Un'occasione speciale

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- Ne sei sicuro?-
- Sì -
Plagg osservò meglio il suo portatore, e poi si nascose meglio nel colletto della giacca per non farsi vedere dalla gente che passava.
- Se la metti così -
- Non so se lei accetterà -
- Vi amate troppo, per far sì che lei dica di no - Plagg grugnì, non era abituato a certe smalcerie.
- Guarda il lato positivo: se accetta, potrai stare sempre insieme a Tikki -
Plagg non disse nulla, non voleva ammettere che la compagnia della kwami rossa era, per lui, più importante di quanto gli piacesse ammettere.
- E se fossi troppo affrettato?-
- È quello che sto cercando di dirti da un pezzo! Ma tanto glielo chiederai lo stesso, perché non mi ascolti mai -
- Mi sembri il grillo parlante di Pinocchio. Smettila di fare la mia ragione, mi spaventi -
- Innanzitutto se fossi la tua ragione, a quest'ora sarei già morto per suicidio, e secondo: lo faccio solo per aver del camembert extra -
- Lo avrai solo se farai il bravo. Ora nasconditi -
Adrien si assicurò che Plagg fosse ben nascosto e poi entrò nella pasticceria dei Dupain-Cheng.
- Buon pomeriggio, Sabine -
- Buongiorno Adrien. Sei venuto a prendere Marinette?-
- Sì, ho una sorpresa per lei -
- Ne sarà felicissima. È tutt'oggi che si prepara, da quando le hai detto che è un evento importante -
Il ragazzo sorrise e si portò una mano alla tasca, assicurandosi della presenza del contenuto. In effetti, era veramente un'occasione importante.
- Eccomi, Adrien -
Marinette comparve da dietro il balcone, ma inciampò e rischiò di cadere se Adrien non l'avesse presa.
- Grazie -
- Figurati. Sei bellissima -
Marinette arrossì.
- Vieni ti porto in un posto speciale -
Adrien prese la mano della ragazza e iniziò a correre. Non si preoccupava di rispondere alle domande che Marinette gli faceva, stando attenta a non inciampare nuovamente e rischiare poi di cadere. Alla fine arrivarono davanti alla Torre Eiffel, entrambi esausti e sudati per la corsa.
- My lady, dobbiamo trasformarci -
- Perché? Hai visto un akumizzato?-
Marinette si avvicinò al biondo e lo guardò preoccupato.
- No, no. Ti devi solo fidare di me -
- Mi chiedi l'impossibile, gattino -
- Ah ah, spiritosa -
Adrien iniziò a fare solletico alla ragazza che, non riuscendo a smettere di ridere, si arrese.
- Bene - Adrien diede un'occhiata in giro - nascondiamoci lì e trasformiamoci -
Quindi i due ragazzi, dopo aver preso le sembianze dei due supereroi, rimasero nascosti nel vicolo.
- Tieni questa e aggrappati a me -
Ladybug prese la bandana che Chat Noir gli offriva, se la mise sugli occhi e abbracciò il fidanzato. Sentì il terreno mancare sotto i piedi e la sensazione di volare, che indicavano che erano in alto. Era la stessa sensazione che provava ogni volta che saltava tra i tetti con il suo yo-yo. Finalmente appoggiò i piedi su qualcosa di solido.
- Rimani ferma -
Ladybug sentì qualcosa muoversi e si chiese cosa stesse combinando il biondo.
- Puoi guardare -
L'eroina si tolse la benda, e non credette ai suoi occhi: Chat Noir era chino davanti a lei, inginocchiato, con un sorriso stampato in faccia. Aveva tra le mani una scatolina blu notte aperta, e alla luce del tramonto l'anello brillava come mille diamanti.
- Adrien, ma questo... Questo... -
- Marinette Dupain-Cheng, vuoi rendermi l'uomo più felice del mondo e diventare mia moglie?-
Ladybug si portò le mani alla bocca.
- Sì, sì, sì. Ovvio che sì -
Chat Noir si alzò, prese la mano della ragazza e le mise l'anello all'anulare. Poi l'abbracciò e la baciò con tutta la forza che aveva.
- Non ci credo. Sto sognando, vero?-
- No, my lady. E non è finita qui -
Chat si mise da parte, e la ragazza osservò quello che io biondo aveva preparato, e rimase senza fiato: una coperta a quadretti rossa e bianca, una torta nel centro, i fiori che incorniciavano tutto e centinaia di candele accese profumate, che davano alla sorpresa un'aria romantica.
- Vogliamo festeggiare? -
- Ovviamente, gattino -
E rimasero abbracciati a lungo a osservare Parigi di notte, sotto il cielo stellato primaverile.

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