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- a police statement with five criminals.

«Vieni, ti dò i soldi.» mi ha detto Slash, indicandomi la strada per andare nella camera da letto, ho scambiato uno sguardo con Axl, lui era un po' riluttante.
Slash mi ha aperto la porta e poi è entrato, io sono rimasta ferma davanti al letto, mentre lui si abbassava a prendere una giacca caduta a terra, vicino c'era un reggiseno:

«Tieni, dovrebbero bastare.»

Mi aveva dato venti dollari, io li reputavo decisamente troppi per una sciocchezza come l'eroina, ma era inutile parlare di evitare la droga con Slash. Li ho presi con disgusto e lui si è messo a ridere:

«Perché mi odi così tanto?» mi ha chiesto, alzando lo sguardo verso di me, tirandosi sopra i pantaloni slacciati.

«Io non ti odio, Slash.» ho detto, distogliendo lo sguardo dai suoi pantaloni «Non condivido le tue scelte.»

Lui si è abbassato a guardarsi i pantaloni e poi ha guardato me:

«Perchè ogni tanto mi guardi lì giù?»

Io ho sgranato gli occhi e ho abbassato la testa, imbarazzata, ma non lo facevo apposta, era lui che andava girando mezzo nudo ogni volta che stava a casa:

«Ma che dici, è colpa tua che non riesci ad allacciarti i pantaloni o a metterti un paio di mutande.»

Lui è scoppiato a ridere, io l'ho seguito, perché la sua risata ti trasportava, era qualcosa che non riuscivo a descrivere, quando lo sentivo ridere, mi veniva a mia volta di ridere, anche se non sapevo il motivo. Axl è entrato improvvisamente nella stanza:

«Perchè ci mettete così tanto?»

Slash si è avvicinato a me e ha guardato Axl negli occhi, quei due riuscivano a comunicarsi solo con lo sguardo:

«Ma niente, ci siamo messi a parlare.»

Quando siamo tornati dagli altri, Steven stava allungato sul divano con una mano sulla testa, qualcosa mi diceva che gli faceva male. Duff stava accordando il basso e Izzy stava fumando, Slash è andato subito verso la chitarra e l'ha attaccata all'amplificatore, Axl mi ha guardato:

«Mi sa che proveremo le canzoni per questa sera, tu a che ora vai a lavoro?»

«Vado tra poco, oggi faccio il pomeriggio, finisco verso le nove di questa sera.»

Poi lui ha annuito, ha guardato Steven e gli ha detto:

«Ehi, Steve, riesci a provare?»

Steven ha alzato un braccio e ha fatto il segno della vittoria, Axl ha sorriso e si è avvicinato all'asta del microfono, Steven si è alzato lentamente ed è andato verso la batteria, aveva il viso pallido e sembrava stesse per vomitare di nuovo. Ho sorriso nel vedere la determinazione di Steven, quei ragazzi amavano quello che facevano.
Io ho alzato la mano per salutare, Axl mi ha sorriso e gli altri hanno fatto lo stesso, mentre mi chiudevo la porta alle spalle, ho sentito le bacchette di Steven dare l'attacco e Slash ha iniziato a fare il riff di Welcome to the jungle.

Stavo camminando per il marciapiede, tra pochi metri sarei arrivata davanti al palazzo di Jeff. Ho visto tre ragazzi incappucciati che stavano appoggiati al muro, alcune persone si avvicinavano a loro controllando in giro e poi prendevano quello che serviva loro. Io mi sono avvicinata lentamente, con un po' di agitazione, il ragazzo che mi stava davanti aveva il viso coperto e non riuscivo a vederlo:

«Una bustina di eroina.» ho detto, a bassa voce, lui si è controllato in tasca e ha tirato fuori una bustina trasparente con dentro della polverina che sicuramente era droga, me l'ha passata furtivamente e io gli ho lasciato i venti dollari. Poi me ne sono andata, correndo verso il Sick n' Gone.
Quando sono arrivata, ho subito controllato se avessi ancora con me la bustina, altrimenti mi sarei ammazzata, Chris mi ha visto arrivare e ha visto mentre mettevo la bustina nella tasca dei jeans, togliendomi il giubbotto:

«Che cazzo hai nella tasca?» mi ha detto, con tono alterato.

«Niente, è una cosa per un mio amico.» ho riposto, mentre mi mettevo il grembiule.

«Ah, uno dei tuoi amici di ieri sera? Perché quei cinque mi sembravano dei drogati ubriachi.»

Quella frase mi ha dato tanto fastidio, l'ho guardato male e poi ho distolto lo sguardo, iniziando a lavorare. Era meglio evitare di rispondere e ignorarlo, perché altrimenti gli avrei risposto male e lui mi avrebbe licenziato.
Il pomeriggio era molto tranquillo, soprattutto perché essendo un locale notturno, veniva a prendere qualche drink solo chi passava così lì vicino. Alle nove me ne sono andata, ripercorrendo la stessa strada che facevo ogni giorno, quando sono passata davanti al palazzo di Jeff, ho sentito un brivido passarmi lungo la schiena e ho accelerato il passo.
Quando sono arrivata a casa, sono andata a bussare alla porta dei Guns, Axl mi ha aperto e mi ha sorriso:

«Jen, hai finito il turno?»

Ho annuito, lui mi ha fatto entrare e poi mi ha messo una mano sulla guancia, baciandomi, ma una nota venuta dalla chitarra di Slash ci ha spaventato e ci siamo subito divisi:

«Slash, ti ho preso quello che ti serviva.» ho detto, un po' delusa.

Lui mi ha sorriso e ha posato la chitarra, avvicinandosi a me, io ho preso la bustina dalla tasca e gliel'ho passata, lui l'ha presa e poi è scappato in camera. Ho abbassato la testa, afflitta, Axl mi ha messo un braccio intorno alle spalle:

«Un giorno riuscirò a farli smettere, lui e Izzy.» ha detto, guardando Izzy che si preparava una dose di cocaina, io ho cercato Steven e Duff con gli occhi, ma non c'erano.

«Steven e Duff?»

«Sono andati a chiamare le ragazze di ieri, visto che non sono riusciti a fare nulla, a parte Steven.»

Forse con il sesso, Izzy e Slash non si sarebbero drogati, lo speravo. Perché sapevo che con tutto quello che fumavano e bevevano, un giorno non si sarebbero svegliati più e sarebbe stata un'ingiustizia, perché pensavo che i Guns N' Roses meritavano tutto il successo che desideravano.

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