L'insegnante ultimò l'argomento che stava affrontando, per poi salutare e riporre tutti gli appunti nella valigetta beige, mentre i quasi duecento alunni si accalcarono alla porta.
Marianne aspettò pazientemente che si liberasse uno spiraglio in cui potesse sgattaiolare per uscire e, poi, raggiunse Massimo che la stava aspettando appoggiato alla parete di fronte alla porta della classe.
Si fecero strada tra la massa di studenti nei corridoi, con l'intenzione di raggiungere l'uscita, chiacchierando.Il ragazzo era visibilmente preoccupato e stava esprimendo tutta la sua ansia alla cugina.
«Gli esami di Gennaio mi sembrano molto più difficili rispetto a quelli dell'anno scorso» esclamò aggrottando la fronte.
«C'è parecchio materiale da studiare e sono sicuro che non ce la farò mai! Mi toccherà ripeterli a Febbraio, ma sono sicuro che non andranno lo stesso bene. Quindi dovrei riprovarci in estate insieme a quelli del secondo semestre.
Sarò talmente immerso dallo studio che potrei ammalarmi gravemente e morire. Ma se muoio non posso fare gli esami. Finirei fuori corso con il risultato che mi demoralizzerei tantissimo. Lascerei l'Università e finirei a fare il barbone perché nessuno mi vorrebbe assumere e...».«Oddio, calmati Max!».
Marianne fermò quell'elenco pessimista alzando gli occhi al soffitto e sbuffando rumorosamente. «Hai detto la stessa cosa l'anno scorso e alla fine hai finito i due semestri con una splendida media. Perciò smettila! Lo sai anche tu che ti stai preoccupando per nulla».«Questa volta è diverso!» protestò lui in dissenso.
«Siamo ai primi di Ottobre e manca moltissimo agli esami» obiettò la cugina sfinita dell'ansia inutile del ragazzo.
Sapeva che si agitava per un nonnulla e che la sua voglia di essere perfetto lo spingeva a dare il meglio di sé in tutto. Il problema era che tutto quel perfezionismo lo portava a non essere mai felice del risultato ottenuto, a meno che non fosse il massimo.
Era uno sfinimento, alcune volte, averlo accanto.Il cugino fece finta di non sentire l'obiezione lecita di Marianne, e continuò a esprimere i suoi dubbi, tormentando la ragazza. Non avrebbe resistito ancora per molto, lo sapeva. Doveva subito trovare una scusa plausibile per poter fuggire. E, quasi come se fosse un miracolo, apparve la sua scusa perfetta: il ragazzo biondo che aveva conosciuto il lunedì prima e che, dopo quella volta, non aveva più rivisto.
In quel momento stava camminando nella direzione opposta alla loro, con la testa china sul telefono e le dita in movimento.
Appena gli fu abbastanza vicino da sentirla, lo salutò, facendo finalmente interrompere Massimo nella sua infinita digressione.Davide alzò lo sguardo, posandolo su di lei. Era passata solo una settimana dal loro primo incontro, eppure qualcosa in lui era cambiato.
Non in senso fisico. Era sempre il ragazzo curato e ben vestito che aveva conosciuto, ma non vedeva più quello sguardo ironico che l'aveva caratterizzato per tutta la lezione. Sembrava vuoto. Apatico.Lui la osservò per qualche secondo, ma senza dare segno di averla riconosciuta. Poi spostò gli occhi verso destra, socchiudendoli leggermente quando vide Massimo.
Infine, appena Marianne aprì la bocca per dire qualcos'altro, si allontanò rapidamente.La ragazza lo seguì con lo sguardo, corrugando la fronte.
Perché non l'aveva salutata e aveva fatto finta di non conoscerla?«Perché hai salutato quello?» le chiese Massimo alzando leggermente il mento verso il giovane, che già era sparito dietro all'angolo del corridoio.
«Perché lo conosco...» rispose lei, anche se con qualche cenno di turbamento.
«E sei sicura che anche lui ti conosca?» fece il cugino ridacchiando leggermente e ricominciando a camminare, seguito a ruota da Marianne.
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Il Suono della Passione [Completa; in Revisione]
Romance* Vincitrice del premio "Miglior storia drammatica" del Contest Triskelion. * Secondo posto nella categoria "Romanzo rosa/storia d'amore" del concorso "The Stars Awards 2019". * Vincitrice del contest "Il Libro dorato di Wattpad" nella lista "Storie...