Capitolo 10

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Il professor Leonardi fece ingresso nell'aula con qualche minuto di ritardo, anche quella mattina con la sua valigetta in mano. La sola presenza fece ridurre il chiacchiericcio che aleggiava nell'aria fino a quel momento.
Sistemò il microfono sulla sua polo grigia in modo che tutti gli studenti potessero sentirlo con chiarezza. Dopodiché fece il giro della cattedra, appoggiandosi al bordo di questa a braccia conserte.

«Allora, prima di iniziare la lezione volevo parlarvi di un progetto che, da un po' di anni, viene proposto ad ogni nuova classe di Misurazione Aziendale. Dovrete farlo in gruppi di due, massimo tre, persone e varrà cinque dei trenta punti dell'esame finale.»
Gran parte degli studenti si girarono verso i compagni con curiosità, cercando di capire se qualcuno ne fosse già a conoscenza.

«Solo gli studenti frequentanti le lezioni potranno partecipare» continuò l'insegnante. «Sul sito "Comunità Online" ho messo un modulo che dovrete compilare, in modo che io sappia quanti di voi decideranno di fare il progetto. Dovrete mettere la spunta su "frequentante" oppure su "non frequentante" entrò mercoledì prossimo.»

Quasi tutti i ragazzi si segnarono la data di scadenza che aveva annunciato l'insegnante.
«Ovviamente, ogni volta, prima di iniziare la spiegazione della giornata, farò passare un foglio con i nomi di tutti quelli che avranno segnato "frequentante" da farvi firmare, per controllare la presenza.
Dovrete esserci per, minimo, il settantacinque percento delle lezioni.
Inoltre, entro la metà d'ottobre, sempre su "Comunità Online", dovrete compilare un altro modulo dove scriverete il nome della coppia, o gruppo se siete in tre, l'azienda su cui deciderete di fare il report, e i nomi dei partecipanti. Quindi basta che solo uno del gruppo lo compili con i dati indicati» spiegò il professore ritornando alla sua postazione dietro la cattedra. Mostrò, tramite il proiettore collegato al computer, le diapositive che aveva preparato per far capire meglio ai propri studenti ciò che stava spiegando.

«Arrivati a questo punto credo che tutti voi stiate solo aspettando le mie indicazioni sugli elementi da soffermarsi nel report. Ebbene, nel documento dovrete dare un'introduzione veloce della storia dell'azienda che andrete ad analizzare, per poi soffermarvi e argomentare nello specifico le strategie utilizzate, la mission, la vision e dare una breve analisi sul bilancio finale.

«Ovviamente non dovete preoccuparvi se non avete la minima idea di cosa stia dicendo, perché i vari argomenti li approfondiremo insieme nella prima parte di questo corso» concluse tranquillizzando più della metà dei ragazzi, compresa Marianne.

Finita l'introduzione al progetto, la vera lezione ebbe inizio. Stavano ancora affrontando i vari argomenti solo dal punto di vista teorico e ciò stava annoiando parecchie persone che già gli avevano studiati. Quel giorno la spiegazione verteva sulla differenza tra capitale di debito e capitale di rischio.

Marianne cercò di concentrarsi il più possibile. Aveva bisogno di quelle spiegazioni. La sua mente, però, non la stava aiutando granché. Continuava a distrarsi: pensava al progetto. Voleva farlo per quei cinque punti che, anche se pochi, potevano comunque essere un grande aiuto per passare l'esame.
Il problema era che non sapeva come trovare una persona con cui collaborare. Conosceva solo Davide, ma non lo vedeva quasi mai a lezione, perciò dubitava che scegliesse di diventare "frequentante".

La ragazza alzò gli occhi dal foglio su cui stava scarabocchiando la rappresentazione del modello dei circuiti della gestione, osservando i suoi compagni di corso alla ricerca dell'unico viso familiare, quasi speranzosa. Rimase qualche secondo alla sua ricerca, finché, dall'altra parte della stanza, scorse alcune ciocche di capelli biondi. Fu sicura che fosse Davide quando lui alzò la testa per leggere quello che veniva mostrato nelle diapositive, per poi trascrivere alcune frasi su un quaderno.

Il suo respiro accellerò di poco. Alla lezione di matematica che si era svolta l'ora precedente non si era fatto vedere, e quasi rimpianse il fatto che tutti i posti accanto a lei erano già stati occupati prima del suo arrivo.

Il professore smise di parlare per rispondere alla domanda di uno studente seduto un paio di file sotto di lei e, in quel momento, Marianne si riscosse.
Ritornò a osservare la lavagna accorgendosi di nuove scritte che erano state appuntate. Le ricopiò veloce, costringendosi a prestare maggiore attenzione.
A poco a poco la spiegazione la prese. Si accorse che quella materia, inizialmente creduta complicata e noiosa, stava iniziando a piacerle. Sicuramente i pomeriggi passati con Massimo stavano dando i primi frutti.

Una volta finita la lezione, il professore acconsentì alla richiesta di qualche studente che, avvicinandosi alla cattedra, aveva chiesto una maggiore delucidazione su l'argomento. Iniziò a esserci un po' di movimento e la ragazza si velocizzò per beccare Davide prima che fuggisse via per il pranzo. Lui stava ancora sistemando le sue cose ma, invece di richiudere lo zaino e metterselo sulle spalle, dopo aver riposto il quaderno, prese un contenitore di plastica.
Marianne si avvicinò, sedendosi vicino a lui.

«Ehi» fece, ma il ragazzo girò appena lo sguardo non ricambiando il saluto; fece finta di non conoscerla. Di nuovo.
«Hai sentito del progetto di Misurazione?» chiese retoricamente. «Pensavi di partecipare?»

Davide rimase qualche secondo in silenzio. Aprì il contenitore rettangolare, mostrando del riso freddo con alcune verdure, e raccattò una forchetta avvolta in un foglio di carta assorbente.
«Non so...» si costrinse a borbottare alla fine, quando si accorse che la ragazza stava ancora aspettando una risposta.

«Magari potremmo farlo insieme, che ne dici?» domandò ancora lei.
Il giovane sospirò, ripetendo «non lo so», anche se si sentiva un accenno di tono scocciato.

«È perché non conosco nessun altro e pensavo che...»
«Te ne vai?» la bloccò Davide, socchiudendo leggermente gli occhi, per poi puntarli nella sua direzione.
«Come, scusa?»
«Hai capito bene. Ritorna al tuo posto e lasciami solo» concluse lui; nel tono di voce c'era un accenno di tristezza che però Marianne non riuscì a scorgere.

Lui smosse un poco il riso con la forchetta, quasi fosse a disagio per quella situazione, finché la ragazza si alzò. Non pronunciò ulteriori parole; la sua fronte era corrugata e si sentiva ferita da quel comportamento. Non riusciva a comprendere il perché di tanta freddezza.
Si conoscevano a malapena ed era certa di non avergli fatto alcun torto. Eppure niente di lui gli ricordava il loro primo incontro. Era come se fosse un'altra persona.
O forse, quello che ho appena visto è il vero Davide e l'immagine che mi sono fatta di lui non rappresenta la realtà, si ritrovò a pensare.

Ritornò al suo posto per prendere la borsa. Prima di uscire dall'aula, lanciò un'ultima occhiata all'altra parte della stanza. I suoi occhi blu la stavano fissando, ma appena lui capì di essere stato scoperto, virò lo sguardo verso il suo pranzo.

Il Suono della Passione [Completa; in Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora