8 Il faccia a faccia

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Lisa

Ero ancora spaesata.
Appena entrata in quella casa di sconosciuti, lo zio di John mi abbracciò calorosamente e il signor Wassermann, prima mi scrutò e poi mi diede la mano, più per abitudine che per cortesia nei miei confronti.

La madre di John, la signora Giovanna, mi prese sottobraccio e mentre i tre uomini parlottavano tra loro, mi fece il terzo grado su come, dove e quando avevo conosciuto suo figlio ecc...
Soddisfeci la sua curiosità ampliando con dettagli e piacevoli aneddoti la nostra equivoca frequentazione, compreso il finto lavoro da bodyguard. Volevo entrare in simpatia con la signora e farle una buona impressione.

- Vede signorina, non deve farsi illusioni con mio figlio - e mi venne più vicino con il viso, quasi volesse confessarmi un segreto - le consiglio di lasciarlo perdere, prima di avere qualche delusione traumatica com'è successo alle altre. Scusi se sono così diretta, lo dico per il suo bene.

Mi colpì la sua voce pacata con il tono basso per non farsi sentire dagli altri.
E per affondare il coltello nella piaga, mi informava che la sua famiglia era nobile da generazioni e che c'erano dei progetti sul figlio, anche se lui non era d'accordo, e quindi non avevo nessuna possibilità ecc...

Mi sarei fatta piccola piccola, per poi sparire all'istante.
Con la coda dell'occhio vedevo John che mi fissava ogni tanto, distraendosi dal dialogo, forse intuiva l'aria che tirava tra me e sua madre in quel momento. Avrei voluto sparire dentro il cubo del mago Silvan.

Mi svegliò dall'incanto il campanello di casa Wassermann e dopo un po' fece il suo ingresso una "cavalla di razza", alta, fisico asciutto e un seno prorompente che sembrava finto, gambe secche coperte da calze nere velate, con sopra una minigonna verde smeraldo e camicetta scollacciata dello stesso colore, decolleté nere a tacco alto, capelli tinti nero pece, e rossetto rosso fuoco sopra due canotti siliconati.

- Buonasera a tutti e grazie cara Giovanna per avermi invitata.

Andò incontro alla signora Wassermann, salutandola in modo confidenziale, con una voce nasale antipatica e stampandole due finti baci sulle guance. Strinse la mano ai due Wasserman e lasciò per ultimo John, lanciandomi un'occhiata di sguincio, accennando col capo un mezzo saluto che diceva "Chi sei tu?".

- Ciao John come stai, è da un po' che non ci vediamo noi due, ma stasera dobbiamo recuperare mio caro.

Gli si avvicinò dandogli un leggero bacio a stampo sulla bocca guardandomi di sottecchi per marcare il territorio.

John si tirò indietro come fosse stato scottato e con una faccia contrariata guardò sua madre con due occhi che mandavano scintille, mi diede un'occhiata innocente e stava per dirmi qualcosa, quando il padre lo prese per un braccio e insieme allo zio si spostarono in uno dei tanti salottini, dopo essersi scusati con noi.

La cavalla pazza finse di accorgersi solo allora della mia presenza e si avvicinò squadrandomi da sotto in su, mentre la signora Wassermann era intenta ad impartire ordini per la cena ai suoi domestici.

- Scusa, ma tu chi sei e come mai sei qui?
Mi chiese puntando lo sguardo sulle mie scarpe e poi in su sul vestito con una smorfia disgustata sul viso.

- Piacere, Lisa, sono un'amica di John.

- Senti carina - e mi guardò con sufficienza per farmi capire quanto contavo per lei - non so come mai sei qui, ma credo tu abbia sbagliato serata, questa cena è per me e John, te lo dico nel caso ti fossi fatta strane idee su di lui. Non è roba per te, fattene una ragione, se vuoi puoi anche tornartene a casa.

- Signori a tavola!
Chiamò la signora Wassermann con un leggero battito di mani.

Dovevo avere la faccia stravolta, quando John mi prese per un braccio chiedendomi se stessi bene.

Doubt    (Amore completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora