32
John
L'acqua della mia piscina calda, accogliente come un grembo materno, mi sosteneva e mi cullava, mentre mi rilassavo a suon di piccole bracciate.
- Le hai già fatte le venti vasche, viscido celenterato, amorfo sfaticato? - mi gridò Stefano avvicinandosi.
Avevamo nuotato, braccio a braccio, fermandoci ogni tanto a riprendere fiato, mentre parlavamo dei fatti accaduti qualche giorno prima. Troppo seri per essere tralasciati fra una boccata e l'altra, e troppo importanti per essere dispersi tra una bracciata e l'altra.
- Quindi - continuò il mio amico, fermandosi a bordo vasca - le hai raccontato che la governante aveva per sbaglio confuso le tazze di tisana, una delle quali con il sonnifero per la sua insonnia, facendo così addormentare lei al posto della governante. Poi sei arrivato tu, l'hai messa in aereo e tutti a casa. E ti ha creduto?
Annuii raccontandogli qualche altro dettaglio.
- Abbiamo concordato con Duval: tanti soldi in cambio del suo trasferimento all'estero. Non dovrà cercarci né contattarci per nessun motivo, lascerà in pace Lisa e si terrà lontano dalla mia famiglia e dai miei affari. È più pericoloso di quel che sembra.
- E credi che farà tutto quello che gli hai detto ? - mi chiese scettico Stefano.
- Deve farlo, ha troppi scheletri nell'armadio. Pensa se Lisa fosse venuta a conoscenza del suo gioco, lo avrebbe denunciato per sequestro di persona, come minimo, e la polveriera dei suoi affari avrebbe innescato una guerra infinita.
E poi, io non vedo, non parlo, non sento, solo se lui terrà fede al patto. E non è uno stupido credimi. Sa chi siamo noi.- E come sei messo con lei?
- Non ridermi in faccia se ti dico che non vedo l'ora di averla qui davanti a me. Cazzo, mi sento ubriaco quando ce l'ho davanti e non sai cosa provo, quando ce l'ho tra le mani.
Avevo la testa ancora con le immagini del suo corpo sul mio letto, i capelli lisci che amavo accarezzare, così morbidi e setosi, le curve così perfette che mi facevano rincretinire. Non esisteva creatura più bella.
- A proposito - continuai- sabato a cena dai miei, sei invitato e non mancare. Ci saranno pure Anna, i genitori di Lisa, zio Edo, Marco e alcuni altri amici.
- Quindi pace fatta, andate d'amore e d'accordo. E dimmi, vi sposate, ci sono figli in arrivo? Sembrerebbe una riunione di famiglia in piena regola.
- Stupido! - sorrisi - hai azzeccato in parte, fratello. Ci sarà una sorpresa, ma non aspettiamo nessun bebè, anche se, potremmo lavorarci fin da ora per riuscirci al meglio e quanto prima - e ammiccai dandogli un affettuoso pugno al bicipite.
**
Lisa- Mamma sto bene, non preoccuparti, mi ero presa un giorno di vacanza e ora mi sto dando da fare in ufficio.
Mia madre mi aveva cercata il giorno dopo la festa. Non rispondevo al cellulare e nessuno sapeva dove fossi. Non riuscivo a darmi una spiegazione nemmeno io, di quello che mi era successo. Quella governante e poi Duval che non riuscivo a contattare per ringraziarlo, perché aveva sempre il cellulare spento.
Parlammo molto io e John, durante il volo e nei giorni seguenti a casa mia e da lui.- Piccola, mi fai morire - e mi accarezzava e mi stringeva ad ogni occasione, quasi temesse di perdermi.
Ci spiegammo reciprocamente e arrivammo alla stessa conclusione: non riuscivamo a stare l'uno senza l'altro.
C'era un'attrazione molto forte tra di noi. I nostri corpi si cercavano e il profumo della sua pelle era un costante invito a coccolarmi fra le sue braccia.
Ci confessammo la nostra ostentata testardaggine e la caparbietà che ci aveva occluso la possibilità di viverci appieno, di scambiarci e mostrarci i nostri veri sentimenti con il timore di vederseli ritornare indietro, e che ci facevano allontanare sempre di più.
Si poteva essere più scemi di così?
STAI LEGGENDO
Doubt (Amore completa)
RomanceContinuavo ad assillarmi con domande scomode. Angelo o diavolo, bello e adorabile o arrogante tentatore? Un dio sceso in terra consapevole del suo fascino. Ma cosa voleva da me? Non facevo parte del suo mondo e non mi interessava far crescere il su...