-Capitolo 6-

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Citazione per il capitolo:
Che dopo tutto sono le dolci e semplici cose della vita quelle vere.
(Laura Ingalls Wilder)

Eleanor

Guardai alla mia destra.
In mezzo a tutti i rumori dell'intervallo una coppia di fidanzatini si stavano scambiando dolci effusioni d'amore.
Guardai alla mia sinistra.
Una ragazzo stava regalando una rosa rossa a una ragazza.
Guardai dietro di me.
Un ragazzo stava consolando una ragazza in lacrime.
Guardai davanti a me, dove erano gli idioti con cui avrei dovuto passare il mio San Valentino.
La festa degli innamorati, per me, era un evento molto importante da condividere con una persona speciale, persona che non era ancora arrivata.
Credevo nel vero amore, nei colpi di fulmine, nel romanticismo, anche se avevo solo quattordici anni.

<<Eleanor, stai bene? Hai quella espressione sognante stampata in faccia da almeno dieci minuti e credo che tu non abbia ascoltato quello che ti stavo dicendo>> uscii dal mio stato di trans per riportare la mia attenzione su Brian.

<<Come ti stavo dicendo vorrei portare Jessica a mangiare fuori... Ehy, mi stai ascoltando?>> mi schioccò le dita davanti alla faccia.
Ero rientrata nel mio mondo dei sogni.
Avevo sprecato il mio primo bacio e non riuscivo a crederci.
Avevo conservato quel momento speciale per quattordici anni e una stupida disattenzione, uno stupido errore aveva rovinato il mio primo bacio.
Avevo progettato di darlo al primo ragazzo che avrei amato e invece lo avevo dato solamente al mio migliore amico.
Perchè avevo accettato di andare alla festa?

<<Ok, ho capito. A che cosa stavi pensando?>> domandò.
Senza nessuno, il San Valentino era triste.
Avevo cercato di rallegrare la giornata facendo una battuta alla mia compagna di banco ma lei la aveva liquidata con uno sgarbato gesto della mano.
Avevo progettato quella battuta per mesi e mi era stato detto che era orribile.
Era inutile provarci.
Le persone su questa Terra non erano ancora pronte al mio umorismo.

<<A San Valentino e al fatto che io non abbia nessuno>> risposi sincera.
In quinta elementare, il quattordici febbraio, una mia amica aveva consegnato a un mio compagno di classe un bigliettino rosso a forma di cuore che era stato scritto da me.
Sulla copertina, sotto consiglio della mia amica, avevo scritto in caratteri cubitali la parola "anonimo".
Non sapendo il significato di quella parolona le avevo chiesto cosa volesse dire e lei mi aveva risposto che non lo sapeva ma dovevo scriverlo perchè tutti lo facevano.
Come una stupida, avevo scritto la parola "anonimo" e alla fine il mio nome.
Il ragazzino che mi piaceva era scoppiato a ridere e mi aveva strappato il bigliettino davanti agli occhi.
Ero tornata a casa distrutta.
Quando ci incontravamo per i corridoi, io e il ragazzo che mi piaceva alle elementari chiacchieravamo e lui mi ribadiva sempre che "anonimo Eleanor" sarebbe rimasto impresso nella storia della nostra infanzia.
Io ridevo ma dentro sentivo solamente di volere sprofondare

<<Perchè non vai da qualche parte con Shawn? Sappiamo tutti che è... Che avrebbe piacere a passare del tempo con te>> scossi la testa.
Da quel dannato bacio avevamo iniziato ad evitarci per il troppo imbarazzo.
Non avevo il coraggio di parlargli e neanche di guardarlo negli occhi.

<<Davvero Brian? Davvero?>>
La sua idea era talmente pessima e insensata che mi fece dubitare dell'intelligenza di quel ragazzo.
Lui sapeva cosa era successo perchè lo aveva scoperta per sbaglio.
Il bacio tra me e Shawn era stato un grosso sbaglio.
Andai in classe e mi andai a sedere in fondo.
Se avessi voluto chiacchierare con la mia compagna di banco non avrei avuto problemi con l'insegnante.
Aprii il mio zaino per cercare il libro di inglese, quando trovai un bigliettino.

Classmates||Shawn MendesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora