3 capitolo

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Mi distendo sul mio letto dal piumone arancione, morbido.

Guardo l'orologio, sono le sei di pomeriggio e fra due ore devo scendere.

Entro dentro la doccia e apro il getto di acqua calda, ma che dico, bollente, l'acqua scivola sulla mia pelle lasciando tracce rosse per l'alta temperatura.

Esco da essa, mi asciugo e vado nella mia stanza dove sul mio letto trovo un vestito, non ho proprio voglio di indossarlo, non oggi.

Indosso un paio di jeans e una maglietta, non voglio fare colpo sugli invitati, non voglio stare allo stesso tavolo di Arthur e Carmela, noi non mangiamo insieme mai, io per i fatti mie, loro per i suoi, solo con un'unica differenza: loro possono intromettersi nella mia vita, io no.

Scendo le scale e perfettamente passa Arthur, appena i nostri occhi si incontrano sale velocemente le scale, avvicina le sue labbra al mio orecchio e dice
«Vedi di metterti quel vestito, che così sembri un ragazzo, non sembri nemmeno donna, mi fai schifo»per poi guardarmi con uno sguardo deluso.

Corro nella mia stanza e sbatto la porta violentemente.
Non capisco cosa gli prende, tutta quella cattiveria da dove risale? Tutto il male che ha da offrirmi da dove proviene? Perché mi odia? Cosa gli avrò mai potuto fare?

Per evitare complicazione indosso il vestitino e mi trucco leggermente, di solito non mi perfora con le sue parole, ma sta volta ho abbassato la guardia e le parole hanno raggiunto il mio cuore prima che le potessi fermare.

Scendo gli scalini lentamente, sia perché voglio fare quest'azione con questa velocità sia per colpa dei tacchi scelti da mia "zia".

Gli scalini da percorrere sono terminati e mi dirigo verso il salone, varco la soglia della porta chiara e i miei occhi vagano per la stanza vuota a primo impatto, ma piena al secondo, gli ospiti sono seduti sul divano di pelle nera.

I miei occhi si incrociano con quelli di un ragazzo dai capelli rossi e occhi neri, continua a tenere lo sguardo incollato sul mio corpo e questo mi dà assai fastidio, poi vedo una donna dai capelli biondi e gli occhi verdi, mentre l'uomo non si volta, vedo solo i suoi capelli rossicci, niente di più.

«Soraya vieni qua»dice Carmela, mia zia.
Zitta vado verso di lei e in quei pochi centimetri le gambe si fanno sempre più pesanti a causa dello sguardo del ragazzo su di esse.

«Questa è Luana, Loris»dice mia zia indicando in fine il ragazzo che si ostina ancora a guardarmi.

Mia zia poi si volta verso l'uomo che parla silenziosamente con mio zio Arthur.

Luana richiama l'uomo
«Roberto»
il rossiccio si gira e mi guarda le sue iridi sono nere come quelle del figlio e mi fanno venire gli stessi brividi di quelli che mi provoca il sangue del suo sangue, sono lugubri.

Ci sediamo a tavola e mia zia alza i coperchi dei contenitori, dove si trovano pietanze deliziose.

Durante il pasto, i miei zii e gli ospiti parlano costantemente.

«Soraya giusto?»domanda il ragazzo rossiccio.
«Sì, tu Loris»dico,
«esatto»afferma.

Dopo una chiacchierata lunga delle ore,
ho scoperto con grande stupore che Loris, non è noioso e lugubre, ma è molto simpatico.

Mentre parliamo in tavola, i suoi capelli rossi oscillano frequentemente.
«Soraya? Andiamo e ci sediamo sul divano di pelle nera?»domanda e io annuisco con la testa.

Ci guardiamo negli occhi e gli domando
«Loris, cosa vuoi fare da grande?»
«Io già sono un soldato dell'alpha, ho ventiquattro anni»dice, lì il mio cuore cessa di battere, poi ricomincia a far scorrere il sangue più velocemente.

Il respiro diventa sempre più affannoso,
«Soraya tutto bene?»
domanda Loris con occhi curiosi.

Mi calmo, e regolo il mio respiro poi gli rispondo
«Sì sì, tutto bene»non è vero affatto.

«Ti sei agitata quando ho parlato del mio lavoro, c'è qualcosa che non va?»mi domanda,
«No, tutto bene, non ti preoccupare, mi capita di avere questi attacchi»dico, non è vero, sto mentendo ancora.

Ci guardiamo negli occhi e noto che non è molto convinto della mia risposta.

La promessa sposa dell'alpha.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora