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John
Non mi sembrava vero di essere a casa con la magnifica ragazza che da un po' di tempo mi ossessionava i pensieri. Temevo di averla persa, era tosta e cocciuta e non mi era caduta ai piedi come tutte le altre. Avevo escogitato bene il piano delle rose e l'avevo adescata con facilità. Ma non potevo permettermi di perderla di nuovo e non così ingenuamente.
Perché con lei mi sentivo un pivello?Volevo essere sincero con un tipetto come lei e avevo capito che dovevo trattarla con i guanti, perché non era come le altre. Certo non era stata una bella idea, quella di volerla conoscere sotto falso nome, ma in quel caso mi avrebbe visto con occhi diversi e avrebbe fatto un pensierino sul mio patrimonio pure lei.
No, doveva restarne fuori e conoscermi per quello che ero, e stava funzionando alla grande, finché non aveva scoperto l'imbroglio.Mi stavo già crogiolando all'idea di averla per casa come ragazza fissa, non mi avrebbe dato fastidio averla intorno. Era intelligente, sensuale, seria, indipendente. Ma forse non era libera, forse quel suo amico Marco era in realtà qualcuno che se la portava a letto.
Non ci volevo nemmeno pensare, perché gli avrei fatto vedere i sorci verdi, se fosse stato vero.
John Wassermann non condivideva, prendeva e mangiava.**
LisaFinito di scrutare il grande salone con la coda dell'occhio fin dove potevo, vidi John accanto a me che non smetteva di fissarmi, come se fosse in attesa di dirmi qualcosa di importante, il che mi mise non poco in soggezione.
Mi salvò una signora che arrivò dal nulla ad interrompere quel timido silenzio. Di mezza età, lineamenti comuni, vestita sobriamente, mi salutò abbassando un po' il capo sotto la massa riccia e scura dei suoi capelli corti, appoggiò sul tavolino due tazze di caffè fumante e mi sorrise appena, educatamente.- Grazie Wanda, puoi andare.
Le disse John gentilmente col tono della voce basso, mentre continuava a rimanere con lo sguardo nei miei occhi, puntando a fondo i suoi due magneti, trapanandomi le pupille.
Dio come mi sentivo imbarazzata!
Poi mi ricordai di non avere nessuna colpa da espiare, specialmente con lui, e ripresi il mio solito finto autocontrollo di difesa.- Allora - lo esortai scocciata fingendo pure a me stessa - perché sono qui?
In realtà avrei voluto conoscere tutto di lui, avrei voluto sapere come viveva, cosa faceva, cosa pensava di me, che intenzioni aveva e perché mi aveva mentito.
- Ecco - cominciò indicandomi intorno con la mano - io abito qui. Vivo da solo e il mio nome è John Wassermann e non sono una guardia del corpo. Avevo sentito in giro del tuo arrivo, parlavano di una bellissima ragazza che era venuta ad abitare qui. La città non è grande e non sei passata inosservata. Così mi sono incuriosito e ti ho voluto conoscere...
Non era finita la confessione, fu solo interrotta dal campanello di casa.
Avrei voluto andarmene da lì, ero a disagio e non capivo ancora il vero motivo che lo spingeva a volermi conoscere.- Scusami solo un attimo.
Mi disse andando incontro ad un ragazzo che stava entrando seguendo la figura di Wanda.- Ti presento il mio amico-fratello Stefano. Siamo cresciuti insieme ed è più qui che a casa sua ormai - disse ridendo, presentandomi un bel ragazzo solare dallo sguardo furbo, all'apparenza sincero - è un bravo medico all'ospedale qui vicino. Se dovessi aver bisogno, te lo consiglio.
E subito pensai alla mia amica Anna, brava fisioterapista, sincera, fedele, pronta ad aiutarmi e sostenermi ogni volta che la chiamavo quand'ero in difficoltà. Da quando ci eravamo conosciute in prima superiore, eravamo diventate subito amiche ed eravamo cresciute insieme come sorelle.
Avevo un forte bisogno di chiamarla, mi avrebbe consigliato il da farsi senza pensarci su. Mi mancava ogni giorno la sua presenza. Sentivo la mancanza anche dei miei genitori, ma lo nascondevo a me stessa, insieme a un po' di rimorso.
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Doubt (Amore completa)
RomansaContinuavo ad assillarmi con domande scomode. Angelo o diavolo, bello e adorabile o arrogante tentatore? Un dio sceso in terra consapevole del suo fascino. Ma cosa voleva da me? Non facevo parte del suo mondo e non mi interessava far crescere il su...