- Saul Hudson.
Stavo riflettendo su quello che avevo appena fatto, avevo la testa fra le mani e lo sguardo perso, mi stavo già pentendo di quella situazione.
Ho sentito qualcuno bussare alla porta, l'ho guardata e ho aspettato che parlasse:«Jen» la voce rauca di Slash era ovattata dalla porta «sono io.»
Ho sospirato e mi sono alzata lentamente, sono andata verso l'entrata e ho aperto la porta, avevo lo sguardo basso e non riuscivo a guardare in faccia Slash. Lui è entrato e ha chiuso la porta, poi mi ha alzato delicatamente il viso con un dito sotto al mento, mi ha sorriso dolcemente e ha detto:
«Vuoi parlare?»
Ho annuito e poi siamo andati a sederci sul divano, lui mi ha rivolto la sua completa attenzione e mi ha messo una mano sulla gamba, come per farmi capire che stava accanto a me. L'ho guardato e ho iniziato a spiegare:
«Slash, io non volevo essere così scontrosa con Duff...» ho distolto lo sguardo dai suoi occhi e ho continuato «Ma lui ha detto quelle cose e mi ha dato fastidio.»
«Cosa intendevi alla fine? Quando non hai finito la frase...» era molto serio, non staccava i suoi occhi dai miei.
«Forse...» ho deglutito rumorosamente e ho preso coraggio «Forse ti amo.»
Slash ha sgranato gli occhi e mi ha guardato intensamente, la sua mano si è fatta più pesante sulla mia gamba, stava stringendo la coscia:
«C-cosa...?» la sua voce era incrinata.
Ho alzato la testa al cielo e ho sospirato:
«Ecco, ho rovinato tutto.» mi sono staccata improvvisamente e mi sono alzata, camminando nervosamente avanti e indietro.
Slash mi osservava ed era rimasto immobile, con un'espressione stupita in faccia, poi si è alzato e mi ha fermato mettendomi le mani sulle spalle:«Non hai rovinato niente.» mi ha preso il viso tra le mani «Grazie di amarmi.»
Poi mi ha baciato, era stato emozionante. Forse il primo vero bacio che c'è stato tra me e Slash. Era...amore?
Slash si è staccato e mi ha sorriso, con uno di quei sorrisi meravigliosi ma rari:«Ti amo anch'io, sai.»
Io mi sono messa a ridere e ho abbassato la testa, sembrava stesse scherzando, Slash era l'ultima persona che immaginavo di vedere innamorata. Lui mi ha costretto a guardarlo e ha detto, seriamente:
«Non sto scherzando.»
Allora io gli ho preso la mano e gli ho lasciato un bacio sulla guancia, poi lui mi ha abbracciato. Mentre mi lasciavo andare tra i suoi fantastici capelli lui ha sussurrato, stringendomi ancora più forte:
«Devo raccontarti di Saul.»
«Saul?» ho detto, staccandomi dall'abbraccio e guardandolo con le sopracciglia inarcate.
«Saul Hudson.»
Mi ha portato con lui sul divano e si è schiarito la gola, poi mi ha guardato e ha iniziato a parlare:
«Il mio vero nome è Saul Hudson. E sono inglese.»
Ho strabuzzato gli occhi, non me lo aspettavo. Il suo accento mi diceva tutt'altro, forse era semplicemente bravo nel camuffarlo.
«Mia madre è una stilista afroamericana e mio padre un artista inglese. Sono nato a Hampstead e poi ho vissuto a Londra, poi però sono iniziati i problemi tra mia madre e mio padre.» ha abbassato la testa «Mio padre se ne è andato di casa, mia madre doveva pensare a me e a mio fratello, stavamo un po' nella merda. Io ho iniziato a fumare e bere, ho iniziato anche a fare gare di BMX e con i soldi che vincevo andavo al bar oppure li davo a mia madre. Poi mia nonna mi ha regalato la mia prima chitarra e allora ho iniziato a suonare.»
Quando parlava della sua chitarra, i suoi occhi assumevano una luce strana, il suo intero viso sembrava illuminarsi al solo pensiero della musica. Quella era la magia dei Guns, l'amore che provavano per quello che facevano.
«Arrivavo a suonare anche dodici ore al giorno, saltavo la scuola e restavo a fumare fino a tarda notte. Alla fine, ho abbandonato il liceo al quarto anno, ero intenzionato a suonare la chitarra e basta. All'inizio è stata dura, ma ormai non vivevo più a Londra e Los Angeles mi sembrava la città giusta per sfondare con la mia musica.» ha sorriso sommessamente e poi mi ha guardato negli occhi «Non avevo capito proprio un cazzo.»
Io gli ho messo una mano sulla guancia e ho sorriso:
«Slash...guarda dove sei arrivato ora. E questo è solo l'inizio.» mi sono avvicinata a lui e ho continuato «Ormai Saul Hudson vive dentro di te e ci sarà sempre, ma adesso è arrivato il turno di Slash.» lui mi ha sorriso e poi mi ha baciato.
Ero appena entrata nell'appartamento dei Guns N' Roses, gli unici presenti erano Steven e Duff, mi sono avvicinata a quest'ultimo e ho detto:
«Duff...scusa se prima ho fatto quella scenata.»
«Non sei tu a doverti scusare, sono io il coglione.» mi ha sorriso e poi mi ha abbracciato, stava stringendo molto.
«Duff ok, adesso puoi lasciarla.» Slash si è avvicinato e ha messo una mano sulla spalla del suo amico, lui si è messo a ridere e poi si è allontanato.
«Stavo solo aspettando la tua reazione.» ha detto in modo scherzoso mentre si avvicinava al basso.
Nel frattempo Izzy e Axl erano rientrati a casa e avevano comprato il pranzo, Axl appena mi ha visto mi ha sorriso ed è venuto ad abbracciarmi, Izzy mi ha sorriso con la sua aria misteriosa. Poi ognuno ha preso il proprio strumento e hanno iniziato a provare, io mi sono accomodata sul divano e mi sono rilassata, cullata dalla musica fantastica che facevano quei ragazzi.
STAI LEGGENDO
Give me a rose.
FanfictionJen stava tornando dal suo lavoro come barista in un locale di Los Angeles, ma mentre attraversava le strade più malfamate della città, diretta verso il suo appartamento, ha incontrato due ragazzi di una band emergente formata da altri tre ragazzi c...