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- fell apart and felt a part.

«Axl, lo so che ti piace Jen, non l'ho neanche sfiorata.»

Ho guardato Izzy, forse gli era passata la sbornia, oppure sapeva mentire davvero bene anche da ubriaco. Non lo sapevo, ma se lo avesse detto a me io ci avrei creduto. Axl mi ha guardato, c'era un silenzio che dava fastidio, gli altri erano stati costretti a cacciare le ragazze che avevano portato e io mi sentivo in colpa anche per quello.
Axl si è alzato e si è messo davanti a me:

«Bene.» aveva uno sguardo corrucciato e pensavo mi stesse per urlare in faccia «Ma adesso è meglio che ti rivesti, vedo le erezioni di Slash e Duff da tre metri di distanza.»

Mi sono messa a ridere e ho aspettato che Axl mi abbracciasse, lo adoravo. Intanto Slash e Duff si erano guardati in basso e si erano messi a ridere. Steven ha aiutato Izzy a medicare le ferite, poi io e Axl siamo tornati nel mio appartamento:

«Mi sa che oggi non era il giorno giusto.» ha detto, accarezzandomi delicatamente la guancia, io mi sono messa a giocare con i suoi capelli.

«Forse è meglio aspettare un po'.»

Lui mi ha baciato dolcemente e poi mi ha stretto a sè, emanava calore e io non volevo più separarmi da lui. Axl mi ha lasciato con riluttanza e poi si è rivestito:

«Ci vediamo domani, buonanotte.»

Mi ha baciato e poi è uscito di casa, mi sono messa a fissare la porta e mi sono accorta poco dopo di stare sorridendo come un'ebete da mezz'ora. Era l'effetto Axl Rose, ma non quello bipolare, schizzato e violento. Quello dolce, premuroso e fantastico.
Sono andata a dormire con il pensiero delle sue labbra e dei suoi baci, era una favola.
La mattina dopo mi sono svegliata molto lentamente, mi sono tranquillamente fatta la doccia e poi ho preparato un po' di uova e pancetta per pranzo, tanto era troppo tardi per la colazione. Mentre sistemavo il piccolo angolo cottura che aveva il mio appartamento, ho sentito qualcuno bussare alla porta, sono andata ad aprire già sapendo chi fosse:

«Axl.» gli ho sorriso, lui si è abbassato verso di me e mi ha baciato.

L'ho fatto entrare e poi ho aspettato che mi dicesse qualcosa:

«Ho iniziato a scrivere una canzone...» ha detto, prendendomi la mano, poi mi ha guardato negli occhi «È per te.»

Io ho sgranato gli occhi, ho portato le mani sulla bocca e mi sono messa a ridere nervosamente, lui mi ha sorriso e mi ha stretto a sè, accarezzandomi i capelli:

«Axl ma è una cosa meravigliosa.» ho detto, lasciandogli un bacio sulla guancia.

«Spero ti piaccia, appena la finisco te la faccio sentire con gli altri. Slash e Izzy stanno già lavorando sulla musica.»

Io gli ho sorriso di nuovo e mi sono fiondata sul suo collo, lui mi ha preso per i fianchi e mi ha sollevato, facendomi girare.

«Questa sera ci hanno chiamato per suonare in un locale qui vicino...vuoi venire a sentirci?» mi ha chiesto, con gli occhi pieni di soddisfazione.

«Certo, starò sotto il palco a fare casino per voi.»

Lui mi ha sorriso e mi ha lasciato un bacio sulla fronte, poi mi ha preso per mano e mi ha portato fuori casa. Ha bussato alla porta del suo appartamento e Slash ha aperto:

«Jen, Axl è venuto a prenderti.»

Gli ho sorriso e sono entrata, seguita da Axl. Ogni volta che mi trovavo in una stanza con Slash, avevo la sensazione che lui mi fissasse ogni secondo e non capivo se mi desse fastidio o mi facesse incuriosire. Duff stava aiutando Steven ad alzarsi dal pavimento, accanto a lui c'era una pozza di vomito, ho storto il naso per la puzza, cercando di non sembrare maleducata:

«Che è successo a Steven?» ho chiesto, con tono preoccupato.

«Ha esagerato, come sempre.» ha risposto Duff, sforzandosi per far mettere in piedi Steven, sembrava che quella fosse una routine quotidiana e Duff ormai era abituato a pendersi cura di Steven.
Ho guardato Axl, lui ha abbassato lo sguardo, era afflitto nel vedere i suoi amici ridotti in quel modo: Steven che stava male per l'alcol, Slash e Izzy drogati e Duff mezzo ubriaco che si occupava di Steven. Alla fine c'era lui, che si divertiva come i suoi quattro coinquilini ma riusciva a mantenere il controllo e, inoltre, doveva stare dietro alla salute dei suoi amici. Gli ho stretto la mano, lui mi ha guardato e mi ha fatto un sorriso stanco, forse era difficile per lui mantenere il controllo proprio perché doveva fare da padre per se stesso e gli altri.

«Izzy, dove hai messo la mia bustina?» ha detto Slash, spostandosi lentamente i capelli dal viso, anche se gli erano tornati subito come prima.

«Mi sa che l'ho presa per sbaglio io, stamattina non sono riuscito a evitare.» ha risposto lui, bevendo dalla lattina di birra, Slash lo ha guardato male e, barcollando si è messo in piedi.

«Cioè, mi stai dicendo che ti sei fatto la mia eroina?»

«Ma che vuoi? Fino a prova contraria, te l'ho presa io.»

Slash lo ha guardato per qualche secondo, Axl stava fremendo accanto a me, io invece ero un po' agitata. Ma Slash ha scrollato le spalle e si è avvicinato a me, io ho guardato Axl e lui mi ha fatto cenno di non preoccuparmi:

«Jen, tu passi vicino al palazzo di Jeff quando vai a lavoro, vero?» ha chiesto Slash, tirandosi sopra i pantaloni slacciati, non aveva la maglia.

«Sì...» ho detto io, già immaginando cosa mi volesse chiedere.

«Quindi, se volessi, potresti prendermi un po' di eroina.» ha detto lui, ammiccandomi con un sorriso.

«Ma non ci penso neanche.»

«E dai...» ha detto lui, spostandosi i capelli dagli occhi, quella chioma era indomabile.
Ho guardato Axl, lui ha scrollato le spalle, forse potevo provare a prendergli solo una bustina, nessuno se ne sarebbe accorto e poi sarei corsa via.

«E va bene, ma solo una bustina.»

Slash mi ha sorriso, aveva un sorriso bellissimo, era così raro vederlo sorridere che le poche volte che lo faceva, lo faceva bene.

Give me a rose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora