza che ora è lontana, mi mancano i miei genitori, mi manca Noah.

Mi alzo, devo andare via, Maria si sarà svegliata.
A passo svelto cerco di ritornare a casa, mentre cammino perdo l'equilibrio e cado, credo di cadere sulla neve fredda, invece essa sprofonda sotto di me, il ghiaccio superficiale si spezza ed io cado dentro l'acqua ghiacciata, quando il mio corpo tiepido va a contatto con questo liquido così gelato credo di essermi dimenticata una parte di me, ma un'altra me ne sia salita a galla.

Una donna cerca di salvarsi, lotta contro le acque gelate.

Solo queste immagini passano per la mia mente, pochi secondi passano.

I miei muscoli si intorpidiscono, non eseguono i miei comandi, stanno semplicemente fermi, immobili.

I miei polmoni si riempiono di acqua, ma il mio cuore non molla, vuole ancora battere per una persona, Noah, non vuole morire, non vuole cessare di battere.
Con una bracciata risalgo a galla, difficile mantenere questa posizione non respirando bene.

Lo giuro, cerco di salvaguardare la mia vita, ma questa volta è impossibile.

Il mio corpo sprofonda, i miei capelli si disperdono nell'acqua, i miei muscoli rigidi perdono il loro sapere contrarsi, ma percepiscono qualcosa, delle mani callose.

La promessa sposa dell'alpha.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora