Capitolo 14

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Dire che sono rimasta sconvolta dall'incontro con Liam è un eufemismo.
Il sospetto c'è sempre stato, ma quello che mi ha rivelato rafforza ancora di più la consapevolezza che molto probabilmente Richard ha eliminato mio padre.

I risultati dell'autopsia e l'identificazione dell'ultima vittima sono arrivati come una benedizione perché mi hanno distratto dal dolore profondo e dalla voglia di vendetta che mi sta corrodendo dall'interno. Avrei infatti solo voglia di entrare nel suo ufficio ed impalarlo al muro con la mia spada per poi fargli confessare, con il suo ultimo respiro, l'assassinio di mio padre.

L'ultima vittima è un giovane ragazzo di diciassette anni, di una famiglia molto benestante appartenente al branco dei ghepardi impuri. Data la giovane età, viveva ancora con i genitori. È stato complesso parlare con loro perché non hanno voluto darmi molte informazioni sulla vita del ragazzo: apparentemente single, aveva poche amicizie, introverso, ma un bravo ragazzo. Studiava e aveva ottimi voti.
Allora perché il serial killer ha scelto proprio lui e gli ha fatto soffrire atroci tormenti prima che morisse?
C'è un motivo per cui ha scelto queste vittime. Tutte sembrano persone nella norma, con una vita lineare, tranquilla, quindi perché ucciderli e punirli in questi modi atroci?

Mentre ero nella camera del giovane Joshua, ho fatto diverse foto senza che i genitori mi vedessero e nel cestino c'erano dei pezzetti parziali di un volantino promozionale. Con la ricostruzione al computer e un po' di ricerca per immagini, sono risalita al nome di un club: XY360.
Non l'ho mai sentito prima, ma è piuttosto normale perché questi locali nascono e muoiono nel giro di poche settimane.

Vado subito a controllare e scopro che è un locale esclusivo per mutaforma omosessuali. C'è la formula dello scambismo oppure viene offerto sesso a pagamento. Dopo un po' di insistenze e minacce, sono finalmente riuscita a scoprire che Joshua lavorava nel club e si prostituiva.
Purtroppo in molti branchi l'omosessualità non viene accettata, anzi, è vista come una forma di debolezza. Ammetterlo non è facile e se lo fai, rischi di avere una vita difficile.
Nonostante fosse minorenne, Joshua lavorava nel club da più di sei mesi e a quanto pare era molto richiesto e apprezzato. Guadagnava quindi molto bene. E se il serial killer sapesse della sua seconda vita? Studente modello di giorno e gigolot di notte. Forse considera essere omosessuali e prostituirsi come dei peccati da espiare? Visto il forte collegamento con l'Inquisizione spagnola, magari il killer è un credente bigotto. E se fosse un prete?

Seguendo questo filone di pensiero, sono andata a scavare di più nelle vite delle precedenti vittime, scoprendo, una volta per tutte, la vittimologia del serial killer: ha preso di mira tutte persone apparentemente nella norma, ma che di fatto avevano una seconda vita e si prostituivano per denaro. Anche se avevano la possibilità di vivere in tranquillità stando lontani da certi ambienti, con dei buoni lavori, dei compagni e delle famiglie benestanti alle spalle, per qualche ragione, preferivano vendere il proprio corpo.
Alcuni, loro malgrado, sono costretti a farlo perché non hanno una famiglia, alcun supporto, magari vengono da lontano e sono quindi schiavi dei loro padroni che li sfruttano, eppure loro hanno scelto di vivere in questo modo.
Forse è questo che il serial killer non tollera? Potevano avere tutto, delle vite tranquille, eppure hanno deciso di vendersi per denaro, per il brivido, per il rischio, per puro piacere? Chi lo sa... ma ho la netta sensazione che il serial killer li stia punendo.
Forse lui è stato sfruttato, abusato e schiavizzato nella sua vita non per volere suo, quindi non capisce come qualcuno possa voler male a sé stesso a tal punto da cercare volontariamente questo tipo di sfruttamento.
Li vede quindi come dei peccatori: vuole far espiare i loro peccati e magari li tortura per ottenere una risposta, una motivazione che giustifichi in qualche modo le loro azioni.
Non comprende il loro masochismo patologico, l'autolesionismo. La penultima vittima aveva diverse cicatrici da taglio sul braccio che il medico legale pensa siano state auto inflitte. Essendo poi un mutaforma nel giro di qualche settimana sarebbero sparite del tutto.

Avendo ormai un quadro più chiaro del perché sceglie le sue vittime, sono riuscita a risalire a dove e come ha rapito tutte le precedenti: c'è infatti questa serie di nuovi club nati in città, due chiamati XY e due XX360, che offrono lo stesso tipo di servizio a chi li frequenta.
Le vittime sono state rapite fuori da questi club o perché lavoravano lì o perché usufruivano dei loro servizi. In un caso sono riuscita a risalire ad un filmato di un circuito di sicurezza, ma il killer è interamente coperto da un mantello con cappuccio e non si vede nulla se non che è mooolto grosso, rapido ed agile. Nelle movenze ricorda un mutaforma, di che tipo è impossibile dirlo.
Ha un van color grigio chiaro, ma la targa non si vede. Ce ne saranno a migliaia simili in città, quindi un vicolo cieco.

Sono poi corsa al Comando per fare una ricerca tra le persone scomparse. Un paio potrebbero rispondere ai criteri giusti. Dopo ulteriori ricerche e indagini tra parenti e amici, finalmente risalgo alla prossima vittima del serial killer, scomparsa poco più di ventotto ore fa: Isabelle, ventidue anni, della strana e felice comunità dei corvi. Di solito prediligono la loro forma animale rispetto a quella umana perché le regole, gli obblighi e i divieti tipici della vita senza piume, sono difficili da imparare e da accettare. Più semplice volare via e rincorrere tutto ciò che luccica e sembra prezioso.
La loro comunità è molto unita e numerosa. Tra di loro alcuni si sono adattati a vivere una vita da umani e quindi hanno un lavoro, una casa e una famiglia. Isabelle fa parte di questo gruppo che da molti è considerato più evoluto.
Anche lei, come le precedenti vittime, è stata rapita fuori da un locale XX360 dove lavorava da un paio di mesi come barista e, all'occorrenza, per arrotondare offriva i suoi servizi al di fuori del bancone del bar.

Il mio obiettivo è ritrovare questa ragazza prima che quel maniaco la uccida.
Ora ho abbastanza indizi, prove materiali ed informazioni sulle vittime per cercare di capire dove le tiene nascoste prima di ucciderle. Devo solo avere il tempo e la mente libera per ragionarci su.

Mentre sto uscendo dall'ufficio senza guardare in faccia nessuno con la testa incassata nel giubbotto e troppo tesa per paura di incrociare casualmente Richard, ricevo una chiamata da Simon.
Ogni volta che mi chiama il mio cuore batte nel petto più forte per la gioia immensa di sapere che mi sta pensando. Al contempo però, mi sale l'ansia per paura che questa storia intensa e profonda sia solo passeggera e che svanisca nell'aria da un momento all'altro. Poi però sento la sua voce, il suo entusiasmo e la sua voglia di vedermi, toccarmi, avermi vicino e allora tutta la paura scompare in un secondo mentre salgo sulla moto e mi dirigo verso di lui.

The Bounty Hunter - Inquisitio (Vol. 3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora