41 capitolo

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Cos'è il silenzio se non una pausa, una semplice pausa, che risuona nelle orecchie fino a fartele sanguinare, a farti dire, supplicare a qualcuno di più forte, basta.
Il mio corpo cede, cede le sue forze al mondo crudele che non aspetta altro che la tua morte, non aspetta altro, se non vederti soffrire, con le lacrime agli occhi, stremata.
Stanca di essere ancora umana, stanca di sfruttare i propri polmoni per respirare aria impura, stanca di vedere le persone allontanarsi da chi amano, stanca delle dolci e amare vendette che sono come fiamme che incontrano le gocce della pioggia primaverile.
Non pensavo che la vita fosse così, effimera, esatto, non pensavo fosse così vuota, non posso pensarlo, oppure non voglio pensarlo.
Io non voglio lasciarmi andare, per sussurrare con i polmoni pieni d'acqua, addio, alla mia anima, non voglio vedere ancora i miei capelli fluttuare in questo liquido essenziale.
Non voglio vedere le persone che amo morire per me, io non sono debole.
Non è colpa mia se muoio, non è colpa mia se riesco a temermi stretta la mia vita, perché è mia e se deve finire lo decido io, solamente io.

Capisco, io sono senziente, pur non avendo gli occhi aperti vedo, pur non avendo la minima percezione di dove mi possa trovare, so che sono al sicuro.

Una testa si poggia leggermente sul mio stomaco, questo corpo è stanco.
Mi trovo in una bolla, non voglio aprire mai più gli occhi, non viglio vedere la paura, né tantomeno la morte.

Forse qualcuno non mi ha sentito, infatti riesco facilmente ad alzare le palpebre.

L'uomo che si poggia a me è Noah, solo lui potrebbe emanare questo caldo pazzesco, è stanco si percepisce.
Il suo corpo manda sensazioni di stress, di paura, nella mia testa riecheggiano molto domande che muoiono subito dopo, perché non vogliono risposta.
Sono state create come un monologo, senza voler risposta.

Mi alzo dal letto su cui mi trovo, annuso l'aria, nessuna cosa familiare.

Con i miei spostamenti sveglio Noah, che subito annega nei miei occhi.

«Soraya»Pronuncia il mio nome dolcemente, e forse non capirò mai quanto amore ci mette  a dire ogni sillaba, ogni vocale, ogni consonante.

«Ho creduto di perderti, non sai che sensazione ho provato, per me il mondo poteva finire lì, cessare di ruotare, senza di te...»dice disperatamente, sta male.

«Noah, quanto... non so spiegartelo, io...»non riesco a trovare le parole giuste, non sono una ragazza da portare a galla i propri sentimenti, anche davanti la persona che ama.

Lo bacio, un semplice verbo che contiene mille sensazioni, mille cose mai detti e che forse dalla gola non usciranno mai.

Il mio respiro diventa irregolare, non riesco a respirare correttamente, delle lacrime calde solcano le mie guance rosse dal trattenere le lacrime.
E la mano di Noah non tarda ad arrivare per asciugarle.

Ti amo Noah, non so come dirtelo a parole, senza di te il mondo non sarebbe lo stesso, ti confesso che saprei andare a avanti, ma saprebbe farlo solo il mio corpo, la mia anima e il mio cuore rimarranno sempre con te.
Il mio corpo resisterebbe, starebbe attaccato come un forsennato al filo della vita, si salvaguarderebbe con denti e artigli, ma la mia anima no, quella morirebbe.
Ti prego non lasciarmi, quanto vorrei che mi sentissi, Noah.
Così capiresti che ti amo.

«Ma io ti ho sentito, e Non troverai bisogno di dirmelo, io so tutte queste cose e ti amo, semplicemente ti amo»dice e salta sopra di me.

Spinge il mio corpo sul lettino e con baci passionali raggiungiamo l'inferno per poi fare un salto al paradiso.

La promessa sposa dell'alpha.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora