25 La sfilata

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John

Andai in ufficio la mattina presto deluso per non aver trovato Lisa e la sua amica la sera prima, come avevamo preventivato io e Stefano.

- Scusa John - la mia segretaria entrò sculettando nei suoi pantaloni neri attillati che segnavano fin troppo bene le sue forme, una camicetta gialla che lasciava vedere il bordo di un reggiseno in pizzo, e ricordai in un flash quello che c'era sotto - tuo padre è appena arrivato e ti vuole nel suo ufficio, subito - la mora ammiccò, pronunciando le ultime parole e si girò suadente di fronte al sottoscritto, nei suoi tacchi alti che davano l'impressione di farla inciampare da un momento all'altro.

Ma cosa voleva, che la strapazzassi nel mio ufficio o nel bagno, com'era accaduto, nemmeno ricordo quando? Bastava farci del sano sesso una volta, e si vedevano già con l'anello al dito, sognando magari di vivere a casa mia e condividere il mio stesso letto, e che caspita!

- Bene signorina - presi le distanze, dandole del lei per fugare qualsiasi dubbio o equivoco da parte sua - vada pure - e le indicai la porta con il gesto della mano e senza alzare la testa dai fascicoli sulla scrivania, perché, come diceva mio padre "niente distrazioni sul lavoro" e perché ero un vero e proprio bastardo tutto d'un pezzo, io, e me ne vantavo.

- Buongiorno figliolo - mio padre mi salutò, seduto sulla sua comoda sedia di pelle nera, scrutandomi da sopra gli occhiali che teneva in bilico sulla punta del naso - tua madre insiste, perché ti faccia il terzo grado su quella ragazza. Cos'hai da dirmi oltre a quello che già so?

- Cosa vuoi sapere di preciso papà? - chiesi curioso.

-Non dirmi il corpo, il culo e altro che ti fa perdere la testa sotto le coperte - continuò mio padre - si vede che è una bella donna, ma quello che vogliamo sapere è: che intenzioni hai con lei, se fai sul serio con lei, se te la tieni per almeno tre mesi di seguito, se le regalerai l'anello della nonna, se la porterai con te alle cene e alle feste. Insomma, tua madre vuole sapere se pensi di farci qualche pargolo, insieme. E già questo ti dice tutto.

Lo osservai serio, senza trasparire emozioni, e restando in piedi davanti alla sua scrivania, mi abbassai verso di lui per guardarlo meglio negli occhi.

- Sai papà, dì alla mamma che sarete i primi a saperlo, quando mi sposerò.

Gli strizzai un occhio e lo lasciai con il suo dilemma. Non volevo mettere Lisa in difficoltà ancora una volta e a causa dei miei. Già avevano saputo, chissà come, della sfilata a Berlino e conoscendo mia madre, avrebbe sicuramente chiesto a Lisa di potervi partecipare, se non altro per pura curiosità.

- A proposito, mi stavo dimenticando - mi fermò con la sua voce autoritaria - tua madre ha invitato i signori Salimbeni a cena la prossima settimana ed è richiesta la tua presenza e quella di, come si chiama, Lisa?

Questo non ci voleva.
Stavo già pensando alla reazione che avrebbe avuto la mia streghetta, alla notizia.
Non si erano lasciate tanto bene, lei e sua madre, giorni prima.
Con mia madre poi non era scattato l'idillio e già immaginavo l'esito scontato di tutta la vicenda.
Me l'ero proprio cercata la iattura, le relazioni serie portavano solo guai in famiglia.

Non avevo mai avuto rogne, finché mi divertivo e cambiavo partner ogni volta. E alla fine mi trovavo con la ragazza più bella che avessi mai visto, che mi faceva impazzire, che mi eccitava da morire solo a vederla, che mi portava in conflitto costante contro i miei genitori, i suoi, i vari corteggiatori, e la gelosia che mi rodeva dentro da quando l'avevo conosciuta.
Che stress le donne!

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Lisa

- Jenni, siamo in ritardo sulla tabella di marcia, manda avanti gli abiti da sera, io vado a cambiarmi, dai, veloci ragazze!

Doubt    (Amore completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora