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Lisa
Adoravo il mio lavoro. Mi ero spremuta fino all'osso per riuscire a modificare quel modello davvero ostico, e lo avevo fatto diventare il capo preferito dei nostri compratori, grazie anche all'intuito e la bravura di Robert, che lo fece balzare ai primi posti nei vari fashion-book.
- Lo sai che ti sposerei anche subito, vero? - mi sorrise strafottente Robert, accarezzandomi la guancia - sei la prima che riesce a tenermi testa in questo campo. Mi fai impazzire Lisa. Dimmi di sì e ti farò vivere in un mondo da favola, pensaci tesoro, non sto scherzando. Siamo perfetti io e te.
Stavo per rispondergli, quando la porta si aprì di colpo.
- Allora Lisa - Marco mi si parò davanti con tutta la sua bellezza mediterranea, interrompendo quello strano momento - ce l'hai fatta e non avevo dubbi. Testarda come sei, hai fatto un capolavoro. Sono davvero orgoglioso di essere il tuo socio - e mi scoccò un bacio sulla guancia - ho interrotto qualcosa? - ci guardò entrambi con un'espressione di sorpresa e curiosità, saggiando il terreno.
- Oh no - rispose Robert con indifferenza - stavo giusto andando via - si avvicinò parlando a bassa voce - pensa a quello che ti ho detto, non scherzavo.
- Allora Lisa - tutto bene? - Marco, con il sopracciglio alzato sembrava non credere alle parole di Robert che era scappato troppo in fretta, ma gli feci un sorriso e un cenno del capo per fargli capire che era tutto ok - devo andare, altrimenti faccio tardi, stasera ho una cena da amici, vuoi venire anche tu?
- Grazie Marco - mi scusai di non poter accettare - anch'io ho una cena, anzi, se domani farò tardi, sarà perché John mi avrà messo del veleno nel cibo, visto che sono a cena da lui stasera.
- Caspita che onore - e si avvicinò al mio orecchio - mi raccomando trattamelo bene, in fondo non è poi così tanto male. Si butterebbe nel fuoco per te, dagli una chance. Ciao terremoto! - e mi fece l'occhiolino, uscendo dalla porta frettolosamente.
Ero stanca ma felice, mentre tornavo a casa con la mia solita, amata Mini color panna, e pigiavo sull'acceleratore per fare più in fretta che potevo. Prima arrivavo e più tempo avevo per prepararmi al meglio. Ero sovraeccitata al pensiero di vedere John, e le parole di Marco mi avevano fatto da eco nella mente durante tutto il tragitto.
Come mi sarei dovuta comportare?
Far finta di niente e lasciarlo parlare, per poi saltargli addosso e perdonarlo?
Mandarlo a quel paese, sfogando la mia rabbia con epiteti mai usati prima, sciorinando tutta la mia conoscenza stilistica di improperi, e tornarmene a casa, dopo averlo lasciato con un palmo di naso, ma insoddisfatta dentro?
Discutere insieme, ascoltare ciò che aveva da dire in sua discolpa e valutare al momento, secondo il mio stato d'animo, la mia difficile e volubile scelta?
Oppure sedurlo con le mie moine e circondarlo con sensuali movenze da lap-dance, sovreccitarlo al massimo e lasciarlo nel momento clou, da solo e insoddisfatto nei suoi mitici boxer?Dicendo e pensando, mi trovai davanti allo specchio di casa, con addosso un tubino monospalla verde smeraldo, una ruche in vita fermata da un fiore di strass dello stesso colore, come pure il filo sottile che sosteneva la spalla nuda, le mie decolleté tacco dieci del mio amico Francy, capelli appena ondulati, sciolti lungo le spalle e trattenuti da un sottile cerchietto luce, trucco leggero, cappotto di una tonalità più scura, e via!
Mi sembrava fosse passata una vita, da quando avevo lasciato la casa di John, e trovarmi davanti al suo cancello, mi suscitò un senso di ansia che per un attimo mi invogliò a tornarmene indietro e di corsa.
Ma il cancello automatico si mise in movimento, così entrai.Non era cambiato niente, il giardino con le sue sculture bianche che sembravano salutarmi, la casa con i tanti, enormi finestroni davanti. Riconobbi i due porticati ai lati e l'enorme portone che si aprì appena fermai l'auto.
Notai altre auto vicino ai garage, e sorrisi al pensiero della passione di John, ma quante ne aveva!
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Doubt (Amore completa)
RomanceContinuavo ad assillarmi con domande scomode. Angelo o diavolo, bello e adorabile o arrogante tentatore? Un dio sceso in terra consapevole del suo fascino. Ma cosa voleva da me? Non facevo parte del suo mondo e non mi interessava far crescere il su...