Capitolo 4

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Con il passare delle settimane, lungo lavoro e impegno nella fisioterapia, Marianne riuscì a riprendersi meglio di quanto avesse creduto inizialmente. Si poteva dire che era tornata come nuova; l'incidente sembrava ormai un ricordo lontano.
L'unica cosa che ancora le mancava era la memoria che tanto agognava.
La sua volontà era alta, ma niente sembrava funzionare, neppure le continue visite ai luoghi che erano stati importanti durante la sua infanzia.

E non ne capiva il motivo.

Intanto l'estate era già alle porte e le belle giornate sembravano un invito ad uscire all'aria aperta. Ma per Marianne tutto stava iniziando a diventare grigio.
L'impotenza che cresceva dentro di lei man mano che scorrevano le giornate, le stava facendo dimenticare una cosa: non importava chi era stata, ma chi decideva di essere d'ora in avanti.

I suoi genitori si erano accorti del suo turbamento, ma anche loro si sentivano impotenti davanti a quella situazione. Non c'era nessun medico che riuscisse ad aiutarli, nessuna medicina da usare per sbloccare i ricordi. Erano quasi tentati di provare con l'ipnosi, ma avevano paura di sforzare troppo la mano. Dopotutto, a loro non importava granché. Riabbracciare la figlia era stato già un regalo più che sufficiente.

Quello che non sapevano, però, era che la memoria di Marianne sarebbe stata pronta per sbocciare già dal suo risveglio. Bastava solo accendere la miccia, e l'accendino lo avevano sempre tenuto in mano...

***

Marianne era seduta sul letto concentrata nella lettura di un nuovo libro che Massimo le aveva consigliato.
Fin dai primi giorni in quella casa si era buttata su quell'attività. Aveva scoperto che i libri potevano essere un valido amico e rifugio per i momenti in cui avrebbe voluto scappare il più lontano possibile dalla sua vita.
Si era calata nei panni di decine di personaggi, assaporando avventure totalmente nuove per lei.

Quella volta però era diverso. Non stava leggendo biografie o romanzi rosa, ma un thriller intrigante, che la stava lasciando con il fiato sospeso a ogni riga.

Scostò la pagina, pronta per iniziare un nuovo capitolo pieno di mistero, ma non arrivò neanche a leggere la prima parola che sentì i suoi genitori discutere. Non si preoccupò più di tanto, - in quel periodo accadeva purtroppo spesso -, e rimase seduta sul materasso con lo sguardo fisso sull'inchiostro. Le orecchie però erano tese all'ascolto e così, ad un certo punto, riuscì a captare il suo nome.
La curiosità ebbe il sopravvento e decise di uscire dalla camera. Muovendosi a passi felpati, si diresse in soggiorno dove poté seguire chiaramente la disputa.

«Non me ne frega più niente di quello che il medico ha raccomandato!» sentì urlare da sua madre. «Non ho intenzione di continuare questa farsa e mentirle ogni giorno. Ormai non riesco neanche più a guardarla in faccia senza vergognarmi, perché ogni volta che vedo lei vedo anche...». Alcuni singhiozzi impedirono a Karmen di continuare.

Marianne, completamente confusa da ciò che aveva udito, si sporse quel tanto che bastò per notare le due figure nella cucina. Stefano stava abbracciando la donna che, vicino al forno a legna situato sulla destra, continuava a disperarsi.

«Non voglio che mi odi per tutto il resto della vita... come ho fatto con i miei in passato. Non lo sopporterei» continuò Karmen allontanando il marito per poterlo guardare negli occhi.
«Lo so ma...». Stefano si bloccò non sapendo bene neanche lui cosa fosse giusto fare.

«Ma cosa?» incalzò la moglie. «Deve saperlo!»
L'uomo scosse la testa non ancora del tutto convinto.
«Deve saperlo» insistette lei. «Deve sapere della sorella!»

A quel punto Marianne non si sforzò più di tenere nascosta la sua presenza e proruppe nella stanza con una esclamazione di sorpresa.

«Cosa?! Come "sorella"?»
La madre impallidì all'istante mordendosi la lingua per non aver trattenuto la sua veemenza, mentre il padre si rassegnò accettando quel fatto come il segno del destino che lei dovesse sapere.

«Adesso ti spieghiamo tutto, ok?» fece la donna poggiando le mani sulle spalle della ragazza. «Ma prima calmati e siediti... ti prego» implorò vedendo la confusione dipinta sul viso della figlia tramutarsi in rabbia.
Marianne acconsentì, ma la sua impazienza non diminuì.

«Allora?» sbottò.

Karmen si torturò le unghie cercando le parole adatte per potersi spiegare ma, non trovandole, si allontanò e ritornò qualche minuto dopo con una cornice. La mostrò alla figlia che la prese riluttante, osservandola solo quando la madre le fece un cenno d'incoraggiamento.

Raffigurava due ragazze identiche. Gemelle. Era sicura che quella più a destra fosse lei, ma erano talmente simili che, nella sua testa, più volte cambiò idea.
Erano vestite molto eleganti. Indossavano una camicetta bianca con le balze sul davanti di due colori differenti. Quella a sinistra rosse, mentre l'altra azzurre. I capelli erano raccolti in due crocchie perfette e i pantaloni erano di un jeans scuro. Si abbracciavano felici, ridendo e mostrando il pollice all'insù.

«Questa è la mia foto preferita» intervenne la donna facendo scattare lo sguardo di Marianne su di lei. «Siete tu e tua sorella il giorno del vostro diploma» continuò con gli occhi lucidi. Si sedette davanti a lei.
«Eravate così unite e felici... e adesso...» singhiozzò ancora nascondendo il viso tra le mani, come se volesse sparire di fronte a quel dovere.

Stefano si avvicinò alla moglie mettendole una mano sulla schiena e scorrendola su e giù per tranquillizzarla.
«È stato, anzi è ancora, molto difficile per noi e per te sarà ancora peggio. Non volevamo dirti niente perché avevamo paura che fosse troppo...» spiegò il padre aspettando che Karmen si riprendesse, non facendo però capire alla figlia a cosa si riferisse esattamente.

«Cosa è successo? Perché parlate al passato?» domandò iniziando a farsi strada dentro di lei un nuovo sentimento: paura. «Perché eravate e per te sarà ancora peggio?» continuò.
«Dov'è mia sorella? Cosa è accaduto?» ripeté alzando la voce, quando non ricevette le risposte che si aspettava di sentire.
Sua madre tirò su con il naso e sospirò, prima di accontentare le richieste di Marianne.

«Quella fatidica sera... quando hai avuto l'incidente, tu non ricordi, ma sulla macchina insieme a te c'era anche tua sorella gemella» iniziò a raccontare costringendo se stessa a ricordare uno dei momenti più dolorosi della sua vita. «Dovevate recarvi a Milano per iniziare a vivere il vostro sogno: diventare delle cantanti. Purtroppo non siete neanche riuscite a passare il confine del Trentino che un SUV vi ha colpito facendovi andare fuori strada. Tu... tu ti sei salvata, ma tua sorella... Clarisse...» si fermò non riuscendo più a continuare.

Karmen ricordava alla perfezione quella maledetta telefonata. Era ai fornelli come ogni sera a quell'ora e, per quel motivo, non aveva risposto lei, ma Stefano. Quando era entrato in cucina, con il viso sconvolto e il cellulare ancora vicino all'orecchio, aveva capito subito che era accaduto qualcosa di brutto. Se l'era sentito, ma mai avrebbe pensato una cosa del genere.

Quella sera aveva creduto di aver perso tutte e due le sue figlie e vedere Marianne lì, davanti a lei in quel momento, quasi un anno dopo l'accaduto, viva e vegeta, era un sollievo e il miglior regalo che Dio avesse potuto farle.

Guardò sua figlia preparandosi alla reazione che sarebbe scaturita. Aveva gli occhi chiusi e le guance umide: stava piangendo. Si avvicinò per abbracciarla, ma appena la toccò lei si scostò con rabbia. Confusa e preoccupata Karmen le chiese se stesse bene.

«Mi chiedi se sto bene?» si innervosì Marianne completamente sconvolta dalla mancanza di tatto della madre.

«Non sto per niente bene!» urlò alzandosi di scatto e sovrastando la donna con la sua altezza. «Mi hai tenuto nascosto... anzi, mi avete tenuto nascosto» precisò facendo scattare lo sguardo da sua madre a suo padre «non solo la morte di mia sorella, ma anche di averla avuta, una sorella! Come avete potuto farlo?» gridò furiosa allontanandosi.

Sua madre provò a fermarla, ma con scarsi risultati e quando le chiuse la porta della camera in faccia, capì di aver commesso un errore imperdonabile.

Ciao a tutti, ecco a voi il quarto capitolo.
Cosa ne pensate del comportamento dei genitori? Avevano i loro buoni motivi per tenere nascosta l'esistenza della sorella a Marianne, però forse non è stata la scelta migliore visto la sua reazione.
Secondo voi comprenderà e li perdonerà per il segreto?

Come sempre, vi invito a mettere una stellina e/o un commento per farmi sapere le vostre impressioni!

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Prossimo capitolo sabato 17/03.

Il Suono della Passione [Completa; in Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora