31 capitolo

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Sento solo la mia carne lacerata, mi chiudo in una bolla, le grida giungono alle mie orecchie come suoni ovatti.
Il corpo vuole cedere, e le ginocchia toccano terra, il terriccio marroncino sporca i miei vestiti, l'odore di bagnato e di sangue arriva e si insinua nelle mie narici fino a farmi svenire.

La mia testa si spegne, nessuna luce da dove fuggire solo un buio profondo che ti strappa dalle braccia della vita.

Ad un tratto sento il mio cuore battere ferocemente come un toro in carica, i miei occhi sempre più propensi ad aprirsi, ma non possono, le palpebre sono troppo pesanti.

Rivedo piccole scintille, non so cosa siano, ma le seguo, mi dirigo verso una luce, così intensa quanto attraente, mi ispira qualcosa di buono, ma mi acceca con la sua intensità.

La palpebre si alleggeriscono, cominciavo ad avere impulsi fal mio corpo e lo feci.

Con un profondo respiro mi sollevo e apro gli occhi, l'aria mi sembra gelida non potendo passare per la gola.

Una forte luce puntata su me, ci volsero dei minuti perché io riuscissi a vedere nitido.

Sono su una lettiga bianca posta in una stanza, non so dove sono quindi cerco di alzarmi, ma qualcosa impedisce il compimento della mia azione essenziale per andarmene da questa stanza.
Quel qualcosa è un gesso alla gamba sinistra , la stessa che finì sotto la vettura quel giorno, il giorno dell'incidente...

Cerco di stirare i miei muscoli, ma un dolore lancinante alla schiena me lo impedisce, mi provoca un malessere enorme e così dalle mie labbra rosee e congelate esce un gemito di dolore.

«Non dovresti fare movimenti così bruschi»una voce roca e profonda giunge alle mie orecchie facendomi girare nuovamente in maniera inappropriata da farmi ancora del male.

«Ho detto che devi fare movimenti lenti»dice una voce maschile, le sue mani mi toccano i collo per sostenermi, ma questo tocco non fa altro che non piacermi.

Questa volta alzo lo sguardo lentamente e i miei occhi scorgono una figura alta e possente.

«Come ti chiami?»mi domanda, ma io non gli do nessuna risposta.

Questo mio non rispondere lo agita cosí da fargli spostare i suoi capelli biondo scuro dalla spalla, nega con la testa qualcosa che ai miei occhi è incomprensibile.

«Dovresti rispondere»dice più severo

Non so perché mi comporto così, ma non posso fare altro che seguire il mio istinto.

«È un ordine?»domando diretta senza giri di parole.

Acconsente con la testa, mentre i suoi occhi nocciola mi perforano e mi ricordano qualcuno.

Qualcuno che mi crea ancora molti dubbi, scavo nell'anima, ma niente non ricordo dove l'ho visto.

«Sei un alpha vero?»domando sicura della risposta che mi dovrà arrivare.

La sua  risata gli riscuote il possente petto.

« Alpha Dario, suo promesso sposo Soraya bella»dice guardandomi profondo, ma nei suoi occhi c'è qualche scintilla che mi fa mantenere un passo indietro.

«Allora sapevi il mio nome, ottimo»dico a mo' di minaccia a quanto pare non proprio intimidatoria, perchè non gli a fare nessun movimento nemmeno di un muscolo facciale.

Lui si avvicina sempre più e all'orecchio mi dice
«Cerca di scaldare il tuo cuore, perchè o vuoi o non vuoi è mio»

La promessa sposa dell'alpha.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora