Cap. 34 Connor

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Entra come una furia.

Richiudo la porta perplessa e sospiro. Ora che problema avrà?

Ci siamo visti a scuola, purtroppo, e da allora non mi pare sia successo nulla...

L'incontro con la polizia si è svolto in tutta tranquillità e io sono poi tornata alle mie lezioni senza problemi.
Gli agenti sono stati estremamente gentili e comprensivi, Tom ha parlato per tutti e due, io ho solo aggiunto pochi dettagli e confermato quello detto da lui.

All'uscita c'era Derek, cui ho rivolto un sorriso prima di salutare i miei ed andarmene. Mi ha guardato andare via senza dire una parola.
La mattina l'ho poi passata cercando di evitare tutti.

Connor l'ho accidentalmente incrociato in corridoio, ha cercato di fermarmi ma mi sono scansata e ho continuato per la mia strada.

Quindi non ho proprio voglia dei suoi sbalzi d'umore. È stata comunque una giornata strana.

Ora è quasi ora di cena e di nuovo sono in tenuta da casa. Sono stata rintanata in camera mia tutto il pomeriggio.

A meditare. E mangiare patatine.

Devo avere un aspetto orribile. Possibile che sia sempre impresentabile quando c'è lui in giro?
Scalza, pantaloncini in felpa e canotta. Niente reggiseno. Capelli da pazza.

Ma poi... perché diavolo è venuto? Voglio stare in pace!

Mi fissa e sospira.
"Vatti a mettere una felpa"

"Non rompere, sono a casa mia. Fa caldo. Che vuoi?"

Mi afferra per un braccio e mi trascina verso le scale.
"Si può sapere che hai?"
Lo strattono, wow, per una volta lo faccio io, fino a farlo fermare.

"Mi hanno detto che sabato mattina eri appiccicata a Galloway e che vi siete anche baciati!"
Adesso ha pure le spie!
"Mi spieghi perché pensi che debba renderti conto di tutto? Te l'ho detto che ero con Derek quella mattina!"
"Hai visto bene di omettere che vi siete baciati!"

Sta schiumando. Ha le mani sui fianchi. Ma chi crede di essere?
Ok forse è meglio andare in camera.

Mio padre già sghignazza e mia madre non si perde una parola.

Lo trascino per le scale, entro in camera mia e chiudo la porta. Però questa intimità con lui mi innervosisce.
"Quante volte devo ripeterti che non sono affari tuoi?" sibilo.
"Devi stare lontana da lui! È pericoloso!"
"Basta per carità! Falla finita!"

Intanto si guarda in giro, poi apre l'armadio e tira fuori una felpa.
"Prego, fai pure come se fossi a casa tua!" sbotto acida.
"Ma stai zitta! Infila!"
Mi aiuta a mettere questa dannata felpa, tirandomi poi su la zip fino al collo. Nel farlo le nocche mi sfiorano il seno. Ci guardiamo un po' in affanno. Entrambi.
"Ma non ti sta piccola?" borbotta con le sopracciglia corrucciate
"È di Audrey, non mia"

Mi afferra la mano e mi trascina sul letto. Mi abbraccia stretta. Cerco di svicolare ma stringe ancora di più.
"Non respiro! Che ti prende?"
"Non muoverti cazzo!"
Mi immobilizzo. E sbuffo.
"Mi stai facendo uscire di testa ragazzina"
"Anche tu se è per questo!"
"Ho idea che i motivi siano diversi..."
Neanche più di tanto, ma non è saggio farglielo sapere.

Suona il telefono.
Tempismo perfetto! Salto su, lo afferro, poi vedo chi è...
Tempismo perfetto un corno!
"Rispondi"
La voce è gelida.
Ha visto chi è. Sul display campeggia la foto di un bel ragazzo bruno. Luke.

"Certo che sì! Non ho bisogno del tuo permesso! Pronto!"
All'inferno! Sono così contenta di sentirlo.

"Ehi piccola! Finalmente! Scusa se non ti ho richiamato prima! Il rientro come è stato?"
Sentire la sua voce...mi manca così tanto!
"Traumatico"

Sono sempre stata quiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora