Parte 4

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Erano i volti di ragazze molto giovani. La serie di fotografie posata sulla scrivania ritraeva una serie di donne con caratteristiche che si ripetevano per ognuna di loro, una sorta di comune denominatore che le distingueva: la giovane età, gli occhi azzurri (o comunque chiari), i capelli lunghi e biondi. Erano tutte molto carine, di quella bellezza tipica dell'adolescenza da poco lasciata alle spalle.

Linda sentì tornare per un attimo lo strano sdoppiamento provato qualche ora prima in quel salone vuoto e sinistro. Era come anestetizzata, lontana da tutto. Se la fece passare quando il commissario (Germani, le pareva di averlo sentito presentarsi così) le chiese: - Conosceva nessuna di queste ragazze? –

Si riscosse e rispose: - No, le ho viste solo sui giornali e in TV. – e aggiunse subito, prevedendo l'ovvia domanda: - E non conoscevo neanche la ragazza uccisa stasera. –

Il commissario raccolse le foto e le fece sparire in un cassetto.

- Si chiamava Manuela Rinaldi, ventidue anni, studiava medicina. Le piaceva dipingere. La sua passione è stata la sua rovina. –

Spinse la sedia in avanti, toccando il bordo della scrivania con il busto. Sembrava volesse avvicinarsi, a dispetto dell'ostacolo che aveva di fronte, come a cercare un contatto più intimo con la testimone che interrogava.

"Forse è una sua tattica" pensò vagamente Linda. Comunque non le dava fastidio. Aveva un non so che di rassicurante; aveva passato da un pezzo la quarantina, era un po' tondo e gli restavano ormai pochi capelli. In fondo, in un angolo, quasi a volerlo dimenticare volontariamente, un giovane poliziotto batteva al computer ciò che si dicevano.

- Avrà sicuramente capito con chi abbiamo a che fare, vero signorina? – chiese come un insegnante, o il padre di una sua amica.

- ... Il killer del buio. – rispose in un soffio.

- Esatto. Quel maniaco ha ucciso sei... Anzi sette, adesso... Ha ucciso sette giovani donne nel giro di soli sei mesi. Tutte fra i venti e i ventisei, bionde e con gli occhi chiari. E tutte nello stesso quartiere, a Centovie. E sempre di notte. –

- E non lascia mai tracce. – concluse per lui la ragazza.

- Già, sta molto attento e usa sempre i guanti, quel bastardo... Mi scusi. –

- E di che? La definizione è quella giusta. –

Tacquero per un po', imbarazzati. Fu Linda a rompere il silenzio.

- Somiglio a quelle ragazze, sono una potenziale vittima. Non ci avevo mai pensato veramente fino ad oggi. -

La macchia nel cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora