39 capitolo

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La mia pelle si è fusa a quella di Noah, il mio corpo lo ha accettato nel miglior dei modi.
Il mio petto che oscilla in avanti e in indietro  permettendo alle mie costole di allargarsi per farmi arrivare quel poco di ossigeno che basta per farmi sopravvivere.
Sí esatto "sopravvivere" perché la mia. ita senza il proprio compagno è questa.

Il mio cuore piange lacrime di sangue amaro, lui non riesce a capire chi fosse il suo compagno, ma io e il mio corpo hanno già accattato Noah.
Ho paura.

Ho paura di portar via la mia lupa, non voglio darle la libertà di guardare degli uomini per individuare il suo compagno, smetterò di amare Noah e questo non può accadere, soprattutto ora che mi sono unita a lui.
Sia fisicamente, sia mentalmente, sia con l'anima.

Sono sopra di lui, il mio petto è a stretto contatto con la sua schiena, i miei capelli neri so confondono con i suoi corti, le nostre mani ancora intrecciate da ieri sera.

Tutti i ricordi brutti, le consapevolezza di una vita sbagliata ieri erano state cancellate dal mio modo di vivere .

Senza Noah potrei morire.
Di certo non morirebbe il mio corpo, ma morirei nell'anima, fa ancora più male, come quelle parole che una volta varcate una soglia di denti, diventano l'arma più micidiale che possano usare gli uomini.

Il suo respiro irregolare mi riporta nella vita reale, quella che fa tanto male.

Mi spunta un leggero sorriso, sempre che lui non dia mai stato in mezzo ad uno scontro, dove esseri uccidono altri esseri, sembra che lui non sia stato fatto per la guerra, per lottare, per vedere gocce di sangue scorrere su corpi a terra inermi che magari avevano una famiglia, che magari amavano la vita.

«So che sei sveglio!» dico con la voce sul punto di una risata.

Lui apre prima un occhi e poi un altro, i miei occhi saettano nei suoi, dentro.

«Te ne sei accorta?»domanda.

Mi scosta leggermente e quel secondo lontano da lui mi fece male come se dei chiodi oltrepassassero il tuo derma.

Lui mi stringe possessivo e scostandomi i capelli sicuramente scompigliati mi bacia e io lo seguo.

«Stai bene?»domanda all'improvviso .

«Sì... ehm, perché?»dico non sapendo a cosa si stia riferendo.

«Era la tua prima volta e...»dice mentre si gratta imbarazzato la testa.

Sento una sensazione di calore salire e arrivarmi alle guance.

Mi getto sul suo petto, sono imbarazzata.

Dopo dei secondo di silenzio il suo corpo si riscuote in una fragorosa risata.

Io lo guardo male e dico
«Non ridere!»dandogli dei colpetti sul suo petto abbastanza muscoloso.

Io suo respiro si blocca per qualche secondo e nella mia testa riecheggiano milioni di domande che trovano risposta successivamente.

Dei rombati giungono alle mie orecchie come scariche elettriche.

Subito ci alziamo dal letto e con fatica ci vestiamo.

«Soraya dai, dobbiamo andarcene subito»dice s mi afferra la mano.

Corriamo verso l'unica finestra, guardo giù non è molto alto.

Mi prende a mo' di sposa e ci gettiamo.

Non capisco niente fino a quando lui non inizia a correre come un disperato e girando la testa comprendo il perché.

Die licantropi ci inseguono e so chi solo, sono i sudditi dell'alpha Dario, se lo prenderanno lo uccideranno.

Sento sul mio corpo i secondo scorrere sul mio corpo come fremiti gelidi.
Vedo uno dei due licantropi avanzare a passi di gigante, Noah fa fatica con me in braccio.
Riesco a scorgere il mio riflesso negli occhi del licantropo, il mio riflesso terrorizzato, ma consapevole di quello che accadrà.

Noah corre, la neve scricchiola sotto il nostro peso, ci avviciniamo a qualcosa lo sento, le mie ossa si congelano.

«Fermo Noah»grido.

Ma è troppo tardi, oramai è successo.

Il mio corpo, di nuovo , viene immerso di acqua ghiacciata, i miei capelli ondeggiano per l'acqua, il mio corpo non si muove, vorrei salvarmi da sola, ma sembra che un potere più grande voglia che la mia vita cessi di esistere qui, in un lago ghiacciato, in mezzo al bosco, in un mondo che odia la vita.

La promessa sposa dell'alpha.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora