Cap. 49 La scelta

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Connor's pov


Non mi ha chiamato.

Io sì, tante volte ma senza ricevere risposta. Avrei voluto insistere o andare a casa sua, ma alla fine ha prevalso la ragione e le ho mandato un sms di scuse, dicendole che l'avrei lasciata in pace a smaltire l'arrabbiatura.

Poi ho passato l'intero pomeriggio a controllare il telefono, nel caso in cui mossa a pietà, mi avesse risposto.
Ovviamente non è arrivato nessun messaggio.

L'ho ferita di nuovo. Ha cercato di non darlo a vedere ma si è visto.
Sento che dovrò ricominciare da capo. Un passo avanti, due indietro. 

Così non arriverò mai all'obiettivo.

Portarmela a letto? Ovviamente sì ma... non so, ora c'è dell'altro.
È diventata la mia droga.
Che lo sia sempre stata?
Non riesco a starle lontano. Sono attratto da lei come la Terra dal Sole. È una fottuta calamita.

Se non la vedo, non la sento o la prendo in giro mi sembra che mi manchi qualcosa. Divento irrequieto. Anche oggi sono distratto. 

A scuola mi ha evitato benissimo e non ho sue notizie da ieri. I miei compagni di squadra se ne sono accorti e mi prendono in giro spietatamente.
Durante l'allenamento guardo in continuazione sugli spalti, anche se so perfettamente che lei non c'è. Quando poi incrocio lo sguardo con Allyson, che mi guarda famelica, mi viene da pensare di non aver vissuto finora. Un'esistenza vuota e frivola, senza reali interessi, senza vere emozioni.
Senza stimoli.
Non ho capito proprio nulla. 

Adesso ho voglia di ricominciare. Con Andrea Mallory, cazzo, e lei dovrà starmi a sentire, volente o nolente, perché ormai non posso stare senza di lei. 

Quanto durerà?
Non lo so. Non sono famoso per dare lunghe aspettative di vita ad una relazione che mi vede coinvolto. Un giorno è già tanto. 

Ma ho questa sensazione che con lei sia diverso, che sarà diverso... che potrebbe essere diverso, accidenti!

"Walsh! Che Dio mi fulmini! Se ti ritrovo a fissare il vuoto un'altra volta, giuro che ti spedisco negli spogliatoi e per quest'anno hai finito prima di iniziare!" 

Il coach Adams mi ha strillato praticamente in un orecchio. Cazzo, ero così perso nei miei pensieri che non mi sono accorto nemmeno che fosse al mio fianco. 

E sì che non è piccolo! Alto, piazzato, con ormai una discreta pancetta.

La sua voce, arrochita da anni di sigarette prima e sigari poi, mi ha riscosso bruscamente dalla trance.

Guardo velocemente verso i miei amici, ma ovviamente sono piegati in due dalle risate. 

Solo Caleb mi osserva perplesso, con un sorrisetto saccente in faccia.

"Sì, scusi coach. Non è stata una buona giornata" mi giustifico.

Mi fissa per un attimo con gli occhi socchiusi e a me sembra quasi di vedergli uscire il fumo dalle narici. Accidenti, se non sta attento gli verrà un infarto!

"Non me ne frega niente della tua giornata! Se hai preso un brutto voto, se hai il raffreddore, se la fidanzata ti ha dato il due di picche! Sei qui per giocare, cazzo! E non lo stai facendo!" sbraita.

Sono sempre stata quiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora