12º Babysitter

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Ti svegli da sola, questa volta di mattina.
Nessuna sveglia, nessuna luce.
Hai solo finito di riposarti.

Appena apri gli occhi subito non capisci molto bene le cose e provi a stiracchiarti sbadigliando.

Pensi a ieri, e ti viene in mente Palette.
Guardi nel letto, ma lui non c'è.

Sai che vi eravate addormentati lì insieme, ma non sai il resto.

Guardi l'ora: 9.30

_Cavolo se è tardi!_

Ti alzi dal letto e come uno zombie esci dalla stanza.
Ti eri dimenticata di metterti un pigiama quella notte, quindi eri ancora vestita come ieri.

Appena varchi la porta vedi davanti a te dei bambini scheletri, di età differenti.

Provi a girare la testa per cercare Palette, ma un coltello si ferma vicino alla tua gola. Era molto grande e con delle strisce dorate.

???: "Non muoverti ragazza, se non vuoi incontrare una brutta fine."

Tu non ti muovi come ordinato, deglutendo leggermente.

"Lucid, lasciala stare! È una mia amica."

Lo scheletro si distrae e tu ne approfitti per girare la testa e guardarlo.

Aveva una felpa verde e gialla particolare, anzi, tutto il suo aspetto era particolare. Non avevi mai visto uno scheletro vestito così particolarmente prima.

Lui si gira a guardarti e quando nota che lo stai guardando fa toccare la punta del coltello al tuo collo in modo ancora più minaccioso.

Lucid: "E tu cosa hai da guardare umana?!"

Ti senti quasi mancare il respiro, non sai cosa fare.
Finché non arriva Palette a salvarti, dividendovi.

"LUCID! Non puoi spaventare ogni umana che incontri! Cerca di essere più socievole!"

Palette si mette davanti a te mentre tu controlli di non esserti ferita al collo.

Lucid: "Ugh, senti anche se mi devi fare da "babysitter" non vuol dire che devi regolare ogni mia azione, ok? Tanto lo sappiamo entrambi che i miei genitori mi lasciano qui solo per aiutarti a badare ai miei fratelli. Infondo io sono più grande di te, quindi non hai il diritto di comandarmi."

Lucid, credi che sia questo il suo nome dopo averlo sentito pronunciare da Palette, lo stava guardando con odio puro, o almeno rabbia. Palette invece era abbastanza tranquillo. Il suo sguardo lasciava traspirare sicurezza.

Provi a fare un passo verso di lui sussurrando il suo nome...

"Palette..."

...ma inciampi in qualcosa e per non cadere ti aggrappi a Palette mettendogli le mani intorno al collo e appoggi la testa ad una spalla.

Lui gira la testa e ti guarda verdognolo sulle gote. Tu fai lo stesso, finché lui non ti sorride dolcemente e tu ricambi un po' imbarazzata.

Poi sentite una risata e guardando davanti a voi vedete Lucid ridacchiare coprendosi con una mano la bocca.

Lucid: "Hahah, siete davvero diabetici! Ora capisco perché te la sei presa tanto..."

Entrambi vi staccate con la testa fumante, finché Palette non sente qualcosa tirargli i pantaloni e abbassa la testa e tu, incuriosita, guardi anche te verso il basso.

Attaccata ai piedi di Palette c'era una palla di ossa adorabile. Sarà stata alta quanto un comodino, e i suoi occhi erano tenerissimi, per quanto spaventati.

•Una storia dipinta da diversi colori•           (ℙ𝕒𝕝𝕖𝕥𝕥𝕖 𝕩 ℝ𝕖𝕒𝕕𝕖𝕣)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora