Capitolo 3

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Ci metto più di un'ora per arrivare a casa della vittima che si trova nella periferia est della città. Jasmine viveva ancora con i suoi genitori nonostante la relazione da più di un anno con Nick, anche lui puma impuro.
La sua famiglia abita in una piccola villetta di un quartiere non molto ricco, ma tranquillo. Il giardino è curato e la loro casa sembra viva, vissuta, calda, seppur piuttosto vecchia. Quasi sicuramente risale al periodo antecedente all'epurazione degli umani e al conseguente inizio del predominio delle specie superiori. Lo stile architettonico infatti è umano e scommetterei che un tempo qui ci abitavano delle famiglie umane. È piuttosto strano che questi edifici siano ancora in piedi e non siano stati rasi al suolo e ricostruiti, ma sembrerebbe che tutto il quartiere sia sopravvissuto all'ondata di rabbia successiva al Risveglio delle razze superiori, avvenuto ormai più di sessant'anni fa.

Mi avvicino con calma alla casa, con la tristezza nel cuore.
Odio dover distruggere le loro vite con questa notizia, anche se la loro figlia è scomparsa da giorni senza lasciare tracce e probabilmente temono già il peggio.

Busso e mi apre una signora sulla quarantina con gli occhi rossi per le lacrime prolungate e dai capelli chiari spettinati.
Con voce flebile mi chiede: "Sì? Chi è lei?"

"Buongiorno signora, sono una Bounty Hunter e avrei bisogno di parlarle..."

Non faccio in tempo a finire la frase che lei si mette la mano davanti alla bocca come a frenare un urlo silenzioso e poi chiama a gran voce: "Bill! Bill vieni qui!"

Sento dei passi pesanti e un uomo ben piazzato, dalle spalle larghe e con i capelli scuri si avvicina alla donna: "Tesoro cosa c'è?"

Poi mi vede, con sguardo rassegnato e presagendo le cattive notizie che porto, abbraccia la moglie e si sposta di lato per farmi entrare.

Poco dopo siamo tutti seduti in salone e i due mi guardano in silenzio, in attesa.

Comincio dopo aver fatto un profondo respiro: "So che avete denunciato la scomparsa di vostra figlia Jasmine diversi giorni fa e avete dato alle Autorità il suo DNA per facilitare le indagini sulla sua ricerca."

Risponde il marito a denti stretti: "È esatto.   Non abbiamo ancora ricevuto aggiornamenti anche se continuiamo a chiamare per avere notizie su come procedono le indagini."

Il mio sguardo corre veloce dall'una all'altro: "Capisco... mi duole dirvi che abbiamo trovato vostra figlia, ma purtroppo è morta... l'hanno uccisa."

La moglie scoppia a piangere silenziosamente e nasconde la testa nella spalla del marito. Lui con la voce rotta dal pianto mi chiede: "Siete certi che sia la nostra Jasmine? Potrebbe esserci un errore?"

"Purtroppo no, il DNA e le impronte digitali lo confermano."

Il marito continua: "Possiamo vederla e portarla a casa per organizzare il funerale?"

"Purtroppo ancora no perché c'è in atto un'indagine per scoprire e portare alla giustizia il suo assassino, quindi ci vorrà un po' più di tempo. Mi dispiace molto per la vostra perdita."

Lui annuisce e con voce stranamente calma dice: "La ringrazio. È lei che si sta occupando del caso?"

"Sì e posso prometterle che faremo di tutto per catturare chi le ha fatto questo."

Evito di dirgli che è la terza vittima del presunto serial killer di cui parlano già i media, anche se lo scopriranno presto, purtroppo. Andiamo avanti a parlare e mi raccontano un po' della vita della loro brava figlia e che nessuno avrebbe potuto avercela con lei tanto da rapirla e ucciderla. Non aveva problemi sul lavoro e con i colleghi e nemmeno con la piccola comunità di puma della città. Chiedo in che rapporti fosse con il fidanzato e loro mi dicono che stavano per andare a convivere insieme per poi sposarsi. Nick sarà di sicuro devastato dalla notizia e mi informano che se voglio parlare con lui, lo posso trovare a lavoro.

Dopo averli salutati, mi dirigo verso il cantiere in cui lavora Nick.

Circa venti minuti dopo mi avvicino ad un gruppo di operai in pausa che mi indirizzano sul retro dell'edificio in costruzione.
Svoltato l'angolo vedo un ragazzo che sta spaccando delle pietre con un grosso martello. Indossa le cuffie per il rumore quindi non può sentirmi. Faccio il giro e mi metto di fronte a lui facendogli segno di fermarsi.
Lui si toglie le cuffie e appoggia il martello: "Sto lavorando, non può aspettare?"

"Ciao Nick, mi chiamo Makhaira e sono una Bounty Hunter."

Lui si irrigidisce e con tono preoccupato mi chiede: "Avete trovato Jasmine?"

Gli racconto il poco che posso dirgli e lui si siede a terra, sconvolto. Sicuramente una reazione degna di un buon fidanzato scioccato per il rapimento e la morte della futura sposa. Anche lui mi assicura che nessuno poteva odiare Jasmine a tal punto e che era tutta casa e lavoro. Non riesce a capacitarsi del perché qualcuno possa avercela avuto con lei tanto da ucciderla. Parliamo ancora un po', ma non emerge nulla di interessante per le indagini.
Quello che non capisco è perché il serial killer abbia scelto proprio queste ragazze, così semplici, ordinarie, normali. Perché allora ho la sensazione che le abbia volute punire per qualcosa che hanno fatto? Ma cosa? Devo approfondire la vita privata delle vittime perché se il serial killer le sceglie, sicuramente c'è un motivo ben preciso. Qualcosa che tenevano nascosto anche ai loro cari?

Il cielo è diventato scuro ed inizia a piovigginare.
Mentre salgo sulla moto ricevo un messaggio da un numero sconosciuto: [TUO PADRE È STATO UCCISO E NON PUOI CONTINUARE AD IGNORARMI. DEVI SAPERE LA VERITÀ.]

Il sangue mi si gela nelle vene.
Su una cosa questo tizio misterioso ha ragione: non posso più ignorarlo e devo scoprire chi è. Spider potrà sicuramente darmi una mano a rintracciarlo ed ora so anche come contattarlo in poco tempo.

Guardo l'ora, sono già le sei di sera e ormai la giornata è quasi finita, così decido di andare a casa a farmi una doccia per prepararmi al duello di Carl. Più si avvicina lo scontro e più cresce l'ansia. Non posso fare a meno di essere preoccupata per lui dato che il suo avversario è un infido bastardo.

The Bounty Hunter - Inquisitio (Vol. 3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora