Rimasi in silenzio attendendo risposta, in Emily avevo potuto notare un cambiamento repentino del suo stato fisico: si era irrigidita come un blocco di marmo, poi le sue guance pallide presero un colorito rosato.
Era come imbarazzata, fantastico.
La sentii deglutire:"Non hai detto che la mia vita privata non è affar tuo?" Chiese infine.
Colpito e affondato, mi aveva preso alla sprovvista.
Ammirevole, lo ammisi.
"Anche questo è vero ma..." feci una pausa voluta, un po' per creare suspance e un po' per mandare giù un sorso di vino:"Vorrei ricordarti che stanotte tu stessa mi hai chiesto di domandartelo".
La vidi sussultare, dentro di me sorrisi.
Avevo sempre la risposta pronta a tutto, nulla sfuggiva alla mia osservazione, da quando vivevo solo avevo imparato a cogliere ogni dettaglio e segnare nella mente ogni frase che mi veniva detta.
Emily abbassò il capo, percepivo del disagio in quel movimento:"Nulla di ché, sono stata nel mio appartamento insieme alla mia coinquilina", sussurrò.
Ciò che dice corrisponde a mezza verità ma la mia curiosità era insistente, dovevo capire con che persona avevo a che fare. Avevo fatto entrare in casa mia una donna che non conoscevo affatto, dovevo potermi fidare di lei.
"E non siete uscite?"
Attenzione a come rispondi, dissi nella mia mente sperando nella sua verità.
"No, siamo state tutto il tempo a casa", disse guardandomi.
Cazzo, imprecai.
Emily Castle aveva appena detto una bugia ed io dovevo fingere di non sapere nulla, quanto detestavo il silenzio obbligatorio.
Riprese a mangiare, feci lo stesso:"Ti manca?"
"Un po'", rispose.
Almeno su questo non sembrava aver mentito.
Feci un mezzo sorriso:"Mi piacerebbe conoscerla", gli occhi di Emily si illuminarono a queste parole:"Portala qui questa sera", conclusi la frase con un sorso di vino.
"Dici sul serio?" Era felice.
Cos'era la sensazione che stavo provando, così improvvisa e crescente?
Nonostante la bugia da lei appena detta senza troppo indugio, quella voce felice e spensierata mi aveva messo allegria. Una strana e piacevole allegria che non era la prima volta che provavo grazie alla vivacità di questa ragazza.
Feci un sospiro:"Certo, ne sarei onorato", dissi.
"Ti ringrazio, Christina sarà davvero molto felice".
Io ed Emily rimanemmo in silenzio fin quando i piatti di entrambi non furono vuoti. Fu istintivo per lei tirare indietro la sedia ed alzarsi, aveva iniziato a sparecchiare la tavola e ciò non aveva fatto altro che accendere in me vari ricordi: mia madre.
Nonostante Patrick fosse al servizio di questa famiglia da quando ero in fasce, mia madre non poteva sopportare che un uomo facesse ciò che avrebbe dovuto fare lei.Lei amava tanto cucinare così come amava prendersi cura di me e di mio padre. Era una donna formidabile e non si lasciava abbattere da niente, l'unica cosa che la rendeva severa era la mia istruzione ma per il resto altri non era che la donna più dolce del mondo.
Non potei fare a meno però di seguire Emily ed aiutarla, Tracy raramente aveva preso l'iniziativa in casa mia e non volevo che lo facesse un'altra donna.
"Ti è piaciuto il pranzo?" Chiese Emily sorridendo dal mio prendere i piatti vuoti.
La guardai:"Era proprio come me lo aspettavo", forse avevo preso gusto a farla arrossire.
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Come tu mi vuoi - Russel McRoverguy
ChickLitEnigmatico, misterioso, manipolatore, ricco e giovane uomo il cui fascino lo rende ancor più ambito e desiderato oltre che richiesto per la sua professionalità. Russel McRoverguy non è solo il direttore della casa editrice più conosciuta al mondo ma...