Anche a costo della mia vita

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- Ladybug, no! -
Chat Noir urlò con tutto il fiato che aveva, mentre il corpo dell'amata toccava il suolo. Schivò tutti i tentacoli dell'akumizzato e raggiunse il corpo dell'eroina, che non accennò a muoversi. Si chinò e osservò gli occhi, di solito azzurri e vispi, spenti e senza forza vitale. Ruggì con tutta la sua forza, appoggiando la fronte contro quella di Ladybug, sentendola più fredda del normale. La pioggia scrosciante lavava via il sangue delle ferite su entrambi i corpi facendoli assomigliare ad angeli scesi dal cielo, ma era anche la causa della morte dell'amata. Questa stava combattendo quando, dopo aver poggiato male il piede sul tetto ed era scivolata, era caduta. Purtroppo non era riuscita ad usare lo yo-yo, che era finito lontano, e il compagno se ne era accorto troppo tardi. Ora la ragazza era lì, con gli occhi fissi su di lui e un rivolo di sangue dalla bocca secca che si muoveva appena.
- Mi... dispiace -
- Non dirlo neanche! -
Chat provò a parlare, anche se un nodo in gola, le lacrime e i singhiozzi rendevano l'azione quasi impossibile.
- Tu non morirai. Non oggi, perlomeno -
- Chaton...  lo sai anche tu che... che ho ragione. Questo... questo non è un addio...  ma un arrivederci -
- No! Non può essere -
La sua voce uscì sottile e leggera, come un sussurro che si perde nel cielo notturno infinito. Le prese la mano, stringendosela in petto, e le baciò le nocche per rassicurarla che sarebbe andato tutto bene.
- Digli... di a nostro figlio... che l'ho amato con tutto il mio cuore -
La voce della corvina si spense improvvisamente, e gli occhi diventarono vitrei. Il ragazzo sollevò la mano con tutta la sua forza e glieli chiuse, prima di urlare, nuovamente, fino a svenire.

Adrien si svegliò di soprassalto, respirando affannosamente. Cercò di calmarsi ispirando a pieni polmoni e prendendo tutta l'aria che poteva. Mosse gli occhi velocemente per la stanza e si fermò con lo sguardo sulla ragazza che dormiva tranquilla al suo fianco. Si coricò con il petto addosso alla schiena di lei, in modo da poterle accarezzare i capelli corvini sciolti sul cuscino.
- Non ti permetterò di andare via da me. Te lo giuro sulla mia stessa vita -
le sussurrò all'orecchio, anche se Adrien era consapevole che non lo avrebbe sentito.
No, non la avrebbe mai persa. L'avrebbe protetta con la sua mente e con il suo corpo fino a quando ne avesse avuto la forza. Le baciò il collo e ispirò il suo profumo: vaniglia e cioccolato. Scese con la mano tutto il braccio della ragazza, sentendo la sua pelle morbida al tatto. Avrebbe distrutto sé stesso solo per permettere all'amore della sua vita di vivere un giorno in più. Di certo non l'avrebbe fatta combattere se fosse per lui, ma Marinette era testarda e sarebbe fuggita da casa per raggiungere il compagno. E senza Ladybug non avrebbe potuto vincere contro le akuma.
Le mise la mano sul pancione di sette mesi e, stando attento, la strinse ancora di più a sé stesso. Si era sbagliato; avrebbe protetto entrambi con sé stesso: sia sua moglie che il figlio che portava in grembo.

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