Capitolo 7

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Nel capannone in cui non sono mai entrata prima d'ora per questioni politiche e di regole del branco, hanno allestito in poco tempo al piano terra un triage per curare i feriti. Le lampade ad olio illuminano l'ambiente scaldandolo e rendendolo familiare, anche se la scena che si presenta davanti agli occhi è più da bollettino di guerra: persone stese a terra su lenzuoli imbrattati di sangue che urlano dal dolore e gente che corre per cercare di alleviare i loro tormenti. Un paio di corpi sono coperti da teli neri. Neanche la capacità rigenerativa tipica dei mutaforma è stata sufficiente a salvarli dalle tremende ferite riportate.

Il medico del branco, un uomo sulla quarantina con occhi dolci e bonari, ma stanchi e tristi come se avessero visto e sopportato troppo, ha appena finito di visitarmi e ha appurato che non ci sono traumi cerebrali. Già che c'era con la magia mi ha alleviato il gonfiore e il livore alla faccia. Poi è subito tornato a curare alcuni feriti gravi causati dal temendo e brutale scontro con i Kodiak. Per quanto fossi preoccupata per la mia incolumità, le urla che sentivo mentre ci allontanavamo nel bosco, mi hanno fatto venire i brividi.

Mentre osservo la scena immersa nel mio silenzio interiore, vengo raggiunta da Carl che mi prende sotto braccio e mi porta al piano di sopra in una piccola stanza arredata con semplicità. Io mi siedo sul letto e lui su una sedia posta proprio sotto una grande finestra che dà sul cielo limpido e stellato. Per qualche secondo mi distraggo ad ammirare la luna piena e perfettamente tonda come una lampada moderna appesa nel vuoto. Carl intanto non proferisce verbo e continua ad osservarmi con sguardo perplesso.

Per rompere l'impasse, gli chiedo: "Spiegami perché i Kodiak sono stati così pazzi da attaccarvi."

Lui sospira e: "Quei tre maledetti sostenitori di Sam li hanno pagati per attaccare il campo a fine scontro in caso di mia vittoria, in modo da distrarre me e gli altri mentre fuggivano. Te sei stata solo la ciliegina sulla torta."

"Non capisco... anche se gli hanno offerto molti soldi, è stata una follia che può innescare una guerra tra di voi."

Lui sorride, cinico: "In realtà la guerra e la rivalità tra di noi è già in corso da qualche tempo, purtroppo, quindi anche se non li avessero pagati, non avrebbero perso l'occasione di uccidere il nuovo capo branco dei grizzly mentre si trovava in una situazione di vulnerabilità. Ma per fortuna non hanno convinto tutti i membri del loro branco e siamo riusciti a cavarcela, pur con un paio di morti e diversi feriti gravi."

"Ed ora che farai?"

Lui muove la gamba su e giù dimostrando nervosismo e la sua giovane età, nonostante porti un fardello enorme sulle spalle, ormai: "Non so di preciso Mak: qualcosa devo fare, dato che abbiamo perso dei compagni e non posso mostrarmi debole, ma dall'altro non voglio aggravare ancora di più la situazione entrando in un loop di morte per vendetta. Ci sto ancora pensando..."

Sorrido compiaciuta: "Mi sembra che tu sia entrato perfettamente nel ruolo di capo. Penso sia molto saggio da parte tua prendere del tempo per pensare e decidere di non correre subito da loro uccidendo tutti i Kodiak che incontri per strada. Cosa che avrebbe sicuramente fatto Sam se fosse ora al tuo posto."

Piega la testa di lato ricordandomi il mio orsacchiotto di peluche dell'infanzia: "Mmmh, vedremo come andrà a finire. Intanto ti volevo chiedere da un po' una cosa. Oggi hai preso un brutto colpo, ok, ma ti ho visto sopportare ferite ben peggiori senza che tu vomitassi o sbandassi come un'ubriaca... c'è qualcosa che non mi stai dicendo e penso che abbia a che fare anche con quegli episodi strani successi nella Dead Zone. O sbaglio?"

Merda, so che Carl è intelligente e che non avrei potuto nascondere la mia Nullità ancora per molto, ma dato che faccio fatica io stessa ancora ad accettarlo, pensavo di avere più tempo per metabolizzare il tutto e capirne di più.
Lo guardo sconsolata, ma poi decido di dirgli tutto.

Dopo una decina di minuti, lui mi sorride e dice: "Lo sapevo Mak che eri una persona speciale, l'ho sempre saputo e il fatto che tu sia un Nullo, lo dimostra ancora di più. Anzi, è solo una conferma. Tra l'altro negli ultimi tempi il tuo odore è cambiato: non puzzi più come un umano, come una preda, ma sai di buono, pulito, qualcosa di invitante ed esotico."

Scoppio a ridere e poi: "Quindi mi stai dicendo che prima puzzavo?! No, ma grazie eh!"

Anche lui ride di gusto e: "Eh sì, proprio così. O meglio non è che gli umani puzzino, ma di certo noi li percepiamo come vittime, prede, cibo, mentre tu ora non sei nessuna di queste cose e penso che prima o poi qualcuno si chiederà il perché..."

Mi sparisce il sorriso dalla bocca: "Lo so, ma è un rischio calcolato che ho deciso di prendere. Penso che prima o poi verrà fuori, si saprà, ma dovrò ritardare questo momento il più possibile perché quel giorno sarò a rischio. Per quello devo capire ed imparare il prima possibile a controllare la mia Nullità e ad usarla a mio vantaggio."

"Sai che di me ti puoi fidare, ti aiuterò come posso, ma sono sicuro che riuscirai a risolvere anche questo rompicapo. Ora però vai a dormire un po', hai la faccia stanca. Ci vediamo domattina a colazione e poi te ne potrai tornare nella tua opprimente città."

Sospirando, dato che non mi sento sicura e impavida come lui mi vede, dico: "Notte."

Lui si alza, mi bacia con un leggero tocco sulla guancia e se ne va accostando la pesante porta in legno.

The Bounty Hunter - Inquisitio (Vol. 3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora