16: E problemi...

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Arrivarono e finirono le vacanze di Natale tra battaglie a palle di neve, compiti e raffreddori.

Per gli studenti rimasti all' Accademia fu quasi un sollievo ricominciare le lezioni, non ne potevano più di professori spioni pronti a dirti di andare a fare i compiti.

Selina rimase  a scuola per tutta la durata delle ferie, con la sola compagnia di Colin, un ragazzo dalla pelle color cioccolato rimasto all' Accademia perché i suoi parenti  erano in Africa, sua terra natia, insieme ai suoi tre fratellini.

Il giovane era un piccolo campione di calcio, molte squadre nazionali gli avevano già messo gli occhi addosso, ma lui aveva scelto di finire la scuola, prima di iniziare la sua carriera, e per via di questa scelta anche furba era finito nella Volpe.

Grazie a lui e alla sua vista a raggi X le giornate non furono mai noiose, e i due si conobbero più a fondo, diventando amici.

Fu per questo che la ragazza si stupì molto quando sentì che era scappato.

. . . . . . .

Mancavano cinque minuti alla fine del compito.

Il tempo era scandito dal nitido ticchettio dell'orologio a muro posizionato sopra la lavagna digitale (non funzionante) e dallo scribacchiare delle penne, unico movimento compiuto dagli alunni.

L'unica a non scrivere nulla era Valentina.

La ragazza non aveva studiato la sera prima, troppo presa dalla finale di pattinaggio agonistico in diretta sull'unico televisore della sua casata, sicura che Colin avrebbe suggerito loro le risposte.

Ecco il motivo del suo girar continuamente la testa verso il banco (vuoto) del piccolo calciatore, movimento imitato da tutti i suoi compagni, d'altronde.

Dopo aver promesso al ragazzino una lauta paga ( ovviamente anticipata) in merendine dal miglior distributore della scuola il campionino aveva acconsentito a controllare tutte le risposte nella borsa del professor Siasi e farle copiare al resto della classe, solo che la loro speranza non era ancora arrivata, e molto probabilmente non si sarebbe presentata.

"Tre minuti alla fine del compito"  calcolò Valentina, impaziente di finire la lezione, consapevole del fatto che anche se avesse avuto altre tre ore non avrebbe risolto granché.

Qualche secondo dopo quella considerazione, però, la porta della classe si aprì, lasciando entrare due persone, la preside della scuola Jutta Berchelmann e il commissario di polizia Fabris Giovanna.

I ragazzi, incuriositi da quella interruzione, alzarono la testa dai loro fogli, iniziando a bisbigliare e a commentare la verifica .

<< Ragazzi, ragazzi basta, prestate attenzione al commissario!>> li redarguì la preside, severa.

Dopo aver ottenuto l'attenzione anche degli alunni più scalmanati, il commissario iniziò a parlare con tono grave:

<< Ciao a tutti ragazzi, vi disturbo solo un attimo per chiedervi se qualcuno abbia visto Colin Barchetta dopo ieri sera.>> disse.

Gli studenti ricominciarono a sussurrare, per poi concordare in una cosa: nessuno lo aveva visto dopo gli allenamenti di calcio.

<< È successo qualcosa a Barchetta?>>
Chiese quasi in un sussurro Agata.

<< Sì, è morto per una falla>>
Esclamò Igor  ( un ragazzo ripetente alquanto antipatico che, nemmeno a dirsi, era amici di Franz) sghignazzando.

Poteri di settimo grado (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora