Who?||Nash or Cam||

Capitolo 17

Perfetto, anche questa famiglia ormai stava andando a puttane. 

Nash non fa altro che farmi male, Cameron che nonostante un po' di ragione ce l'abbia  mi tratta di merda, Carter lo sento solo per telefono perché sono così vigliacca da non farmi vedere in quella casa, Gin è troppo impegnata con Matthew e secondo me non si è neanche accorta della mia assenza, Taylor e Matthew mi mancano da morire insieme a Carter e Shawn e Aaron. 

Passo tutti i giorni con Nate, Sammy e Zayn che in questo periodo mi tratta come una bambina, ha costantemente paura che io faccia qualche cazzata. Nate mi  ha fatto conoscere il suo gruppo di ballo con il quale adesso mi alleno, abbiamo una gara tra poco tempo e non vedo l'ora di partecipare. 

Il ballo e Zayn mi hanno tirato su  il morale e adesso sto meglio in tutti i sensi visto che ho tolto il tutore alla gamba una settimana fa. 

Oggi ho deciso di andare a trovare Carter e gli altri nonostante io sappia ciò a cui vado  in contro. Mi trovo davanti a quella porta da ormai cinque minuti quando decido di suonare. 

Ho paura di chi io possa trovarmi davanti, sento dei passi sempre più vicini alla porta e sto cambiando idea, quando sto per uscire dal cortile sento la voce di Taylor che dice il mio nome e mi fermo, in mezzo al cortile come una demente, mi giro e gli salto in braccio.

"Oh Tay non sai quanto tu mi sia mancato" dissi con la faccia nell'incavo del suo collo.

"Oh Banda anche tu! Pensavo che ti avessimo fatto arrabbiare, che ce l'avevi con noi, che non ci volevi più vedere, non sapevo neanche dove cazzo eri!" disse con  un goccio di disperazione.

"vieni entramo dentro ora così mi racconti cosa cazzo è successo" continuò.

Entrai insicura in quella casa e mi accomodai sul divano mentre Taylor andava a preparare un po' di the, nel frattempo udivo delle voci dal piano di sopra che fino a quel momento sembravano indistinguibili. Curiosa mi alzai, sperando di non incontrare certi soggetti, e salii piano piano le scale fino ad arrivare al pianerottolo con tutte le stanze dei ragazzi infila. Bussai a quella del mio inseparabile amico dalla quale provenivano dei singhiozzi. 

"Taylor vattene non voglio il tuo stramaledetto cetriolino" disse esausto dall'altra parte della porta.

"Ehi ma non sono io sta volta! E poi vedi che è buonissimo" disse Taylor facendomi l'occhiolino. 

Sentii dei passi avvicinarsi alla porta che si aprì di scatto rivelando una figura somigliante a quella del mio miglior amico, aveva gli occhio rossi e gonfi, i capelli scompigliati e il naso arrossato per non parlare del suo odore.

"Oh Carter ma che hai fatto!" dissi vedendolo in quelle condizioni.

Si spostò e mi lasciò entrare in quella camera sepolta da vestiti. Mi sedetti sul suo letto aspettando che lui  chiudesse la porta. Appena mi fu vicino mi intrappolò in uno di quegli abbracci da togliere il fiato che ti spaccano le costole.

"Mi sei mancata così tanto Bianca"disse con un tono triste.

"Anche tu Cartah ma ora vorrei sapere perché cazzo ti sei ridotto in questo stato" dissi preoccupata.

"Ho fallito Bianca, mi sento in colpa per tutto ciò che è successo, io avevo il compito di proteggerti e non l'ho fatto. In questi giorni non ho fatto altro che pensare che se te ne sei andata da questa casa era solo colpa mia" sospirò " ma se tu ora sei qui vuol dire ce qualcosa di buono l'ho fatto no!?" disse triste con il viso basso e la voce tremante.

"Carter guardami" gli alzai il viso "ciò che è successo con Nash e Cameron non è assolutamente colpa tua, anzi, tu mi hai capito e mi hai fatto andare da Zayn, tu mi capisci sempre, e mi proteggi come fanno i veri fratelli, è per questo che io sono qui" ripresi fiato "sono qui per vedere mio fratello"conclusi.

Entrambi avevamo le lacrime agli occhi, avevo detto la verità, lui era mio fratello insieme a Zayn perché senza di loro la mia vita sarebbe vuota, ognuno di loro due custodisce un pezzettino di me io io uno loro così saremo legati per sempre, come lo sono i fratelli.

"Ora però ti  prego vai a farti una doccia" dissi sorridendo.

Mi fece una pernacchia ma non obbiettò e si chiuse in bagno. 

"uno è sistemato" pensai. 

Ora mancano gli altri.