33º «Ti amo»

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«Hey.»

Ti avvicini a lui lentamente, fino a raggiungere la sua destra e rimanendo in piedi lo guardi con un leggero sorrisino.

«Oh, ciao.» ti risponde subito dopo, sorpreso dal tuo arrivo.

«Ti dispiace se mi siedo qui?»

«No no, fai pure.»

Così ti siedi al suo fianco, iniziando ad osservare curiosa il cadere della cascata sotto di voi e ascoltando serena il forte scrosciare dell'acqua.

Il rumore della natura intorno a voi riempie l'atmosfera, quasi impedendovi di parlare per non rovinarla, pertanto rimanete in silenzio a godervi tutto quello.

Ma poi quel tutto si fa snervante, anche se non completamente monotono, e tu prendi la parola.

«Certo che n'è passato di tempo, huh?»

«Dal nostro primo incontro, dici?»

Annuisci, senza guardarlo.
Lui nota il tuo accenno e sorride, come se fosse attraversato dai bei vecchi ricordi.

«Già.»

Un altro attimo di silenzio, spezzato di nuovo dalla tua voce sottile.

«Mi chiedo se gli manco.»

«Io sono sicuro che tu manchi a tutti quanti.»

«Mah... difficile a dirsi, tu non conosci la mia gente come la conosco io.»

«Però conosco te.»

A quell'affermazione ridacchi appena, arrossendo di nascosto e portandoti una mano alla bocca in modo da nascondere un poco il sorriso appena formatasi.

Il rumore intermittente delle onde che cadono torna ad essere nuovamente l'unica cosa che vi accomuna in quel piccolo momento in cui siete seduti, ma questa volta lui inizia a parlare per primo così da non rimanere lì fermi e muti.

«Ora... vuoi andartene?»

«Cosa?» gli chiedi confusa, girandoti di scatto verso di lui per la prima volta in quei brevi istanti.
Lui, al contrario, continua a guardare davanti a sé.

«Intendo... ora vuoi tornare a casa?»

«No! No, no! Certo che no! Io voglio restare qui con te.»

Finalmente ti concede lo sguardo dei suoi bellissimi occhi stellari.

«Non vuoi tornare a casa?»

«Preferisco stare con te che tornare. Ma perché me lo chiedi così? Non vorrai davvero dirmi che mi vuoi di nuovo abbandonare...?» gli chiedi con estrema amarezza.

Lui scuote la testa con decisione.

«Assolutamente no!»

Ti prende le mani, stringendole con amore.

«Non potrei mai! Però voglio che tu sia felice... e ho paura che tu non lo sia stando qui.»

Sentendo quelle sue preoccupazioni gli sorridi e porti le mani sulle sue guance scheletriche per tranquillizzarlo.

«Non devi preoccuparti di questo. Tanto gli dovremo dire tutto comunque, okay? Magari per un po' dovrò vivere ancora dai miei genitori, ma quando poi sarò maggiorenne verrò con te. Intanto potrai venire a trovarmi tutti i giorni per tutto il giorno, che ne dici?»

Ti sorride con gli occhi lucidi per la commozione.

«Mi sembra perfetto.»

Poi, lentamente, avvicina il proprio volto al tuo, ma si ferma esattamente a un millimetro dalle tue labbra, come per chiedere "posso?".

•Una storia dipinta da diversi colori•           (ℙ𝕒𝕝𝕖𝕥𝕥𝕖 𝕩 ℝ𝕖𝕒𝕕𝕖𝕣)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora