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- Geffen Records.

Slash si è alzato lentamente dal letto, mentre lo aiutavo ho sentito Steven che mi chiamava dal salone, io e il chitarrista siamo andati verso il divano, dove c'era Axl. Stava seduto e, a quanto pareva, Duff e Izzy erano riusciti a farlo calmare. La bandana che portava in testa era un po' caduta sui suoi occhi e, come sempre, era bellissimo.
Lui mi ha guardato negli occhi, aveva uno sguardo afflitto e dispiaciuto, sembrava che si stesse per mettere a piangere anche lui, io non sono riuscita a sostenere i suoi occhi e ho distolto lo sguardo. Si è alzato e si è avvicinato a me, io mi sono allontanata istintivamente, Slash stava guardando la situazione in silenzio, ma vedevo la tensione nelle sue braccia contratte. Izzy, Steven e Duff erano pronti ad intervenire nel caso Axl avesse di nuovo fatto una scenata come quella di prima.
Il cantante ha posato una mano delicatamente sul mio braccio, io sono sobbalzata e mi sono scostata dal suo tocco:

«Jen, ti prego, perdonami.» l'ho visto mentre abbassava la testa e poi la rialzava, aveva gli occhi lucidi «Non volevo dirti tutte quelle cose, non volevo ferirti.»

«Davvero?» l'ho guardato con rabbia «Ma ti rendi conto di tutto quello che mi hai detto? Mi sono sentita urlare contro insulti che non mi appartengono minimamente. Per tua informazione, io sono andata a letto con te perché ti amavo, non perché così poi mi sarei fatta anche gli altri. Ma a quanto pare non la pensi così, Axl.»

«Jen, lo so che non sei quel tipo di ragazza. Ero incazzato perché ti avevo visto che baciavi Slash.» nel pronunciare quel nome, si è girato a guardarlo e gli ha lanciato un'occhiata velenosa.

«Non mettere in mezzo Slash. Lui è ubriaco fradicio e non si ricorda neanche quello che è successo, a parte i tuoi pugni che gli arrivavano in faccia.»

«Jen per favore, torniamo come eravamo prima.» si è avvicinato e mi ha messo una mano sulla guancia, avvicinando il mio viso al suo, ma mi sono subito scostata.

«Non torneremo mai come eravamo prima. Io non riuscirò mai a farmi toccare di nuovo da te e non ti guarderò mai più allo stesso modo di prima.» mi sono fermata un secondo a guardare Slash, poi mi sono girata e sono uscita da quell'appartamento, tornando a casa mia. Appena ho chiuso la porta, ho sentito Axl che urlava e che lanciava qualcosa contro il muro. Sentivo che un vuoto incolmabile si era aperto dentro di me, forse era il cuore.

La mattina dopo, mi sono svegliata con calma e sono andata a farmi una doccia. Quando mi sono specchiata, ho visto le condizioni disastrose in cui mi trovavo, mi sono fatta forza e sono entrata nella doccia.
Quel pomeriggio ho sentito i ragazzi provare, stavano ormai suonando da mezza giornata e sicuramente quella sera avrebbero dovuto esibirsi da qualche parte. La voce di Axl era un po' stanca e meno potente del solito, forse era per quello che era successo la sera prima.
Alle nove di sera, mi sono preparata per andare a lavoro, mentre uscivo dall'appartamento, ho visto Axl e gli altri quattro che portavano giù i loro strumenti, Axl si è bloccato e mi ha guardato:

«Jen...finalmente, è tutto il giorno che non ti fai sentire.»

«Sì, sono stata impegnata. Scusa, ma devo andare a lavoro.» ho liquidato la conversazione e sono scesa velocemente dalle scale, sentendo gli occhi di Axl osservarmi da dietro.

Quando sono arrivata al Sick n' Gone, ho visto Chris che puliva il palco, mi sono messa il grembiule e sono andata dietro al bancone:

«Come mai stai pulendo?»

«Oggi vengono a suonare i Guns N' Roses, pensavo lo sapessi.» mi ha detto lui, scendendo dal piccolo palco e tornando a non fare nulla. In quel momento ho sentito il mondo crollarmi addosso. Non ce l'avrei fatta a sentirli suonare.

Verso le undici di sera, i ragazzi sono arrivati e io non avevo mai visto il Sick n' Gone così pieno, si sono sistemati sul palco e mi hanno guardato. Io ho scambiato un'occhiata con Slash e ho evitato gli sguardi che mi mandava Axl. Non ce la facevo.
Quando hanno iniziato a suonare, ho sentito una strana sensazione aumentare dentro di me, ogni momento passato con loro stava tornando nella mia mente e Axl stava buttando fuori tutto quello che provava. Non li avevo mai sentiti suonare così bene e quella volta era la migliore esibizione che io avessi mai visto.
Durante l'ultima canzone, Axl non ha smesso un minuto di guardarmi, Slash mi fissava ogni volta che faceva un assolo e le persone iniziavano ad accorgersene. Mi sono tolta il grembiule e sono andata sotto il palco, Chris mi ha visto ma non ha detto nulla.
Alla fine del concerto, hanno spento tutto e si sono presi gli applausi e le urla estasiate della folla.

Quando sono tornata a casa, li ho incrociati con tutti gli strumenti mentre aprivano la porta del loro appartamento:

«Jen, volevamo farti sapere che ci hanno offerto un contratto con la Geffen Records.» mi ha detto Axl, guardandomi con una luce diversa negli occhi, come se cantare con i suoi amici lo avesse liberato da tutto l'odio che aveva provato la sera prima.
Volevo saltare e urlare per la felicità, volevo abbracciarli uno ad uno e congratularmi, ma ho fatto solo un grande sorriso e ho detto:

«Sapevo che qualcuno avrebbe notato il vostro talento. Ragazzi, inizia l'era Guns N' Roses.»

Axl mi ha sorriso e ha abbassato la testa, gli altri stavano quasi per commuoversi, Slash mi ha guardato a lungo e poi ha detto:

«Tu sarai per sempre la nostra fan numero uno, Jen. La prima che ha creduto in noi.»

A quel punto non ho potuto far altro che tuffarmi in mezzo a quei cinque e abbracciarli. Volevo bene a tutti loro. Li adoravo. Ho sentito una mano sul sedere, l'ho presa e l'ho allontanata, poi ho guardato di chi fosse e c'era il sorriso di Slash che mi faceva capire tutto.

Give me a rose.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora