Capitolo 21

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L'autopsia ha rilevato che all'uomo è stato spezzato il collo con un colpo deciso, senza esitazioni. Il killer quindi sapeva cosa stava facendo. La mia intuizione era poi corretta: ha toccato il viso della vittima per farlo sorridere e ci sono impronte digitali rilevabili. Ben presto saprò se è stato schedato in passato e se è nel sistema per qualche crimine precedente.

Purtroppo la telecamera della banca di fronte allo store era troppo lontana per rendere la figura, a quell'ora di notte, identificabile, ma almeno so che è quasi alto due metri con spalle ampie, capelli scuri e corti. Ha poi una particolare andatura ciondolante e delle braccia decisamente più lunghe del normale. Oserei dire che è sproporzionato.
Ho anche recuperato l'informazione delle candele usate sulle scene del crimine: sono di una marca piuttosto comune ma che nella zona, dove a quanto pare il serial killer ha la sua tana, vende solo lo store derubato. Sto freneticamente cercando altri negozi che vendono candele nell'area e ne ho trovati solo due. Il primo è stato un buco nell'acqua e nessuno che corrisponde alla descrizione del sospettato è passato richiedendo candele.
Da pochi minuti sono nel secondo negozio. Il proprietario è circospetto e non sembra voler perdere troppo tempo parlando con una Hunter. Gli descrivo allora il killer e lui mi conferma che in effetti poche ora fa è passato un uomo a richiedere delle candele e lui le ha ordinate, dato che non ne aveva più. Sembrava agitato, quasi sotto l'effetto di droghe e ha dovuto calmarlo dicendogli che arriveranno, ma tra due giorni, prima non è possibile.

Bingo! Fottuto da delle stupide candele...

L'Inquisitore passerà a prenderle ed io lo aspetterò e seguirò finché non mi porterà alla sua vittima. La mia prima priorità è salvare lei e subito dopo arrestare questo psicopatico.
L'unico problema è che ormai non mi fido più di nessuno al Comando e non voglio chiamare rinforzi per l'arresto, ma forse so già chi mi potrebbe aiutare...

Mentre esco dal negozio quasi saltellando dalla gioia per questa inaspettata svolta nel caso, mi squilla il cellulare. È Simon.

Con tono allegro rispondo: "Ciao! Come mai mi chiami? Ci siamo lasciati solo due ore fa..." Il mio tono diventa caldo e sensuale pensando a come ci siamo salutati.

Lui ride brevemente facendo emergere tutta la sua sensualità e orgoglio maschile nel ripensare alla nottata passata insieme e al felice risveglio, ma poi si interrompe bruscamente e con tono serio dice: "Mi dispiace rovinare il tuo buono umore e so che stai lavorando, ma ho bisogno di parlarti urgentemente."

Mi blocco a metà del passo: "Cosa c'è Simon? Mi fai preoccupare."

"Non voglio parlarne al telefono, lo so che ti sembro paranoico, ma vieni subito qui." Poi mette giù. Certe abitudini sono difficili da eliminare.

Mezz'ora dopo sono nel suo ufficio al Comando delle tigri bianche.
Mi fa entrare e poi chiude la porta rendendo impenetrabile all'orecchio umano e non, quello che ci stiamo per dire.

Lo guardo circospetta: "Allora? Cosa succede?"

Lui mi osserva e con tono triste mi dice: "Ho ricevuto una telefonata da Las Vegas..."

Il mio cervello sta andando a mille, ma con tutto quello che sta succedendo, non riesco a fare collegamenti sensati, poi penso a Gin.

Simon sospira: "Il vecchio amico da cui ho spedito Gin, mi ha detto che hanno trovato il suo corpo. Era nel suo appartamento e a quanto pare, è stato torturato a lungo prima di essere ucciso."

Il mio cuore manca un battito e la gola diventa secca. Con voce roca gli chiedo: "Che cosa?! Sanno chi è stato e perché?"

"Non ancora, stanno indagando, ma io ho dei sospetti anche se so che tu non vorrai crederci."

"Ovvero? È per questo che non hai voluto parlarne al telefono?"

"Io penso che Gin sia stato torturato prima di essere ucciso perché qualcuno voleva sapere come diavolo ha fatto a scappare dalla Dead Zone e sai bene che se ha parlato, ora tu sei al centro dell'attenzione di chiunque ha abbastanza soldi, tempo ed interessi da andare fino a Las Vegas a cercare determinate risposte. La Dead Zone è gestita da alti poteri in città ed io e te stiamo già mettendo becco negli affari della Triade cercando di smuovere il Consiglio ad aprire gli occhi sul pericolo che rappresentano per la libertà dello Stato di New York, pur se con scarsi risultati finora."

"Sono sicura che Gin non ha parlato..."

Simon si alza di scatto, è furioso o forse più spaventato: "E come fai ad esserne certa, eh? Lo hanno distrutto, ha sofferto l'inimmaginabile e a quanto pare hanno usato anche la magia per torturarlo. Per quanto onesto e devoto nei tuoi confronti, nessuno può sopportare tanto. Nessuno!"

Io lo guardo, mi alzo e poggio le mani sul suo volto: "E cosa vorresti fare adesso? Chiudermi in una torre ed impedirmi di vivere per paura che possa succedermi qualcosa?"

Lui fa un sorrisino sghembo e appoggia le mani sui miei fianchi: "Come fai a leggermi nella mente? No, a parte gli scherzi... è ovvio che devi comportarti come se nulla fosse, ma vorrei assegnarti una scorta, qualcuno di cui mi fido. Giusto come precauzione."

Sospiro a fondo: "Va bene, se questo può farti stare meglio, ok. Ma dovranno essere discreti e non intralciarmi."

Lui sorride e mi bacia. Poi prosegue con uno spirito risollevato: "Stanno indagando e appena so qualcosa in più, ti aggiorno. Promettimi di fare attenzione. Ora organizzo il tutto e da domattina avrai i tuoi angeli custodi."

Pochi minuti dopo esco dall'ascensore e mi avvio verso l'uscita. Quasi subito mi accorgo che c'è qualcosa che non va. Mi guardo in giro e in un atrio solitamente pieno di gente, c'è ora un silenzio inquietante.
Un istante dopo un peso enorme mi spinge a terra e un dolore acuto sulla schiena mi toglie il fiato. Il colpo ricevuto mi fa scivolare di qualche metro sul pavimento di marmo, allontanandomi dal mio assalitore.
Con grande sforzo, mentre sono ancora a terra, mi giro supina e mi appoggio sul gomito. Di fronte a me c'è un'imponente tigre bianca e negli occhi un odio che mi è familiare: è la mamma di Simon. Evidentemente ha ignorato gli ordini del figlio ed è tornata a finire il lavoro.

Quasi ridendo mentre mi alzo, dico: "Simon te la farà pagare cara."

"Forse, ma almeno la puttana umana sarà fuori dai giochi e prima o poi mio figlio tornerà a ragionare e capirà che sto facendo tutto questo solo per il suo bene e il suo futuro."

Io guardo le telecamere ma sono spente. A quanto pare la mamma ha qualche complice e nessuno correrà in mio soccorso. L'aggressione è stata pianificata.

Un leggero ruggito esce dalle sue enormi fauci onde evitare di attirare l'attenzione, poi si piega sulle zampe anteriori, proprio come fa la mia Missy quando pensa di aver visto un topolino.
La coda si muove sinuosa, i muscoli delle spalle si gonfiano e poi si lancia verso di me come un treno in corsa.

The Bounty Hunter - Inquisitio (Vol. 3)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora