4 capitolo

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Gli ospiti, Loris se ne sono andati, la casa prima allegra per la loro presenza, ora vuota, fredda, ricolma di voci che rimbalzano sui muri per andar a finire dentro la mia testa, dentro il mio cuore.

I miei zii litigano, litigano sempre e costantemente, la falsità la giostrano facilmente, vorrei trovare un po' di affetto in quelle persone che mi hanno visto crescere, che mi hanno fatto capire il senso della vita.

Da quello che ricordo fino a sette anni loro non litigavano, non usavano le parole per ferirmi, non so cosa li ha fatti cambiare.

Lo saprò mai?

Poggio la mia testa sul morbido e soffice cuscino bianco, alzo e mi rimbocco le coperte che mi tengono al calduccio, guardo la finestra appannata per la differenza di temperatura, per escursione termica.

Chiudo gli occhi e cerco di riposare il mio corpo e la mia mente, rilasso i muscoli e smetto di pensare, la mia mente diventa nera e mi addormento.

Avete presente quando pensate di cadere nel sonno? Quando ti vuoi svegliare, ma non puoi? Quando senti cosa succede al tuo corpo, ma non riesci a reagire?

Sento il mio cuore battere velocemente, ascolto le mie pulsazioni farsi sempre più rumorose al tal punto che li percepisco nelle dita, i miei piedi si congelano diventando sempre più freddi, le goccioline di sudore scorrono sulla mia fronte fredda e pallida.

Il respiro di blocca, cerco in tutti i modi di svegliarmi, di prendere una boccata d'aria per sopravvivere, niente non ci riesco, poi penso a degli occhi celesti e ciò mi fa aprire gli occhi nere e mi fa riempire i polmoni di quel gas essenziale per la vita, per continuare a vivere.

A primo impatto non capisco cosa mi sia successo, a secondo i miei occhi si dilatano, Noah.

Senza pensarci apro l'armadi prendo un paio di scarpe e le metto, apro la finestra e salto, un vento gelato e pungente si scontra con la mia faccia calda, il mio corpo si scontra con il vento e la neve ghiacciata, i miei leggings e il sopra del pigiama, non mi coprono molto.

Non ci penso più di tanto e corro immergendomi nella fitta foresta, ululati di lupi disperati e di lupi dominati si odono, e ogni suono che sento il mio passo si fa sempre più veloce più leggero.

Il tempo non si percepisce quando si è immersi nella foresta, lì ogni suono è normale, i lupi che sfrecciano nella foresta sono nella propria natura, nel proprio habitat.

Annuso l'aria costantemente per sentire lupi nella vicinanze, sì ci sono.

Ad un tratto il silenzio costituisce la foresta buia, nemmeno il bubolare del gufo si ode.

Mi avvicino sempre più alla casa, mi nascondo dietro un tronco largo e faccio fuoriuscire la mia testa congelata.

Due guardie bussano costantemente alla porta, cosa faccio? Oh no.

Mi arriva una sensazione di paura, o meglio terrore, la tristezza.

Poi sento le parole fredde e dure di una guardia
«Aprite o vi bruceremo vivi»

Il mio sangue si gela.

Devo fare qualcosa.

Mi allontano dei metri, riempio i miei polmoni d'aria e grido
«OMEGA!»con tutto il fiato e poi corro all'interno della foresta quando loro mi vedono.

Si sono trasformati in lupi, io non posso, se mi prendono mi uccidono, non ho scampo.

Soraya ragiona, ragiona.
Cambio strada, è pericolosa, io o loro.
Salto un masso, un altro e spingo il mio corpo indietro, la mia mano riesce fortunatamente a prendere una radice di un albero abbastanza robusto per reggermi.

I due lupi dal manto scuro saltano i massi credendo di atterrare su un terriccio morbido, ma si sbagliano, cadono nel vuoto, i loro corpi spezzano il ghiaccio del lago e rimangono intrappolati.

Delle lacrime calde scorrono sul mio viso freddo, a me non piace vedere le persone soffrire, soffrirei io a posto loro, ma il mondo cambia, le persone cambiano.

La promessa sposa dell'alpha.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora