Il Suono della Passione [Completa; in Revisione]

Capitolo 30

«Quindi, alla fine, sei riuscita a passare tutti gli esami senza il mio aiuto», l'espressione di Massimo si associava perfettamente al suo tono di voce: gli occhi leggermente spalancati e le sopracciglia alzate, mentre le labbra erano di poco socchiuse. «Mi hai sorpreso, cugina.»

Marianne gli rivolse uno sguardo di sottecchi che fece scoppiare il ragazzo in una risata.

«Sto scherzando» spiegò quando il cipiglio della giovane non voleva andarsene.

«Lo spero» fece lei dandogli una leggera gomitata che ebbe come risultato solo quello di farlo ridere più forte. Davanti a ciò non riuscì a trattenere un sorriso: era ritornato il Massimo che aveva sempre conosciuto; anzi, ora sembrava ancora più felice. Si vedeva che non aveva più quel gigantesco peso sulle spalle da trasportare.

«Stai meglio.»
Voleva apparire come una domanda, ma alla fine sembrò più un'affermazione. Dopotutto, il ragazzo che aveva vicino non assomigliava per nulla a quello di qualche mese prima. Ancora non riusciva a perdonarsi il fatto di non averlo aiutato ad alleggerire la grande sofferenza che aveva sopportato, e di averlo abbandonato proprio nel momento in cui più necessitava del suo aiuto. Cercava di ripetersi che i tre mesi in coma e quello che era accaduto in seguito erano un motivo più che sufficiente per non essersi accorta di nulla, ma sapeva che era solo una scusa per non sentirsi troppo in colpa.

«Sì, molto meglio» rispose lui continuando a sorridere. «Finalmente mi sento accettato da mio padre e parte integrante della famiglia».
Poi sospirò, chiudendo per un secondo gli occhi e ritornando serio. «Ogni tanto il fantasma di mio fratello continua a tormentarmi, ma credo sia una cosa normale. Non riuscirò mai a togliermi del tutto quel senso di colpa che mi accompagna da anni; nonostante possa aver acquistato il perdono dei miei, vedo che ogni tanto vorrebbero che Marco sia lì con loro.»

«Max...» la ragazza lo osservò scuotendo la testa.

«No, va bene. Lo accetto» la bloccò lui. «Ti giuro che è molto meglio di questi ultimi anni e di quanto avrei potuto immaginare.»
Ricominciò a sorridere e Marianne si accorse che non stava fingendo di essere felice come invece aveva pensato qualche secondo prima.

I due ragazzi continuarono a camminare diretti all'università. Dopo un periodo in cui non avevano più fatto la strada insieme - sia per le lezioni che non permettevano ai due di incrociarsi, sia per ciò che aveva passato Massimo - finalmente, con l'inizio del nuovo semestre, erano ritornati a darsi appuntamento in piazza Duomo quando possibile.

Per un po' rimasero in silenzio, districandosi tra i passanti che quel giorno affollavano attorno alle bancarelle della fiera settimanale del giovedì. Quando arrivarono davanti al semaforo rosso sul marciapiede opposto a quello dove si trovava l'università, mentre aspettavano di poter attraversare la strada in sicurezza, il ragazzo ruppe il silenzio.

«Con Carli come sta andando? Vi sentite ancora?» chiese facendo leggermente sussultare la cugina. L'ultima volta che gli aveva parlato di lui era stato quando gli aveva raccontato del lavoro di gruppo.
Non si era più interessato a Davide da allora, perciò quelle domande improvvise la confusero.

«Chi?» fece lei, con finta indifferenza, sperando di aver capito male il cognome.

«Sai di chi sto parlando» disse Massimo, guardandola con sospetto per il colorito che si stava propagando sulle sue guance.

«Bene...» rispose la ragazza dopo un lungo momento di silenzio, chiedendosi se fosse il caso di raccontargli proprio tutto. «Siamo diventati amici, credo. È l'unica persona con cui ho fatto conoscenza nel corso e l'ho visto durante gli esami... perché?» proseguì, decidendo di non rivelare nulla né di ciò che era accaduto durante i mercatini di Pergine, né dei continui messaggi che si erano mandati in quei giorni. Dopotutto, okay che Massimo le era e le stava molto vicino, ma alcune cose erano e dovevano rimanere private.