Cap. 85 Una giornata perfetta

290 13 13
                                    

Adesso

La testa mi gira, lo stomaco è un grumo dolente che irradia in tutto il corpo una debolezza mai provata prima.

Il mio cervello non vuole connettersi, non vuole afferrare le parole che mia madre ha appena detto, con voce tremante. Continuo a guardarla, la bocca a formare una silenziosa o di stupore.

Mi sembra di stare affogando, mi manca l'aria, sento tutto distorto, non riesco a reagire a quello che sembra uno scherzo grottesco, se non fosse per la disperazione che leggo sul viso di mia madre.

E su quello di Audrey, che mi stringe il braccio in una morsa dolorosa, gli occhi lucidi sgranati.

Ha cercato di darmi la notizia nel modo migliore, ma ovviamente non esiste un modo migliore per dirti che il tuo mondo è collassato. Senza preavviso, senza poter fare qualcosa perché non accadesse.

Inutile. Al sicuro, mentre tutti gli altri no.

Lily, vicino a me, ha iniziato ad uggiolare forse sentendo che qualcosa non va, ma non ho la forza per tranquillizzarla.

Cerco di alzarmi dal divano, il film, le risate, i pop corn dimenticati, ma i miei muscoli non rispondono e quando alla fine lo fanno, cedono subito dopo ed io mi ritrovo accasciata a terra, il mondo intorno a me che diventa sempre più buio.

Oblio. Ecco, è questo che voglio ora.


************

Prima

Caleb's pov

Per fortuna è una giornata nuvolosa. Perfetta per giocare.

Nonostante questo, la combriccola male assortita di cui volente o nolente ormai faccio parte è sugli spalti e mi scappa un sorriso.

Chi l'avrebbe mai detto? Nel giro di così breve tempo, ribaltare il proprio mondo a favore di perfetti sconosciuti. Eppure, non mi sono mai sentito così bene e al mio posto, come da quando li frequento. E non riesco proprio ad immaginare come sarebbe senza di loro, o pensare di tornare alla mia vecchia vita, ora me ne rendo conto, vuota e superficiale.

Mai avrei pensato di affezionarmi a questa banda di disadattati, soprattutto alla piccola Chloe. Sto imparando il linguaggio dei segni per poterci parlare senza intermediari e le ho fatto conoscere il mio fratellino. Ora sono seduti vicini e stanno leccando allegramente un gelato.

Gli allenamenti di football sono diventati una scusa per riunirsi e fare tutto fuorché seguire quello che succede in campo.

Ted è seduto con a fianco una pila di libri e uno aperto sulle ginocchia mentre scribacchia furiosamente su un quaderno. È già immerso nel suo mondo, non si accorgerebbe nemmeno se precipitasse un meteorite. I suoi fedeli amici sono al suo fianco a studiare e mi scappa un sorriso. Una volta abituato alle loro stranezze devo dire che sono simpatici.

Alex è stravaccato lì vicino con gli auricolari alle orecchie e il cellulare in mano. Ultimamente è davvero ai ferri corti con il padre, abbiamo assistito a varie sfuriate telefoniche e anche se fa finta di nulla, è evidente che sta soffrendo. Si distrae facendo quello che ha sempre fatto Connor e cioè uscire con una ragazza ogni sera, magari con un po' più di stile ma il succo è quello.

A sorpresa, oltre che con me, lui ha legato anche con il cugino di Ted, Alan. Forse, non essere riusciti a conquistare Andrea li ha uniti, non so, fatto sta che spesso usciamo insieme. Io non sono mai stato come Connor e sono single da un po' anche se prevedibilmente, solo perché gioco a football, ho il mio seguito. Purtroppo sono esigente e finora non ho trovato nessuna che mi invogliasse ad approfondire una conoscenza.

Sono sempre stata quiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora