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Successe tutto molto in fretta, come sempre in questa storia.
Selina si girò verso la porta, con un movimento talmente improvviso che il suo collo scricchiolò a mo' di protesta.

Le uniche stanze raggiungibili percorrendo quel corridoio erano quelle dei dormitori. Chiunque stesse camminando quindi era sicuramente diretto lì, e se fosse entrato avrebbe visto il ragazzo sconosciuto.
Selina protese una mano verso la maniglia, pronta ad uscire e distrarre chiunque stesse arrivando per dare tempo ad Haruki di nascondersi (o, ancora meglio, andarsene senza più tornare). Spiegare perché un ragazzo fosse lì sarebbe stato a due poco difficile. Il fatto che il ragazzo non fosse nemmeno uno studente, poi, complicava ancora di più le cose.

I passi si facevano sempre più vicini. Erano passi piccoli e leggeri, quelli di una persona che non vuole farsi notare, ma erano veloci quasi quanto il battito del cuore di Selina, cuore che pareva sul punto di saltarle fuori dal petto e nascondersi da qualche parte di sua volontà.
La ragazza si costrinse a stringere forte la maniglia, come se questo potesse aiutarla a calmarsi. Sperava che Haru-tizio capisse di doversi nascondere anche senza che lei glielo dicesse, altrimenti sarebbe stata in problemi ancora più grandi e...

<< Ma cosa fai lì? Vieni, forza!>> disse il piccolo ragazzo strattonandole la camicia.
Selina girò velocemente il collo ( con un altro scricchiolio di accompagnamento. Aveva davvero le giunture di un vecchio) verso la fonte della voce.
"Questo ragazzo è scemo, completamente. Sto per farmi espellere." Pensò.
Il battito del suo cuore le rimbombava nelle orecchie così forte che non riusciva nemmeno più a sentire i passi: quanto era vicino chiunque si stesse avvicinando? Si era fermato? Era tornato indietro? Era proprio dietro alla porta?
Haruki le prese la mano, stringendola molto più forte di quanto lei non stesse facendo con la maniglia.
La sua mano era lievemente sudata e piccola rispetto alla sua, ma la presa era davvero forte.
<< Lascia andare quella porta, o non potrò fare nulla>> disse.
Selina guardò prima il piccolo ragazzo dagli occhi seri, poi la maniglia. Cosa doveva fare? Qual era la scelta giusta?
Non riusciva a scegliere, quindi di il destino a farlo per lei.

La maniglia della porta si abbassò, spinta da qualcuno che si trovava dall'altro lato, al che Selina di riflesso mollò la presa, trovandosi impreparata.
Haruki invece era prontissimo.
Chiuse gli occhi e fece un grande respiro, come se si stesse preparando a una lunga immersione, poi fu come immergersi nelle pieghe dello spazio.

Selina si sentì tirare con una violenza inaudita come da dentro. Le parve di venire sballottolata a destra e a manca come un giocattolo rotto, e non riusciva a fare nulla per riacquisire almeno un minimo di controllo. Si sentiva come sospinta da una corrente impetuosa, e a impedirle di essere trascinata via sapeva essere solo il braccio magro del ragazzo che era venuto a farle visita in piena notte, sedendosi sul suo letto e facendole venire una gran voglia di litigare.

Quelli che le parvero secoli dentro al vortice di spazio una volta fuori da esso si tramutarono nella sua memoria di pochi attimi. In quello che era un ridottissimo tempo, però, si erano spostati.
Selina si guardò intorno incredula: erano in un parcheggio, all'aperto, e la scuola che la ragazza frequentava solo da pochi mesi e non aveva ancor avuto modo di conoscere sul serio era solo un puntino illuminato sulla linea dell'orizzonte.
Aprì la bocca per chiedere spiegazioni, ma quando lo fece senza preavviso sentì l'urgente bisogno di vomitare. Si chinò tenendosi stretto lo stomaco con le mani, perché le pareva avesse tutta l'intenzione di ribaltarsi, e rigettò con grazia la cena per terra.
Haruki, come se se lo aspettasse, si era già spostato. Pareva anche lui un po' provato da qualunque cosa fosse appena successa, ma certamente non era sul punti di vomitare per terra.

<< Passerà in un attimo>> disse a Selina, rivolgendole uno sguardo comprensivo. Mantenne però le distanze, perché gli piacevano le sue scarpe, soprattutto se pulite.

Con la faccia che bruciava per la vergogna Selina si rialzò, per parlare poi una volta sicura che l'unica cosa che sarebbe uscita dalla sua bocca quella volta sarebbero state parole.
<< Co-cos'è successo?! Eravamo nei dormitori fino a poco fa, e adesso siamo... dove siamo?!>>
Haruki le rispose con un orgoglio che non tentò nemmeno di nascondere: << Hai appena avuto l'onore di viaggiare a bordo della "Compagnia di Teletrasporto Haruki", di cui sono l'unico membro. Ora se non ti spiace vado a vomitare anche io. Non mi ricordavo fosse così difficile portarsi dietro un ospite>>
Con un sorriso enigmatico, il ragazzo scomparve dietro un cespuglio, l'Asia di Selina a contare i fili d'erba che si erano fatti strada tra le crepe nell'asfalto.
"E adesso?"

Ciao a tutti!
È passata un'altra glaciazione, io sono uscita dal mio bozzolo fatto di scuola, incidenti sciistici, fisioterapia e situazione familiare non-proprio-perfetta e ho scritto un capitolo. Avete aspettato molto, ma siete stati ricompensati. Meritereste una medaglia già solo per non avermi mandata al diavolo come ho fatto io mille volte con la me stessa che ha scritto questa storia, ormai qualche anno fa. Mi ha lasciato un grande senso di colpa e responsabilità, ma credo non l'abbia fatto apposta.

La quarantena mi rende incredibilmente nervosa e improduttiva. Ho già fatto due torte e rimpianto il non aver mangiato più pasta di soia quando ne avevo ancora l'occasione, ma... a voi come va?
Per favore scrivetemi cosa ne pensate degli ultimi avvenimenti relativi a questa storia :) se avete suggerimenti o opinioni, sono sempre ben accolti !

Poteri di settimo grado (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora