Cap. 53 Sei gelosa?

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Connor 's pov


Mi sveglio e per qualche lungo istante rimango ad osservare i teli di lino candidi. Mi sento in pace con il mondo come non mi è mai successo prima.

Sposto lo sguardo sulle lunghe gambe abbronzate che spuntano fra le lenzuola, intrecciate non solo al tessuto ma anche alle mie, sempre abbronzate, sempre lunghe ma molto più muscolose.
Sono contento, mi sento finalmente al posto giusto.
Mi basta guardare alla mia sinistra per rammentare di chi è il merito.

Fra l'altro ho un'erezione da paura e ho idea che possano entrarci i sogni erotici che continuo a fare su questa ragazza. Stanotte come l'altra volta è stato un tormento.
Il suo ginocchio è proprio sul mio inguine e comincio a sentire un dolore ben noto. La sua mano è sul mio torace, infilata sotto la maglietta. La testa poggia sulla mia spalla con i capelli biondi sparsi su di noi che sembrano fili d'oro. Il mio braccio è incastrato sotto di lei ed io sento repentina, una stilettata di desiderio.

Ho bisogno di più. La voglio con tutto me stesso. Mi volto verso di lei, risalgo la coscia liscia entrando nei pantaloncini e mi fermo sul suo sedere. Passando anche sotto gli slip. Ha un fondoschiena fantastico, piccolo e sodo. La natica sta perfettamente nella mia mano enorme. La stringo a me e devo ammettere che potrei abituarmi a risvegli del genere. Andrea borbotta un po' e si accomoda meglio addosso a me.
Sospiro frustrato e la guardo.

Dorme beata con la bocca semiaperta e mi accorgo che un filo di bava è sceso sulla mia maglietta.
Scoppio a ridere non volendo. Il movimento del torace, scosso dalle risate, la sveglia.

"Buongiorno!" bisbiglio.

Mi guarda confusa, sbatte le ciglia, guarda dove è infilata la sua mano e la toglie arrossendo. Chiudo gli occhi a questa carezza involontaria, pensando a quando lo farà consapevolmente.

Ancora non si è resa conto di tutto ed io mi sto godendo il momento.

"Oddio! Ti ho sbavato addosso! Scusa!" borbotta assonnata.

"Non preoccuparti, tranquilla" ribatto sorridente.

Osservo il suo viso e noto il cambio di espressione.

"Connor? È la tua mano quella che sento sul mio sedere?"
Ha lo sguardo corrucciato ma non è arrabbiata. Stringo la presa e la trascino su di me.
"Sembra proprio di sì, piccola"

Arrossisce di nuovo. Il seno poggia su di me ed io sento certi movimenti alle parti basse. Evidentemente anche lei, perché si irrigidisce, ma non fugge via. E' già un passo avanti.

Però non sa dove guardare, si agita e questo non migliora le cose, per me.

"Beh! Toglila. Subito!"

Cerca di dirlo con un certo piglio, ma non le riesce granché. Piuttosto, sembra essere in affanno.

"E dai! Sei consapevole, vero, di stare in un letto con il quarterback della squadra di football? Connor Walsh? E che tutte le ragazze della scuola... e anche parecchie di quelle fuori, pagherebbero per essere al tuo posto?"

La vedo spalancare gli occhi, ma non penso di averla impressionata con le mie parole, anzi...

Mi sporgo per baciarla, cercando di confonderla, ma si tira indietro di scatto.
"Ma sei scemo! Avremo un alito che sa di morte!"

Scoppio a ridere e la lascio andare. Dice delle cose assurde. E' unica.

Finalmente libera, in ginocchio sul letto e con le mani sui fianchi, mi guarda corrucciata. I capelli arruffati la fanno sembrare una selvaggia.

Mi piace da morire. Ci ho pensato tutta la notte. Questa storia deve prendere una direzione e il primo passo è parlarle apertamente senza giochetti.

"Scusa, non voglio trattenerti. Vai pure dalle tue fans, corri, non farle aspettare! In effetti che ci fai qui con me? Me lo spieghi? Scommetto che se guardiamo il tuo telefono avrai messaggi a non finire!"

Sospiro soddisfatto e incrocio le braccia dietro la testa. Abbiamo tempo, è presto per andare a scuola. L'aria frizzante, che entra dalla finestra socchiusa, muove leggermente i teli del letto.

Mi preparo a farla incazzare.

"Molto probabile. Anzi sicuro. Sei gelosa?"

Boccheggia ed io sorrido. Di messaggi ne ricevo a centinaia, ma non ho mai perso tempo a leggerli, figuriamoci a rispondere.
Ma Andrea mi spiazza scoppiando a piangere. Rimango interdetto. Questa volta non era mia intenzione.

"Sì cazzo! Potrei ucciderle tutte! Sono gelosa e non sapere perché stai con me è una tortura! Le puoi avere tutte, lo so e perdi tempo con me... non mi fido di te... e questo teatrino che fai, mi sta distruggendo"

Mi tiro su di scatto, l'afferro per i polsi e la trascino giù di nuovo. Basta. E' ora di finirla con tutte queste storie. La colpa purtroppo è mia ed io devo rimediare.

Mi colpisce con pugni che non farebbero male ad una mosca, finché fingo che uno sia andato a segno, uscendomene con un'esclamazione di dolore.

Si interrompe di botto, incerta.

"Ti ho fatto male? Connor scusa, non volevo!"

Tira su col naso, di nuovo si agita fra le mia braccia, ridacchio e la stringo forte a me.

"Stupido! E non stringere che mi mozzi il respiro!"

Alla fine, non resisto e alito o meno, la bacio infilando le mani sotto la t-shirt, accarezzandole la schiena, abbracciandola stretta per far sì che le sue forme aderiscano bene a me.

Non prova nemmeno a resistermi. Mi ricambia appassionata, con le mani fra i miei capelli. Ci stacchiamo parecchio tempo dopo con il respiro affannoso e ci guardiamo negli occhi.

"Voglio fare l'amore con te"

Glielo dico con calma, senza fare nulla che la possa far agitare. E' una semplice constatazione, lo so che non è possibile, sua madre è di ritorno, suo padre forse, però lo vorrei con tutto il cuore.

"Anche io" mi bisbiglia.

Ricado con la testa sul cuscino, fissando il soffitto. Sentire una risposta del genere e non poter procedere. E' veramente una tortura. Per ora non posso far altro che resistere e chiarire un po' le cose.

"Ora ti dico una cosa, ma tu mi devi promettere di non interrompermi"

Mi tiro su seduto e mi appoggio alla testata del letto.

"Ok, lo prometto"

Ha gli occhi spalancati di un bambino che vuol sentire una bella storia, è appoggiata con gli avambracci al letto e mi guarda da sotto in su.

Mi dispiace doverla deludere.

"Puoi promettermi anche che non ti arrabbierai e che mi perdonerai?"

Fa una smorfia senza dire nulla, così non mi resta altro che iniziare.

"Partiamo dalla fine, poi non voglio più sentire che hai paranoie su questo"

Mi guarda perplessa e decido di portarmela più vicino, così l'afferro per le braccia e la tiro a me. I nostri nasi si sfiorano e per un attimo cedo di nuovo alla mia voglia di lei e appoggio le labbra sulle sue.

E' lei che decide di approfondire il bacio. Timidamente mi prende il viso tra le mani e mi fa socchiudere le labbra con la lingua. Sento ondate di eccitazione attraversarmi, come tante scosse elettriche. Ci baciamo, di nuovo, ma poco dopo lentamente mi stacco. Devo assolutamente dirle quello che provo.

Devo continuare a fare la cosa giusta e non quella più conveniente per me, se voglio che mi creda.

Sono sempre stata quiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora