Capitolo 7

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Sbattei la portiera della mia auto con rabbia, nessuno prima di quel momento si era mai rivolto a me con quel tono di sfida, non era tollerabile. Quel ragazzo doveva essere eliminato e avrei fatto di tutto per farlo, ma prima dovevo accaparrarmi l'interesse della scrittrice in modo che qualsiasi piano al di fuori del mio sarebbe andato in fumo.

Mentre dovetti attenermi al piano di sicurezza della strada trafficata, collegai il mio telefono cellulare al bluetooth della mia auto e telefonai Sophie per avere informazioni riguardo il programma della sera.

Bastarono tre squilli prima di udire la sua voce:"Si, Signor McRoverguy?"

"Hai fatto quel che ti ho chiesto?"

"Rossi Street N°10, quinta strada a destra. Appuntamento stabilito per le 20:00".

Sorrisi e non capivo neppure il motivo di quel mio gesto così inusuale, rimasi sorpreso da me stesso e al contempo cercai in ogni modo di ignorare:"Perfetto Sophie, ci vediamo domani".

"A domani, direttore", fu lei a riagganciare la telefonata al mio posto.

Non avevo molta voglia di fare nulla se non rientrare in casa e lasciarmi trasportare dal calore dell'acqua bollente immerso nella vasca.

Furono tanti i pensieri che mi si accollarono addosso
quando chiusi gli occhi, pensieri senza alcuna direzione a volte impensabili ed altri strani e senza un senso. Vivevo ormai la mia vita tra sogni e realtà, spesso dure da accettare ma costretto a seguirle per non trovarmi mai indietro rispetto al resto del mondo. Ambizioni, soldi, la bella vita ed il lavoro per il potere erano ormai diventati la mia seconda giacca ma molte volte mi fermavo a pensare che avere tanto senza poterlo condividere con chi ti avrebbe amato davvero mi rendeva povero nella mia ricchezza.

Poi, da quando Patrick mi aveva avvisato per l'ennesima volta che la mia vita da scapolo libero e manipolatore sarebbe cessata di esistere una volta incontrato una donna capace di entrarmi dentro, i pensieri sul mio stato sentimentale erano aumentati.

Non avevo alcuna intenzione di legarmi ad una donna, conoscevo quella sensazione di soffocamento quando la stessa non era lì accanto a te, quando le mattine ti svegli e sai che chissà in quale altro letto sarà andata a dormire anziché nel tuo.

La mia storia con Tracy era iniziata alla grande, fu la prima ragazza di cui mi innamorai sul serio ed ero felice ogni giorno per averla scelta ed essere stato scelto.

Era una modella, quindi non potevo chiedere donna migliore per un uomo legato al buon stile e alla bella presenza come me. Portava lunghi capelli rossi scintillanti al sole, occhi grandi e verdi come un quadrifoglio, pelle chiara macchiata da qualche lentiggine sul naso ed un sorriso che eccitava ogni volta che si disegnava sul suo viso.

Era bello guardarla, ascoltarla, toccarla e possederla in ogni modo ed in ogni luogo e non era solo per come mi sentivo insieme a lei e per come era riuscita a farsi amare dai miei genitori che le avevo chiesto di sposarmi. Tracy aveva un buon senso degli affari, carismatica e sempre piena di idee, portarla in studio con me e mio padre era sempre un piacere specialmente quando riusciva a trovare insieme a Sophie dei modi per portare ogni cliente dalla mia parte.

Però, con il passare degli anni, non avevo fatto i conti con il suo reale lavoro da passerella e con il fatto che il più delle volte era richiesta per dei servizi fotografici di nudo artistico.

Più volte le avevo imposto di lasciare il suo lavoro e forse fu anche questo ad averla spinta fra le braccia del fotografo qualche mese prima del nostro matrimonio.

Una lettera intrisa di scuse che per me non aveva significato e la sua assenza che logorò la mia anima per più di un anno, ciò che mi era rimasto di lei era il suo profumo e buona parte dei vestiti che non ebbe mai avuto la forza ed il coraggio di ritornare a riprendersi.

Come tu mi vuoi - Russel McRoverguy Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora