Staremo sempre insieme

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Ladybug osservò con puro orrore il pugnale dell'akumizzato che trapassò da parte a parte il corpo del suo collega. Urlò il suo nome, ma le sue orecchie non sentirono mai le parole gridate nel silenzio di Parigi. L'akumizzato scappò, richiamato da Papillon che, Ladybug ne era certa, era in procinto di arrivare. Corse vicino al corpo esamine dell'eroe, e notò con disgusto e paura che giaceva in mezzo ad una pozza di sangue. Il suo sangue. Si inginocchiò vicino al ragazzo, portò la testa bionda sulle sue ginocchia e iniziò ad accarezzarlo, come per rassicurarlo che sarebbe andato tutto bene.
- Chat, - iniziò a piangere - Chat, ascolta rimani sveglio -
Chat Noir aprì con gli occhi, provò a parlare ma lo sforzo lo fece tossire. Sputò del sangue e riuscì a dire a stento:
- My lady, c'è una cosa che ho sempre voluto dirti: ho promesso di proteggerti anche a costo della mia vita, ed è quello che oggi ho fatto. Ti amo, my lady, dal primo momento in cui ti ho vista. Non mi importa se non conoscerò la tua identità, ma almeno saprò di essere stato con te fino alla fine -
Chat tossì e chiuse gli occhi, per sempre.
- Chat, no. No. No. È solo un sogno. In realtà sei vivo. Salveremo Parigi assieme ancora mille volte. Farai ancora le tue pessime battute,e io riderò perché mi avrai tirato via un altro sorriso. Proverai a baciarmi ancora mille volte, e io potrò abbracciarti. Chat, ti prego -
Quando vide che l'eroe non rispondeva, Ladybug lasciò uscire un grido di disperazione e dolore. Tolse l'anello dal corpo e osservò la magia sciogliersi, così come lasciò il corpo di lei. Vide il kwami di Chat Noir uscire dall'anello e andare incontro a Tikki. Concentrò tutte le sue forze per spostare lo sguardo suo viso del giovane che si trovava ancora sulle sue ginocchia. Il suo dolore raggiunse il picco massimo quando vide che si trattava di Adrien. Chat Noir era Adrien Agreste. Era sempre stata vicino ad Adrien, e ora che lui non c'era come poteva continuare? 
- Mi dispiace, Adrien, mi dispiace tanto -
Una mano si appoggiò sulla spalla. Risalì con lo sguardo tutto il braccio, fino ad arrivare al viso di Papillon. Il supercattivo che avevano combattuto per tanto tempo ora era lì presente, che guardava il corpo del giovane. Non stava cercando di rubare i Miraculous, aveva solo uno sguardo di immensa tristezza e colpa. 
- Mio figlio... Prima mia moglie e poi mio figlio... -
La sagoma di Papillon lasciò spazio a quella Gabriel Agreste con un lampo di luce viola, che si inginocchiò vicino al corpo del figlio.
- Adrien è morto, ed è solo colpa mia. Mia e del mio volere del potere. Ho solo distrutto la mia vita e la sua - Marinette si stese vicino al corpo del ragazzo che ha sempre amato con tutta se stessa, e rimase così fino a quando non portarono via il cadavere di Adrien.

°•°•°•° due settimane dopo °•°•°•°

Marinette si avvicinò piano alla lapide, tenendo stretta a sé la scatola. Leggere il nome inciso nella pietra rafforzò il suo pensiero. Doveva farlo. Si sedette per terra iniziando a piangere: aveva smesso di andare a scuola, di parlare con le persone, di uscire dalla sua stanza, ormai aveva smesso di vivere. Alya cercava di farle visita, ma Marinette non voleva vedere nessuno. Desiderava solo poter rivedere il viso del suo amato un'ultima volta per potergli dire addio. Ormai l'unica cosa che le rimaneva di lui era Plagg.  Quel pomeriggio era uscita per la prima volta da casa sua dopo quello che era successo. Ripassò il suo nome con le dita, ricordando il suo corpo immerso nel sangue.
- Sono certa che non approveresti, ma devo farlo. Non posso vivere senza di te -
Marinette aprì la scatola, prendendo tra le mani il pugnale che aveva ucciso lui. Era l'arma che le aveva portato via il suo amore segreto, compagno d'armi e d'avventura. Sentì l'arma fredda al contato con la pelle delle dita e, senza pensarci, si pugnalò all'altezza del cuore. La ragazza si ranicchiò un posizione fetale, e con l'ultimo grande sforzo disse:
- Almeno adesso potremo stare insieme per sempre adesso - vide il volto di Adrien farsi sempre più reale davanti ai suoi occhi. Esalò l'ultimo respiro, unendosi al suo amato per sempre.

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