1 Nuova Vita

1K 55 38
                                    

1

Lisa
Il mio appartamento era invaso dagli scatoloni imballati e pronti per essere trasportati l'indomani nella mia nuova casa a parecchi chilometri di distanza. La mia amica Anna mi stava aiutando con le ultime cose e ogni tanto mi abbracciava, pensando che non mi avrebbe più rivista o almeno, per un bel po' di tempo.

- Dai Anna, non vado a suicidarmi, vado soltanto a lavorare...

- Mi sembra strano non vederti più Lisa, ma non devi scordare le nostre colazioni al bar da Luca, le nostre uscite di sera e quanto ci divertivamo insieme, quando giocavamo a chi scopriva per prima il più figo che passava.

Fece una pausa di riflessione, mentre io intanto elaboravo le sue parole.

- Mi stavo chiedendo - mi guardò seria - visto che i tuoi odiano il tuo lavoro e odiano il fatto che tu vada via, non è che puoi cambiare idea e rimanere qui?

- Non ricordarmelo Anna, non posso. I miei non li ho più sentiti da quando li ho avvisati del lavoro in Svizzera. A proposito, Marco mi ha detto che sta andando tutto bene, ha già trovato delle ottime persone che ci aiuteranno ed è tutto pronto per l'apertura. Ricordati che hai promesso di venire a trovarci, magari conoscerai qualcuno che ti piacerà e resterai lì con noi. Sarebbe il massimo.

- Sì, un montanaro con le braghette in cuoio e i pom pom colorati sui calzini di lana che si schiaffeggia le chiappe...

Mi sarebbe mancata da morire. Mi sarebbero mancate le serate con gli amici. Ne conoscevamo sempre di nuovi ogni volta che uscivamo. Anna era un fenomeno a catturarli, li attirava con i suoi lunghi capelli neri, il corpo esile, ben fatto, simpatica e sempre divertente.

Il suo stile libertino la portava a fare nuove esperienze e cambiare spesso ragazzo per saggiare le diverse performances, come diceva per prendermi in giro. Il fatto che avesse studiato medicina, le dava una certa spigliatezza nei modi di approcciarsi, insomma, sapeva come prendere i suoi polli.

Non avevamo ancora un fidanzato. Io l'amore lo avevo bloccato dopo il secondo fallimento. Il primo con Gianni, per il quale mia madre stravedeva. Un bel ragazzo, figlio di amici, famiglia facoltosa, giusto da marito, rivelatosi soltanto un amante del sesso e traditore incallito. Aveva visto più mutande lui che un intero negozio di Victoria's Secret.

Il secondo, Jacopo l'avvocato, meno focoso, ma che mi esibiva con gli amici e i parenti, come fossi un trofeo da mettere in vetrina. Un perfettino che mi consigliava perfino cosa indossare. Mi sentivo troppo sotto controllo e dopo un po' mi stancai. Promisi a me stessa che mi sarei goduta la vita, accettando qualche compagnia da letto ogni tanto, ma senza impegni, come dicevo loro. Mettevo in primo piano il lavoro che mi avrebbe dato più soddisfazioni.

- Basta che tu non metta le ragnatele lì sotto - mi intimava la mia amica Anna - ricorda che hai ammazzato Rick, quando gli hai detto di no, poverino. Cos'ha che non va, ma l'hai visto? Potrebbe essere lui a farti rimanere qui.

- Sì, uno tutto muscoli e niente cervello.

- Ah beh, piuttosto che tutto muscoli e niente ucc...

- Anna, smettila. E poi puzzava le ascelle - feci una smorfia di disgusto schizzinoso.

- Ma santa donna, era appena uscito dalla palestra. Io un giretto in giostra l'avrei fatto con uno così, ma aveva scelto te...

Di una cosa ero strasicura: Anna mi sarebbe mancata come l'aria.

**

E finalmente, stavamo respirando l'aria nuova e tanto sospirata di quella parte di Paradiso.
Il mio amico Marco aveva apostrofato così quel posto di confine svizzero.
Avevamo preso in affitto uno spazio in un grande edificio, dove portare avanti con orgoglio il sogno della nostra vita.

Doubt    (Amore completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora