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- gigs and fame.

Quella sera, il medico ha permesso a Steven di firmare le dimissioni. Era un po' stanco, il viso era pallido e aveva la nausea, ma si era ripreso bene. Lo abbiamo accompagnato a casa e gli abbiamo dato da mangiare, poi io sono tornata nel mio appartamento e sono andata a dormire. Anche quella giornata era passata sul filo di un rasoio.
La mattina dopo, mi sono preparata lentamente e ho pranzato con un toast veloce, poi ho preparato i vestiti che avrei dovuto mettere quel pomeriggio per andare a lavoro. Dall'appartamento accanto al mio, si sentivano continuamente le canzoni che stavano provando i Guns N' Roses, c'erano alcune che non avevo mai sentito ma che già amavo. Così ho deciso di andare da loro per vedere cosa stessero facendo.
L'atmosfera era carica di tensione, Slash e Duff stavano lavorando con la musica, Axl e Izzy stavano discutendo su un testo con un foglio in mano e Steven stava cercando di dare il tempo giusto per scrivere la metrica. Erano concentratissimi.

«Wow...già vi vedo impegnati.»

Slash ha alzato lo sguardo e mi ha sorriso, ha posato la chitarra e mi è venuto incontro, aveva solamente un paio di mutande addosso e gli stavano benissimo, mi ha abbracciato e mi ha lasciato un bacio sul collo, i suoi capelli erano come sempre morbidissimi. Gli altri mi hanno sorriso e hanno continuato a lavorare.

«Avete scritto qualcosa di nuovo?» ho chiesto, andando verso Izzy e Axl.

«Sì, abbiamo anche registrato Welcome to the jungle e Sweet child.» ha detto Axl, appena l'ho sentito nominare la canzone che aveva scritto per me, ho sentito gli occhi inumidirsi.

«Adesso stiamo cercando di scrivere qualcosa che si dovrebbe chiamare You're crazy.» ha detto Izzy, concentrandosi sul foglio pieno di cancellature, io ho sorriso e ho detto:

«Sicuramente sarà un altro capolavoro.»

Duff è venuto verso di noi e ha detto, rivolto ad Axl:

«Abbiamo buttato giù qualche riff e Slash sta provando l'assolo per It's so easy.» Axl ha annuito e ha indicato a Izzy un foglio sul divano.

«Ehi Jen, questa mattina ci hanno dato la busta paga!» ha detto Steven dalla batteria, con il suo sorriso dolce stampato sul viso. Io ho sorriso a mia volta e ho detto:

«Allora state già diventando ricchi.» ci siamo messi a ridere.

Verso le cinque sono andata a lavorare, anche se Slash non voleva lasciarmi andare. Dopo un inutile turno lavorativo, che, come sempre il pomeriggio, non aveva portato molti clienti, sono tornata nell'appartamento dei ragazzi. Erano quasi le dieci di sera e si sentiva un grande casino dentro quella casa, ho bussato ma sicuramente non avevano sentito, così ho aperto la porta e sono entrata. Sono rimasta scioccata mentre vedevo la scena che avevo davanti: c'era una cappa di fumo sul soffitto, Axl stava con tre ragazze mentre beveva vodka da una bottiglia, Duff e Steven stavano di nuovo bevendo litri di birra e fumavano chili di sigarette mentre due ragazze li toccavano. Slash e Izzy si stavano preparando una striscia di cocaina e la stavano sniffando dal tavolo della cucina, mentre fumavano due spinelli.
Ho tossito per il troppo fumo e la puzza di alcol, mi lacrimavano gli occhi, sono andata verso la finestra e l'ho aperta. Quella situazione era indecente, c'erano prostitute che approfittavano di Axl, erano tutti ubriachi e c'era droga dappertutto. Ero quasi caduta nel panico.
Quando ho visto Slash che mi raggiungeva con il suo atteggiamento bracollante e un po' addormentato di sempre, mi sono rassicurata, gli ho sorriso e lui ha ricambiato. Ma quando si è spostato i ricci dagli occhi, ho visto i cerchi rossi intorno ad essi e l'espressione di una persona drogata:

«Slash, sei troppo fatto.»

«Non è vero, guarda quante persone che abbiamo invitato...i soldi sono bellissimi.» ha sorriso e mi ha circondato con le sue braccia, puzzava un po' di alcol.
Poi ha iniziato a baciarmi il collo, spingendomi verso il divano, mi ha fatto allungare con forza lì sopra e ha iniziato a baciarmi con foga, io lo spingevo via, non volevo che succedesse mentre lui stava in quelle condizioni:

«Slash, basta, sei ubriaco e fatto.»

Ma lui continuava a baciarmi e mi stava slacciando i pantaloni:

«Shhh, non dire niente.»

Ha iniziato a tirare via i miei pantaloni, mentre lui si stava abbassando le mutande, io mi agitavo sotto di lui mentre cercavo di liberarmi dal suo peso. Gli tiravo dei pugni sulla schiena ma lui rideva e mi baciava il collo, io non sapevo più cosa fare, non volevo che continuasse:

«Slash, lasciami!» ho scalciato e ho colpito i suoi testicoli con le ginocchia, lui ha fatto un verso di dolore ed è caduto a terra in ginocchio.
Io mi sono alzata di scatto e sono corsa via, lasciando quell'inferno.

Quando sono tornata a casa, ho chiuso la porta e sono rimasta a fissarla, poi sono andata al bagno e ho fatto la doccia. Sotto il getto dell'acqua, ho iniziato a piangere. Slash mi stava quasi per portare a letto e io non volevo. Non volevo che succedesse in quel modo, con lui in quello stato.
Mi sono stretta in me stessa e ho continuato a piangere, rivedevo le scene che avevo vissuto poco prima in quell'appartamento e sentivo i brividi percorrermi la spina dorsale.
Sono uscita dal bagno e mi sono infilata sotto le coperte, non mi interessava nulla né dei capelli bagnati e neanche che ero nuda. Volevo solo dormire e dimenticare quello che avevo visto nell'appartamento dei Guns N' Roses.
Peccato che quella notte non ero riuscita a chiudere occhio, sia per il costante macello che si sentiva nell'appartamento accanto al mio, sia perché ogni volta che chiudevo gli occhi rivedevo Slash che mi costringeva a stare con lui. Forse non era più un sogno quello di conoscere una rock band, forse era appena iniziato l'incubo.

Give me a rose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora